Incidente ferroviario tra Andria e Corato: ci sono 19 persone indagate
Daniela Castellano (Astip): «Con 20 incidenti sfiorati e taciuti, la Regione revochi il servizio a Ferrotramviaria»
lunedì 11 dicembre 2017
12.50
Si sono concluse le indagini sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria - Corato nel quale persero la vita 23 persone e ne rimasero ferite 50.
La Procura di Trani ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 19 persone.
Tra gli indagati ci sono: Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, i capistazione delle stazioni di Corato e di Andria, il capotreno Nicola Lorizzo, e il dcc Francesco Pistolato.
Inoltre, nell'elenco ci sono anche due dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti poiché non adottarono "provvedimenti urgenti"perché la rete venisse adeguata..
Tra i 19 indagati ci sono dirigenti e amministratori di Ferrotramviaria, tra i quali il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; 3 sono funzionari dell'Ustif, l'ente del ministero dei Trasporti che fino al settembre 2016 ha vigilato sulla sicurezza dei treni delle reti locali; e poi Virginio Di Giambattista ed Elena Molinaro: il primo a capo della Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto ad Impianti Fissi e il Trasporto Pubblico Locale, la seconda altra dirigente ministeriale.
Il pool di magistrati che ha condotto le indagini, guidate dal Procuratore Antonino Di Maio e affidata al pool di sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano, hanno contestato a vario titolo agli indagati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose.
Le indagini non hanno riguardato soltanto soltanto gli errori effettuati dal personale in servizio, ma anche responsabilità a livello superiore come il mancato impiego da parte di Ferrotramviaria di fondi per l'installazione del blocco conta assi, un sistema di sicurezza in grado di ridurre i rischi di incidente .
Inoltre, stando a quanto contestato dalla Procura, non sarebbero state rispettate le direttive sulla sicurezza del lavoro e non sarebbero stati comunicati alla DIGIFEMA (Direzione generale del ministero per le investigazioni ferroviarie e marittime) una serie di incidenti mancati tra il 2012 e il 2016.
«Sono felice che la Procura abbia indagato a 360 gradi e sia arrivata sino al Ministero delle Infrastrutture che avrebbe dovuto modernizzare un sistema di sicurezza fermo agli anni '50. – afferma Daniela Castellano, figlia di una vittima e fondatrice dell'Astip (Associazione Strage Treni in Puglia 12 luglio 2016) – Inizia ora un periodo difficile, quello del processo, ma nessuno ci fermerà. I colpevoli dovranno scontare la loro pena.
Ci aspettiamo che la Regione revochi la concessione del servizio a Ferrotramviaria per lasciarla alle Ferrovie dello Stato. Dopotutto, con i 20 incidenti sfiorati e taciuti, hanno dimostrato ancora una volta di non saper gestire il servizio».
La Procura di Trani ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 19 persone.
Tra gli indagati ci sono: Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, i capistazione delle stazioni di Corato e di Andria, il capotreno Nicola Lorizzo, e il dcc Francesco Pistolato.
Inoltre, nell'elenco ci sono anche due dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti poiché non adottarono "provvedimenti urgenti"perché la rete venisse adeguata..
Tra i 19 indagati ci sono dirigenti e amministratori di Ferrotramviaria, tra i quali il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; 3 sono funzionari dell'Ustif, l'ente del ministero dei Trasporti che fino al settembre 2016 ha vigilato sulla sicurezza dei treni delle reti locali; e poi Virginio Di Giambattista ed Elena Molinaro: il primo a capo della Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto ad Impianti Fissi e il Trasporto Pubblico Locale, la seconda altra dirigente ministeriale.
Il pool di magistrati che ha condotto le indagini, guidate dal Procuratore Antonino Di Maio e affidata al pool di sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano, hanno contestato a vario titolo agli indagati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose.
Le indagini non hanno riguardato soltanto soltanto gli errori effettuati dal personale in servizio, ma anche responsabilità a livello superiore come il mancato impiego da parte di Ferrotramviaria di fondi per l'installazione del blocco conta assi, un sistema di sicurezza in grado di ridurre i rischi di incidente .
Inoltre, stando a quanto contestato dalla Procura, non sarebbero state rispettate le direttive sulla sicurezza del lavoro e non sarebbero stati comunicati alla DIGIFEMA (Direzione generale del ministero per le investigazioni ferroviarie e marittime) una serie di incidenti mancati tra il 2012 e il 2016.
«Sono felice che la Procura abbia indagato a 360 gradi e sia arrivata sino al Ministero delle Infrastrutture che avrebbe dovuto modernizzare un sistema di sicurezza fermo agli anni '50. – afferma Daniela Castellano, figlia di una vittima e fondatrice dell'Astip (Associazione Strage Treni in Puglia 12 luglio 2016) – Inizia ora un periodo difficile, quello del processo, ma nessuno ci fermerà. I colpevoli dovranno scontare la loro pena.
Ci aspettiamo che la Regione revochi la concessione del servizio a Ferrotramviaria per lasciarla alle Ferrovie dello Stato. Dopotutto, con i 20 incidenti sfiorati e taciuti, hanno dimostrato ancora una volta di non saper gestire il servizio».