Intervista a Lucia Adele Merli, dirigente della sezione di Polizia stradale B.A.T.
Giovane donna funzionaria, protagonista di eventi nazionali, tra cui il Giro d'Italia ed il G7
lunedì 1 luglio 2024
09.00
La Polizia Stradale è una delle quattro specialità della Polizia di Stato e si occupa in via principale del settore strategico del controllo e della regolazione della mobilità su strada. Un ruolo che potremmo definire salva vita.
La sezione di Polizia Stradale B.A.T. nata nel 2021, è impegnata quotidianamente su più fronti: prevenzione del fenomeno infortunistico, rivelazione degli incidenti stradali e accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale.
Da ottobre 2023, la dottoressa Lucia Adele Merli dirige la sezione di Polizia Stradale B.A.T., uno degli uffici più sensibili e operativi del corpo della Polizia stradale in un territorio che si presenta vulnerabile ma dalle grandi potenzialità.
Abbiamo incontrato la dottoressa Lucia Adele Merli per comprendere più da vicino l'importanza di questa specialità della Polizia di Stato nel nostro territorio e la situazione panoramica della sesta provincia.
Una breve descrizione con le tappe più importanti della sua carriera, ad esempio quando è entrata in Polizia, quindi il suo percorso professionale.
«Ho partecipato al concorso per commissari della Polizia di Stato nel 2018 e nel settembre dello stesso anno sono stata avviata al corso di formazione. A marzo del 2020, al termine del corso, sono stata poi destinata alla mia prima sede di servizio che è stato l'istituto per sovrintendenti "Rolando Lanari" di Spoleto, quindi mi sono occupata di formazione – spiega il Dirigente Lucia Adele Merli - Per circa tre anni e mezzo mi occupavo di predisporre il planning delle attività didattiche dei giovani colleghi e altri eventi in cui ponevamo l'accento sull'aspetto deontologico e anche sulla cura dell'assetto formale, che è un aspetto fondamentale, secondo me, non soltanto quando siamo al corso, ma anche dopo, nella vita operativa, quando siamo al servizio del cittadino»
Perché considera importante l'assetto formale? «L'assetto formale è fondamentale, perché vedere un poliziotto composto, che porta la divisa in un certo modo, in maniera ordinata, che si pone in maniera deontologicamente corretta anche con il cittadino, fa un altro effetto. Questo è uno di quei casi in cui possiamo dire che la forma è anche sostanza, perché un poliziotto con una divisa in perfetto ordine ispira un'elevata fiducia nel cittadino»
Qual è un primo bilancio di questa esperienza, tenuto conto che lei proviene dall'istituto per sovraintendi di Spoleto, realtà geografiche e lavorative diverse.
«È un incarico molto diverso da quello che ho ricoperto prima nel mondo della formazione, è sicuramente molto impegnativo, ma anche molto gratificante, impegnativo perché richiede tanto in termini di costanza, impegno e sacrificio, però mi dà tanto in termini di soddisfazione personale e professionale, non mi annoio mai perché è molto variegato, cioè la mia attività si compone di tanti tasselli, tutti diversi tra loro ma importanti in ugual misura, perché io passo dall'attività burocratica in ufficio a momenti di operatività su strada, alle attività di sensibilizzazione della cittadinanza, al rispetto delle regole e dunque, ad un uso consapevole della strada – aggiunge - Sono qui da ottobre 2023. Il mio bilancio è positivo. C'è ancora tanto da costruire. Il fatto di poter dare un contributo, nel mio piccolo, alla crescita di questa sezione è un motivo di grande orgoglio per me, è molto stimolante anche perché la Bat è un territorio forse ancora un po' vulnerabile, ancora tutto nuovo, ma sicuramente un territorio dalle grandi potenzialità. È una bella sfida essere qui».
La Polizia stradale è una specialità tra le più importanti della Polizia di Stato. Questa è stata una scelta o un'assegnazione?
«Per me la Polizia Stradale è stata una scelta e io sono felice di averla fatta perché mi ha sempre affascinato l'attività del poliziotto della stradale che non è, semplicemente, quello che dispensa verbali e sanzioni, sarebbe troppo riduttivo, ma è un poliziotto vicino al cittadino, soprattutto al cittadino che in strada vive situazioni difficili da gestire anche dal punto di vista emotivo».
Come giovane donna funzionaria di Polizia Stradale ha svolto negli ultimi mesi importanti attività e manifestazioni nazionali. In cosa consistono queste esperienze e in che cosa ha dovuto misurarsi?
