Incandidabilità Sindaci: l'Anci Puglia contro "la norma discriminatoria e antidemocratica"
Una nota inviata alle segreterie politiche della regione
sabato 11 gennaio 2025
4.18
Appello Anci Puglia alle Segreterie per eliminazione della norma discriminatoria e antidemocratica.
Riportiamo di seguito il testo della nota inviata alle segreterie politiche della regione, con cui ANCI Puglia sollecita un intervento immediato verso i propri consiglieri regionali, per cancellare la norma che impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato.
Gentilissimi Segretari,
facciamo seguito alla nota diffusa lo scorso 20 dicembre e, a nome dei Sindaci pugliesi, senza distinzione di schieramento politico, rivolgiamo un appello unanime e trasversale alle Segreterie politiche dei partiti che compongono la costellazione del Consiglio regionale della Puglia.
Ribadiamo con convinzione che l'emendamento relativo alla incandidabilità dei Sindaci è un atto ingiusto e discriminatorio, che risulta profondamente lesivo del principio costituzionale di uguaglianza e del diritto democratico di libero accesso alle cariche elettive, nonché del principio, sacrosanto e inviolabile, per i cittadini, di esercitare liberamente il proprio diritto di voto.
La disposizione in parola è stata introdotta mediante un emendamento approvato nottetempo nel contesto della manovra di bilancio e con voto segreto, in palese contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione democratica.
La legge impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia l'obbligo di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato, creando una disparità evidente rispetto ad altre categorie di cittadini eleggibili e un ingiusto danno per le comunità amministrate. Questo vincolo penalizza gravemente gli amministratori locali, limitando il loro diritto costituzionale a candidarsi, senza alcuna garanzia di essere inseriti nelle liste, riducendo le possibilità di scelta degli elettori.
Chiediamo alle Segreterie politiche di intervenire immediatamente, sollecitando i propri Consiglieri regionali a rivedere questa norma. È necessario un atto di responsabilità per ripristinare l'equità e garantire la piena partecipazione democratica, cancellando una disposizione che discrimina ingiustamente e – a nostro parere – illegittimamente, un'intera categoria di individui.
Confidiamo che la politica voglia riparare a questa ingiustizia, dimostrando sensibilità e apertura al dialogo e alla competizione elettorale democratica. Pertanto, chiediamo che possano essere adottate iniziative concrete e tempestive, onde evitare che la legittima tutela dei diritti dei Sindaci debba essere portata fino in sede giurisdizionale.
Invitiamo, dunque, le SS.VV. a prendere in debita considerazione il presente appello, manifestando cortesemente la Vostra posizione in merito con l'urgenza che il caso richiede.
Ripristiniamo insieme il pieno rispetto dei principi democratici a cui tutti, indistintamente, siamo chiamati.
La nota è stata firmata dalla Presidente Fiorenza Pascazio, dal Vicepresidente Vicario Michele Sperti e dai Vicepresidenti: Noè Andreano, Giovanna Bruno, Onofrio Di Cillo, Luciana Laera.
Riportiamo di seguito il testo della nota inviata alle segreterie politiche della regione, con cui ANCI Puglia sollecita un intervento immediato verso i propri consiglieri regionali, per cancellare la norma che impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato.
Gentilissimi Segretari,
facciamo seguito alla nota diffusa lo scorso 20 dicembre e, a nome dei Sindaci pugliesi, senza distinzione di schieramento politico, rivolgiamo un appello unanime e trasversale alle Segreterie politiche dei partiti che compongono la costellazione del Consiglio regionale della Puglia.
Ribadiamo con convinzione che l'emendamento relativo alla incandidabilità dei Sindaci è un atto ingiusto e discriminatorio, che risulta profondamente lesivo del principio costituzionale di uguaglianza e del diritto democratico di libero accesso alle cariche elettive, nonché del principio, sacrosanto e inviolabile, per i cittadini, di esercitare liberamente il proprio diritto di voto.
La disposizione in parola è stata introdotta mediante un emendamento approvato nottetempo nel contesto della manovra di bilancio e con voto segreto, in palese contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione democratica.
La legge impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia l'obbligo di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato, creando una disparità evidente rispetto ad altre categorie di cittadini eleggibili e un ingiusto danno per le comunità amministrate. Questo vincolo penalizza gravemente gli amministratori locali, limitando il loro diritto costituzionale a candidarsi, senza alcuna garanzia di essere inseriti nelle liste, riducendo le possibilità di scelta degli elettori.
Chiediamo alle Segreterie politiche di intervenire immediatamente, sollecitando i propri Consiglieri regionali a rivedere questa norma. È necessario un atto di responsabilità per ripristinare l'equità e garantire la piena partecipazione democratica, cancellando una disposizione che discrimina ingiustamente e – a nostro parere – illegittimamente, un'intera categoria di individui.
Confidiamo che la politica voglia riparare a questa ingiustizia, dimostrando sensibilità e apertura al dialogo e alla competizione elettorale democratica. Pertanto, chiediamo che possano essere adottate iniziative concrete e tempestive, onde evitare che la legittima tutela dei diritti dei Sindaci debba essere portata fino in sede giurisdizionale.
Invitiamo, dunque, le SS.VV. a prendere in debita considerazione il presente appello, manifestando cortesemente la Vostra posizione in merito con l'urgenza che il caso richiede.
Ripristiniamo insieme il pieno rispetto dei principi democratici a cui tutti, indistintamente, siamo chiamati.
La nota è stata firmata dalla Presidente Fiorenza Pascazio, dal Vicepresidente Vicario Michele Sperti e dai Vicepresidenti: Noè Andreano, Giovanna Bruno, Onofrio Di Cillo, Luciana Laera.