Interventi della Regione per contenere i cinghiali: la protesta raggiunge Andria
Il raid compiuto nottetempo in contrada Zaganellaro, ha riproposto il tema della sicurezza
martedì 22 ottobre 2024
10.16
Scorribande non stop dei branchi di cinghiali a caccia di cibo e acqua, che spostandosi da un territorio all'altro, percorrendo fino a 40 chilometri alla volta, divorano i raccolti e danneggiano anche gli impianti nelle campagne, come sta avvenendo nell'area rurale di Andria. L'ultimo grave episodio avvenuto nottetempo in contrada Zaganellaro. La denuncia arriva da Coldiretti Puglia, in relazione alle scorribande nella provincia Barletta Andria Trani di interi raccolti di ortaggi, rape e altre colture di stagione, dalle piantine al prodotto già maturo per la raccolta, distruggendo anche i tubi degli impianti irrigui.
Va accelerato l'iter per il piano straordinario che accompagnerà il PRIU, il Piano regionale di interventi urgenti relativi alla gestione del cinghiale, di cui la Regione Puglia si è dotata già dal 2022, adeguandolo alle norme nazionali, in un lavoro congiunto tra l'assessorato regionale all'Agricoltura e all'Ambiente, con il sistema dei parchi regionali e nazionali e delle Reti Natura 2000, i rappresentanti degli agricoltori, riuniti attorno ad un tavolo di coordinamento con funzioni consultive e propositive in materia di gestione e contenimento della fauna selvatica, con compiti di disamina del raggiungimento dei target per la mitigazione degli impatti e dei rischi potenziali causati dalla specie Sus scrofa sulle attività antropiche, sull'ambiente e sulla biodiversità, e di ricognizione delle attività poste in atto dagli enti gestori dei parchi nazionali e regionali.
Con la Puglia invasa da 250mila cinghiali, non c'è solo la peste dei cinghiali, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno – insiste Coldiretti Puglia - divenute l'eldorado dei cinghiali che devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi.
In Puglia sono stati 3 i morti nel 2023, ma sono centinaia gli incidenti stradali all'anno causati dai cinghiali con gli automobilisti coinvolti che non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni, secondo una stima di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Osservatorio Asaps in occasione della mobilitazione a Bari. Una vera e propria emergenza che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti per la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti Puglia – che dilaga dalla collina alla pianura, dalle zone vicino ai bacini fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all'83% dei residenti.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi. con un danno complessivo stimato pari ad oltre 30 milioni di euro.
Va accelerato l'iter per il piano straordinario che accompagnerà il PRIU, il Piano regionale di interventi urgenti relativi alla gestione del cinghiale, di cui la Regione Puglia si è dotata già dal 2022, adeguandolo alle norme nazionali, in un lavoro congiunto tra l'assessorato regionale all'Agricoltura e all'Ambiente, con il sistema dei parchi regionali e nazionali e delle Reti Natura 2000, i rappresentanti degli agricoltori, riuniti attorno ad un tavolo di coordinamento con funzioni consultive e propositive in materia di gestione e contenimento della fauna selvatica, con compiti di disamina del raggiungimento dei target per la mitigazione degli impatti e dei rischi potenziali causati dalla specie Sus scrofa sulle attività antropiche, sull'ambiente e sulla biodiversità, e di ricognizione delle attività poste in atto dagli enti gestori dei parchi nazionali e regionali.
Con la Puglia invasa da 250mila cinghiali, non c'è solo la peste dei cinghiali, ma è allarme per la sicurezza delle persone in campagna e città con i branchi che si spingono fin dentro i centri urbani, fra macchine in sosta, carrozzine con bambini e anziani che vanno a fare la spesa, con le aree della Murgia barese e tarantina, del Gargano e del subappennino dauno – insiste Coldiretti Puglia - divenute l'eldorado dei cinghiali che devastano i raccolti divorando lenticchie di Altamura. cicerchie, fave, ceci e piselli, broccoletti, ortaggi, piantine appena seminate di favino e grano, uva soprattutto su vite a spalliera, frutta scuotendo gli alberi, tutto il sottobosco e la biodiversità dei boschi e dei parchi.
In Puglia sono stati 3 i morti nel 2023, ma sono centinaia gli incidenti stradali all'anno causati dai cinghiali con gli automobilisti coinvolti che non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi rimborsati i danni, secondo una stima di Coldiretti Puglia sulla base dei dati Osservatorio Asaps in occasione della mobilitazione a Bari. Una vera e propria emergenza che mette a rischio la sicurezza e la salute degli automobilisti per la presenza di animali selvatici e di cinghiali, che possono arrivare a un quintale e mezzo di peso e 150 centimetri di lunghezza. Una paura – evidenzia Coldiretti Puglia – che dilaga dalla collina alla pianura, dalle zone vicino ai bacini fino a quelle sul mare, ma nei piccoli centri di provincia con meno di cinquemila abitanti sale addirittura all'83% dei residenti.
In Puglia sono enormi i danni causati dalla fauna selvatica, con i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, come anche i lupi e i cani inselvatichiti, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, le lepri divorano letteralmente interi campi di ortaggi, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i pappagalli verdi si cibano di frutta e mandorle e il killer dei mari, il granchio blu che stermina vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi. con un danno complessivo stimato pari ad oltre 30 milioni di euro.