Irregolarità procedurali: la minoranza del PD scrive alla commissione di garanzia
Dettagliata informativa sul regolamento regionale del partito non rispettato
venerdì 14 febbraio 2014
9.26
Mentre a livello nazionale arriva l'ora della staffetta al Governo tra Letta e Renzi, anche a livello cittadino vi sono grattacapi per la segreteria del Partito Democratico formalmente costituita un mese fa. Una parte del PD, infatti, ha inviato una dettagliata nota informativa denunciando diverse irregolarità alla Commissione di Garanzia regionale nonché a Segretario, Sergio Blasi, e Presidente, Michele Emiliano, sulla gestione del circolo stesso. In particolare sei i punti trattati a partire dalle convocazioni del coordinamento, per arrivare all'elezione del direttivo senza parità, il ruolo di vice-segretario, la proporzionalità di rappresentanza e le questioni politiche aperte di stretta attualità non affrontate collegialmente.
Queste in sintesi le note con richiami proprio allo Statuto regionale del Partito Democratico a partire dalla «comunicazione dell'Esecutivo, nominato dalla Coordinatrice, che andava fatta al Coordinamento da convocare in termini utili e con specifico ODG (Art. 6 c.9 Statuto PD/Reg. Puglia) - scrivono nella nota - Non si comprende il motivo per il quale si è rinunciato a convocare il Coordinamento, luogo statutario del pluralismo e della dialettica democratica interna e, allo stesso tempo, luogo della costruzione unitaria del circolo». Poi il problema della parità di carica nell'esecutivo: «Le iscritte/Donne non sono presenti nell'Esecutivo paritariamente (Art.2 c.2 St.Reg./puglia) e ciò è motivo di invalidazione dell'Esecutivo da parte degli Organismi di Garanzia». In terza analisi, poi, il ruolo di vice segretario non previsto tra gli Organi Direttivi ma che «in ogni caso doveva essere proposto dalla Coordinatrice all'Assemblea all'atto della sua proclamazione e l'elezione doveva avvenire per voto palese a maggioranza dei voti validi (Art.12 c.1 St.Reg/Puglia)».
L'analisi prosegue parlando dei dipartimenti che, secondo l'attuale minoranza del PD, sono espressione del coordinamento e non della Segreteria: «E' superfluo sottolineare quanto sarebbe opportuno procedere, quanto prima, all'approvazione di un "regolamento interno del funzionamento degli organismi del Circolo", come previsto dall'Art 6 comma 11 dello Statuto, onde evitare il rischio di interminabili e rissose discussioni e di procedure diverse in uguali situazioni che certamente non facilitano la concordia interna». La proporzionalità della rappresentanza, poi, è un tema particolarmente complesso e delicato per un partito decisamente in continuo movimento come mostrano le cronache nazionali: «Si trascura nei fatti - scrivono ancora dal PD - che la componente che si rivede nell'azione di Matteo Renzi non solo rappresenta il 30% degli iscritti al PD di Andria ma anche, che nelle Primarie dell'8 Dicembre ha prevalso con il 61% dei cittadini andriesi che hanno votato. In quale modo è possibile realizzare l'obiettivo di costruire un PD grande e vincente, un grande partito che dalla sinistra al centro deve dare spazio legittimità e cittadinanza a sensibilità e culture diverse».
Infine, l'ultimo punto trattato riguarda la stretta attualità cittadina e le decisioni in merito alle azioni politiche da esercitare come Partito Democratico. Ci si chiede in sostanza «per quali ragioni la Coordinatrice del Circolo di Andria non convoca l'Assemblea e il Coordinamento al fine di mettere in opera tutte le iniziative necessarie dopo fatti di rilevanza politica quali il "Movimento cosiddetto dei forconi" che ad Andria ha avuto un'acuzie maggiore rispetto al resto del Paese, l'arresto dell'Assessore Lotito da parte della Magistratura di Monza per corruzione, l'inchiesta sui rifiuti è ancora in corso con sviluppi ancora da verificare, le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale, le dimissioni della Giunta Comunale, il blocco totale dell'attività amministrativa con aggravio ulteriore della crisi economica in cui versa la nostra città».
Queste in sintesi le note con richiami proprio allo Statuto regionale del Partito Democratico a partire dalla «comunicazione dell'Esecutivo, nominato dalla Coordinatrice, che andava fatta al Coordinamento da convocare in termini utili e con specifico ODG (Art. 6 c.9 Statuto PD/Reg. Puglia) - scrivono nella nota - Non si comprende il motivo per il quale si è rinunciato a convocare il Coordinamento, luogo statutario del pluralismo e della dialettica democratica interna e, allo stesso tempo, luogo della costruzione unitaria del circolo». Poi il problema della parità di carica nell'esecutivo: «Le iscritte/Donne non sono presenti nell'Esecutivo paritariamente (Art.2 c.2 St.Reg./puglia) e ciò è motivo di invalidazione dell'Esecutivo da parte degli Organismi di Garanzia». In terza analisi, poi, il ruolo di vice segretario non previsto tra gli Organi Direttivi ma che «in ogni caso doveva essere proposto dalla Coordinatrice all'Assemblea all'atto della sua proclamazione e l'elezione doveva avvenire per voto palese a maggioranza dei voti validi (Art.12 c.1 St.Reg/Puglia)».
L'analisi prosegue parlando dei dipartimenti che, secondo l'attuale minoranza del PD, sono espressione del coordinamento e non della Segreteria: «E' superfluo sottolineare quanto sarebbe opportuno procedere, quanto prima, all'approvazione di un "regolamento interno del funzionamento degli organismi del Circolo", come previsto dall'Art 6 comma 11 dello Statuto, onde evitare il rischio di interminabili e rissose discussioni e di procedure diverse in uguali situazioni che certamente non facilitano la concordia interna». La proporzionalità della rappresentanza, poi, è un tema particolarmente complesso e delicato per un partito decisamente in continuo movimento come mostrano le cronache nazionali: «Si trascura nei fatti - scrivono ancora dal PD - che la componente che si rivede nell'azione di Matteo Renzi non solo rappresenta il 30% degli iscritti al PD di Andria ma anche, che nelle Primarie dell'8 Dicembre ha prevalso con il 61% dei cittadini andriesi che hanno votato. In quale modo è possibile realizzare l'obiettivo di costruire un PD grande e vincente, un grande partito che dalla sinistra al centro deve dare spazio legittimità e cittadinanza a sensibilità e culture diverse».
Infine, l'ultimo punto trattato riguarda la stretta attualità cittadina e le decisioni in merito alle azioni politiche da esercitare come Partito Democratico. Ci si chiede in sostanza «per quali ragioni la Coordinatrice del Circolo di Andria non convoca l'Assemblea e il Coordinamento al fine di mettere in opera tutte le iniziative necessarie dopo fatti di rilevanza politica quali il "Movimento cosiddetto dei forconi" che ad Andria ha avuto un'acuzie maggiore rispetto al resto del Paese, l'arresto dell'Assessore Lotito da parte della Magistratura di Monza per corruzione, l'inchiesta sui rifiuti è ancora in corso con sviluppi ancora da verificare, le dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale, le dimissioni della Giunta Comunale, il blocco totale dell'attività amministrativa con aggravio ulteriore della crisi economica in cui versa la nostra città».