Iscrizione scuola dell'obbligo: solo «oblazione volontaria» e non tassa

Da 70 a 50 euro in base alle scelte del Consiglio d'Istituto. L'assessore regionale all'istruzione Alba Sasso ricorda la Costituzione

sabato 2 marzo 2013 9.31
A cura di Stefano Massaro
Dai 70 ai 50 euro di contributo per iscrivere i propri ragazzi a scuola: in città è una pratica diffusa come nel resto del paese. Ma è assolutamente necessario ricordare che si tratta di un'«oblazione volontaria» e non una tassa sopratutto per la scuola dell'obbligo. Superato il biennio degli istituti superiori, e quindi la scuola dell'obbligo, vi è una tassa statale di poco superiore ai 20 euro che eventualmente si somma al contributo volontario che ogni Consiglio d'Istituto sceglie di applicare alle famiglie. Negli ultimi giorni la vicenda ha sollevato non poche polemiche sopratutto da parte delle associazioni degli studenti spesso sin troppo vessati dai continui tagli alla scuola pubblica ed ai servizi. Ogni istituto, poi, ha dovuto cercare altre forme di finanziamento per una serie di spese difficili da sostenere.

Ma in alcuni casi si è esagerato facendo passare il contributo quale vera e propria tassa come ci spiegano diversi studenti delle scuole superiori andriesi: «E' un momento complicato e pur capendo le difficoltà economiche della scuola ci aspetteremmo che vi fosse estrema chiarezza su questo punto». Le segnalazioni giunte in redazione questi giorni, infatti, parlano di poca chiarezza all'atto dell'iscrizione anche se a Bari si è addirittura arrivati, in tre istituti, a delle lettere nelle quali è specificato che il contributo è obbligatorio.

Il Ministero dell'Istruzione, quasi un anno fa, ha ribadito il concetto, con la circolare n. 312 del 20 marzo 2012, che il contributo è assolutamente volontario e senza nessun vincolo di obbligatorietà. Sull'argomento abbiamo ascoltato anche le parole dell'assessore regionale al Diritto allo Studio ed alla Formazione, prof.ssa Alba Sasso: «in questi giorni sta creando non poche preoccupazioni nelle famiglie pugliesi la vicenda di questo contributo. Pur consapevole della drammatica situazione finanziaria in cui si trovano le scuole per effetto dei gravi e indiscriminati tagli subiti in questi anni, ricordo - ha concluso Alba Sasso - che il principio della obbligatorietà e gratuità dell'istruzione è sancito dalla nostra Costituzione».

Anche l'UNIA di Andria, l'associazione universitari andriesi, ha parole di grande attenzione verso questo tema così delicato: «Crediamo fortemente come UNIA - ci dice Silvia Sgarra, Presidente dell'associazione - che il diritto allo studio non debba essere precluso alle famiglie meno abbienti ma debba essere garantito a tutti. Invitiamo con forza i consigli d'istituto e per il loro tramite i dirigenti scolastici al massimo rispetto della trasparenza e legalità. In un momento come questo dove si riscontra un notevole calo di iscrizioni universitarie non vorremmo che questo dato si ripercuotesse anche sulle scuole superiori, in quanto la formazione culturale e critica di ognuno di noi si crea proprio in quegli anni».