«Ho partecipato a Sanremo, alle celebrazioni per il 172° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, a Tg2 motori e al Giro d'Italia, e poi al G7. Ho avuto l'onore di rappresentare la Polizia Stradale durante queste manifestazioni, svolgendo attività che viene definita di comunicazione. È un'attività a cui noi teniamo particolarmente, perché ci consente di svolgere una delle mansioni che ci viene demandata dall'articolo 11 del Codice della Strada, ovvero, la prevenzione, perché il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una mobilità senza vittime, per questo cerchiamo di parlare a tutti i cittadini sensibilizzandoli ad un uso corretto della strada. E queste manifestazioni sono un'occasione ideale per fare questo, perché si ha la possibilità di parlare a tante persone, cercando di raggiungerne il cuore, perché solo così riusciremo a realizzare il nostro obiettivo di una mobilità a vittime zero»
Cosa diresti a chi magari vorrebbe avvicinarsi a questo lavoro?
«È una scelta da fare con la testa ma anche con il cuore perché nel momento in cui noi decidiamo di fare il concorso e di indossare questa divisa dobbiamo ricordarci che noi la indosseremo sempre, sia quando in servizio sia liberi dal servizio. Questa non è una professione come le altre, noi dobbiamo essere pronti ad intervenire sempre e dovunque vi sia qualcuno che ha bisogno di noi, a qualunque ora di qualunque giorno dell'anno, è un lavoro che potrebbe portarci a non avere degli orari regolari, a dover fare delle rinunce, e tutto questo può riguardare non solo noi, ma anche le persone che ci stanno accanto. Quindi, scegliamo di entrare in Polizia con la testa ma soprattutto col cuore».
Qual è la situazione della BAT, rispetto alle regole della strada?
«Purtroppo il rispetto alla lettera del Codice della Strada è un punctum dolens generalizzato. Quello che riscontriamo più frequentemente è il mancato rispetto di regole di base, quali quelle sull'uso di cinture, cellulari, dispositivi di ritenuta per bambini, rispetto di limiti di velocita e di percentuali di tasso alcolemico consentite alla guida. Noi, con la nostra presenza vogliamo cercare di far comprendere prima la ratio di queste regole e poi l'importanza della loro applicazione, affinché non vengano lette come una limitazione alla nostra libertà, ma come un prezioso alleato della nostra sicurezza».
La sezione di Polizia Stradale B.A.T. nata nel 2021, è impegnata quotidianamente su più fronti: prevenzione del fenomeno infortunistico, rivelazione degli incidenti stradali e accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale.
Da ottobre 2023, la dottoressa Lucia Adele Merli dirige la sezione di Polizia Stradale B.A.T., uno degli uffici più sensibili e operativi del corpo della Polizia stradale in un territorio che si presenta vulnerabile ma dalle grandi potenzialità.
Abbiamo incontrato la dottoressa Lucia Adele Merli per comprendere più da vicino l'importanza di questa specialità della Polizia di Stato nel nostro territorio e la situazione panoramica della sesta provincia.
Una breve descrizione con le tappe più importanti della sua carriera, ad esempio quando è entrata in Polizia, quindi il suo percorso professionale.
«Ho partecipato al concorso per commissari della Polizia di Stato nel 2018 e nel settembre dello stesso anno sono stata avviata al corso di formazione. A marzo del 2020, al termine del corso, sono stata poi destinata alla mia prima sede di servizio che è stato l'istituto per sovrintendenti "Rolando Lanari" di Spoleto, quindi mi sono occupata di formazione – spiega il Dirigente Lucia Adele Merli - Per circa tre anni e mezzo mi occupavo di predisporre il planning delle attività didattiche dei giovani colleghi e altri eventi in cui ponevamo l'accento sull'aspetto deontologico e anche sulla cura dell'assetto formale, che è un aspetto fondamentale, secondo me, non soltanto quando siamo al corso, ma anche dopo, nella vita operativa, quando siamo al servizio del cittadino»
Perché considera importante l'assetto formale? «L'assetto formale è fondamentale, perché vedere un poliziotto composto, che porta la divisa in un certo modo, in maniera ordinata, che si pone in maniera deontologicamente corretta anche con il cittadino, fa un altro effetto. Questo è uno di quei casi in cui possiamo dire che la forma è anche sostanza, perché un poliziotto con una divisa in perfetto ordine ispira un'elevata fiducia nel cittadino»
Qual è un primo bilancio di questa esperienza, tenuto conto che lei proviene dall'istituto per sovraintendi di Spoleto, realtà geografiche e lavorative diverse.
