Incursione nella notte di alcuni lupi alla masseria San Vittore: sbranate quattro capre
Non è la prima razzia che compiono i lupi. Don Riccardo Agresti: "Confido in qualche benefattore che ci porti degli animali da poter allevare"
sabato 17 agosto 2024
13.06
Quattro capre, di piccola taglia, sono state sbranate da alcuni lupi che sono penetrati all'interno di un recinto situato a ridosso dei fabbricati della masseria San Vittore, località a pochi chilometri da Castel del Monte, locali che ospitano il progetto diocesano "Senza Sbarre".
Non è la prima volta che i lupi compiono razzie all'interno della masseria. In un'altra occasione, ad esser uccise sono state alcune galline, animali da cortile allevati dai detenuti residenziali e semiresidenziali, presenti nel complesso murgiano di proprietà della diocesi di Andria.
Una incursione che è costata il ferimento ad una zampa di uno dei cani che sono presenti nella masseria. I latrati dei cani e la lotta per cercare di salvare le capre assalite dai lupi sono state distintamente udite dalle persone presenti nella tarda serata di ieri venerdì 16 agosto in masseria, che non hanno potuto far altro che restare all'interno dei fabbricati ed attendere che i lupi andassero via.
"Sono rammaricato per quanto accaduto" -sottolinea Don Riccardo Agresti, che con Don Vincenzo Giannelli, sono i due "pilasti" che animano questo progetto di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti, voluto dal Vescovo diocesano Mons. Luigi Mansi, i cui ospiti sono affidati al percorso della "giustizia riparativa" in atto con successo già da alcuni anni, ritenuto particolarmente incisivo tanto da essere stato validato da istituzioni pubbliche laiche e religiose. Purtroppo questo luogo solitario della Murgia andriese non è immune da situazioni che ne hanno messo in pericolo la sua esistenza. Basti pensare al vasto incendio che il 26 agosto dello scorso anno distrusse alcuni ettari attigui alla masseria San Vittore. In quell'occasione alcuni individui, poi riconosciuti, misero fuoco a dei terreni circostanti la masseria, mandando distrutti alcuni ettari di arborato e di uliveto. Il fuoco lambì alcuni locali e l'abitazione in cui vivono alcuni degli ospiti presenti alla masseria di San Vittore. Pochi mesi fa, alcuni cacciatori, colpirono gravemente una scrofa con alcuni pallini da caccia, che fu salvata solo grazie all'intervento di alcuni agricoltori della zona, che riuscirono a salvarla dalle ferite procurategli.
"La perdita di questi animali è un duro colpo per la nostra comunità. Anche le capre e le galline contribuiscono con i prodotti della terra a sostenere concretamente questo progetto di reinserimento sociale. Noi viviamo delle vendite dei nostri prodotti e pertanto perdere in questo modo i nostri animali, ci rattrista molto. Faccio appello a quanti vogliono sostenerci ed aiutarci nel cammino che stiamo compiendo, a domarci altri animali da cortile o di piccola taglia, come capre e pecore. Confido in qualche benefattore che ci porti degli animali da poter allevare. Dal latte e dalla loro carne, potremo ottenere i prodotti che servono al sostentamento di questa nostra missione sociale".
Non è la prima volta che i lupi compiono razzie all'interno della masseria. In un'altra occasione, ad esser uccise sono state alcune galline, animali da cortile allevati dai detenuti residenziali e semiresidenziali, presenti nel complesso murgiano di proprietà della diocesi di Andria.
Una incursione che è costata il ferimento ad una zampa di uno dei cani che sono presenti nella masseria. I latrati dei cani e la lotta per cercare di salvare le capre assalite dai lupi sono state distintamente udite dalle persone presenti nella tarda serata di ieri venerdì 16 agosto in masseria, che non hanno potuto far altro che restare all'interno dei fabbricati ed attendere che i lupi andassero via.
"Sono rammaricato per quanto accaduto" -sottolinea Don Riccardo Agresti, che con Don Vincenzo Giannelli, sono i due "pilasti" che animano questo progetto di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti, voluto dal Vescovo diocesano Mons. Luigi Mansi, i cui ospiti sono affidati al percorso della "giustizia riparativa" in atto con successo già da alcuni anni, ritenuto particolarmente incisivo tanto da essere stato validato da istituzioni pubbliche laiche e religiose. Purtroppo questo luogo solitario della Murgia andriese non è immune da situazioni che ne hanno messo in pericolo la sua esistenza. Basti pensare al vasto incendio che il 26 agosto dello scorso anno distrusse alcuni ettari attigui alla masseria San Vittore. In quell'occasione alcuni individui, poi riconosciuti, misero fuoco a dei terreni circostanti la masseria, mandando distrutti alcuni ettari di arborato e di uliveto. Il fuoco lambì alcuni locali e l'abitazione in cui vivono alcuni degli ospiti presenti alla masseria di San Vittore. Pochi mesi fa, alcuni cacciatori, colpirono gravemente una scrofa con alcuni pallini da caccia, che fu salvata solo grazie all'intervento di alcuni agricoltori della zona, che riuscirono a salvarla dalle ferite procurategli.
"La perdita di questi animali è un duro colpo per la nostra comunità. Anche le capre e le galline contribuiscono con i prodotti della terra a sostenere concretamente questo progetto di reinserimento sociale. Noi viviamo delle vendite dei nostri prodotti e pertanto perdere in questo modo i nostri animali, ci rattrista molto. Faccio appello a quanti vogliono sostenerci ed aiutarci nel cammino che stiamo compiendo, a domarci altri animali da cortile o di piccola taglia, come capre e pecore. Confido in qualche benefattore che ci porti degli animali da poter allevare. Dal latte e dalla loro carne, potremo ottenere i prodotti che servono al sostentamento di questa nostra missione sociale".