«È un incarico molto diverso da quello che ho ricoperto prima nel mondo della formazione, è sicuramente molto impegnativo, ma anche molto gratificante, impegnativo perché richiede tanto in termini di costanza, impegno e sacrificio, però mi dà tanto in termini di soddisfazione personale e professionale, non mi annoio mai perché è molto variegato, cioè la mia attività si compone di tanti tasselli, tutti diversi tra loro ma importanti in ugual misura, perché io passo dall'attività burocratica in ufficio a momenti di operatività su strada, alle attività di sensibilizzazione della cittadinanza, al rispetto delle regole e dunque, ad un uso consapevole della strada – aggiunge - Sono qui da ottobre 2023. Il mio bilancio è positivo. C'è ancora tanto da costruire. Il fatto di poter dare un contributo, nel mio piccolo, alla crescita di questa sezione è un motivo di grande orgoglio per me, è molto stimolante anche perché la Bat è un territorio forse ancora un po' vulnerabile, ancora tutto nuovo, ma sicuramente un territorio dalle grandi potenzialità. È una bella sfida essere qui».
La Polizia stradale è una specialità tra le più importanti della Polizia di Stato. Questa è stata una scelta o un'assegnazione?
«Per me la Polizia Stradale è stata una scelta e io sono felice di averla fatta perché mi ha sempre affascinato l'attività del poliziotto della stradale che non è, semplicemente, quello che dispensa verbali e sanzioni, sarebbe troppo riduttivo, ma è un poliziotto vicino al cittadino, soprattutto al cittadino che in strada vive situazioni difficili da gestire anche dal punto di vista emotivo».
Come giovane donna funzionaria di Polizia Stradale ha svolto negli ultimi mesi importanti attività e manifestazioni nazionali. In cosa consistono queste esperienze e in che cosa ha dovuto misurarsi?
«Ho partecipato a Sanremo, alle celebrazioni per il 172° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, a Tg2 motori e al Giro d'Italia, e poi al G7. Ho avuto l'onore di rappresentare la Polizia Stradale durante queste manifestazioni, svolgendo attività che viene definita di comunicazione. È un'attività a cui noi teniamo particolarmente, perché ci consente di svolgere una delle mansioni che ci viene demandata dall'articolo 11 del Codice della Strada, ovvero, la prevenzione, perché il nostro obiettivo è quello di arrivare ad una mobilità senza vittime, per questo cerchiamo di parlare a tutti i cittadini sensibilizzandoli ad un uso corretto della strada. E queste manifestazioni sono un'occasione ideale per fare questo, perché si ha la possibilità di parlare a tante persone, cercando di raggiungerne il cuore, perché solo così riusciremo a realizzare il nostro obiettivo di una mobilità a vittime zero»
Cosa diresti a chi magari vorrebbe avvicinarsi a questo lavoro?
«È una scelta da fare con la testa ma anche con il cuore perché nel momento in cui noi decidiamo di fare il concorso e di indossare questa divisa dobbiamo ricordarci che noi la indosseremo sempre, sia quando in servizio sia liberi dal servizio. Questa non è una professione come le altre, noi dobbiamo essere pronti ad intervenire sempre e dovunque vi sia qualcuno che ha bisogno di noi, a qualunque ora di qualunque giorno dell'anno, è un lavoro che potrebbe portarci a non avere degli orari regolari, a dover fare delle rinunce, e tutto questo può riguardare non solo noi, ma anche le persone che ci stanno accanto. Quindi, scegliamo di entrare in Polizia con la testa ma soprattutto col cuore».
Qual è la situazione della BAT, rispetto alle regole della strada?
«Purtroppo il rispetto alla lettera del Codice della Strada è un punctum dolens generalizzato. Quello che riscontriamo più frequentemente è il mancato rispetto di regole di base, quali quelle sull'uso di cinture, cellulari, dispositivi di ritenuta per bambini, rispetto di limiti di velocita e di percentuali di tasso alcolemico consentite alla guida. Noi, con la nostra presenza vogliamo cercare di far comprendere prima la ratio di queste regole e poi l'importanza della loro applicazione, affinché non vengano lette come una limitazione alla nostra libertà, ma come un prezioso alleato della nostra sicurezza».