In viaggio verso il Sol Levante. L'esperienza di Luca sulla strada di Francesco

Una borsa di studio consentirà ad uno studente dell'Industriale di raggiungere il Giappone

lunedì 5 giugno 2017 15.29
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».

Con queste brevi battute intrise di significato e incise nel romanzo cult "On the road", il celebre scrittore statunitense Jack Kerouac esprimeva l'inestimabile valore conferito al viaggio nel suo aspetto più primordiale: zaino in spalla e la strada come compagna, la sola in grado di indirizzare il cammino.

Nessuna meta specifica perché in fondo la bellezza di un viaggio risiede nel tragitto carico di prove ed esperienze indimenticabili. Viaggiare per crescere, viaggiare per cambiare. Da sempre il viaggio rappresenta o per lo meno dovrebbe rappresentare, l'ambizione a cui aspirare nel corso della propria vita. Perché il viaggio è scoperta è arricchimento è emozione. Un 'esperienza appagante che ti porta a muovere i passi lontano dai luoghi famigliari alla volta di nuove realtà, nuovi paesi, nuovi vissuti, diversi stili di vita.

D'altronde sin dall'antichità il viaggio è visto come il mezzo migliore per accrescere il proprio bagaglio esperienziale, per ampliare le proprie conoscenze, per fare esperienza diretta del mondo, della vita al di fuori dei propri confini materiali e umani. "Lascia i tuoi luoghi e cerca altri lidi, o giovane, e ti si apriranno più vasti orizzonti" scriveva Petronio illustre scrittore latino e come dargli torto.

Viaggiare non è semplice turismo ma qualcosa di più, quel qualcosa che di ritorno a casa ti spinge dire in tutta onestà: "Sono cambiato!" In effetti è proprio il caso di dire che il viaggio ti inizia a vita nuova. Certo tutto ciò comporta sacrifici, l'abbandono della propria quotidianità a favore di un'incognita ed è solo la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e la consapevolezza dei frutti che questa esperienza produce, a motivarne la scelta.

Lasciare istintivamente la propria vita e buttarsi in una nuova avventura senza sapere con precisione cosa potrà accadere lontano dai propri affetti: una sfida difficile ma nello stesso tempo un'opportunità di crescita senza eguali. A molti questa idea non sfiora nemmeno.

Non è il caso di Luca Marcone, studente della scuola media superiore Itis "sen. Onofrio Jannuzzi" di Andria il quale si è aggiudicato la borsa di studio istituita in memoria di Francesco Ludovico Tedone, rimasto vittima del disastro ferroviario del 12 luglio. Spetterà dunque a Luca portare a termine ciò che ha iniziato Francesco, un'esperienza formativa della durata di un anno in Giappone. Stessa strada, stessa meta, stesso sogno. Ma da dove è nata l'idea di intraprendere questa esperienza così stravolgente in un Paese tanto lontano quanto diverso dal nostro?

"E' nato tutto per caso" ci spiega Luca in un intervista rilasciata assieme al papà Giuseppe -carabiniere in servizio alla Compagnia di Andria-orgoglioso della scelta del figlio che ha voluto supportare sin dall'inizio.

"Ho cominciato a pensare all'idea di affrontare questa esperienza quando a settembre sono venuti nella nostra scuola dei volontari del progetto Intercultura che ci hanno esposto la possibilità di aderire a tale iniziativa spiegandoci di cosa si trattasse. L'idea mi ha subito colpito soprattutto considerando la meta. Adoro il Giappone e la sua cultura. Da quando ero bambino mi divertivo a leggere i manga o a vedere i cartoon giapponesi e sognavo che un giorno avrei potuto vedere con i miei occhi ciò che prima d'ora potevo solo immaginare o apprendere attraverso uno schermo".

Certamente sarà difficile sia per il ragazzo che per la sua famiglia affrontare la lontananza ma forte è stata la volontà del papà Giuseppe di appoggiare la decisione del figlio: "Non potevo dire di no" ci dice il padre: "Da quando era bambino Luca sognava di andare in Giappone. Addirittura per il suo diciottesimo compleanno ci chiese il viaggio per regalo anziché festeggiare come la maggior parte dei ragazzi. Per questo motivo, come ci si è presentata questa occasione, sono subito stato dalla sua parte e devo dire che Luca si è impegnato moltissimo affinché riuscisse ad aggiudicarsi la borsa di studio".

In effetti come ci ha spiegato Luca, lo scorso novembre ci sono state le selezioni attraverso test attitudinali alle quali hanno partecipato più di 50 ragazzi a livello locale. Questa borsa di studio finanziata dalla Fondazione Vincenzo Casillo, dalle scuole di Corato coordinate, dagli amici di Francesco e Interact club di Corato, dall'istituto "Iannuzzi", dalla famiglia Tedone, dagli amici di Angela e Vincenza Tedone e dal Rotary Club di Corato, era destinata ai soli ragazzi residenti nel nostro paese proprio per rimanere nel solco dell'esperienza di Francesco Ludovico Tedone anche lui coratino.

Il 30 gennaio i ragazzi hanno avuto l'esito del concorso e Luca ha potuto finalmente vedere realizzato il suo sogno: "L'ho sognato per molto tempo e ci ho messo un po' per realizzare che effettivamente ce l'avevo fatta. Tutt'ora non comprendo ciò che succederà dal giorno della mia partenza in poi ma non vedo l'ora di iniziare questa esperienza" ci ha riferito Luca che già da tempo si sta cimentando nello studio della lingua giapponese, requisito fondamentale per poter ambientarsi al meglio nella nuova realtà in cui andrà a vivere per un anno. Luca infatti sarà ospitato da una famiglia giapponese e per tutto il tempo in cui vivrà in Giappone, dovrà frequentare la scuola. Sarà questo un anno di studio dunque e per prepararsi, Luca ha già dovuto frequentare dei corsi, di cui l'ultimo a Roma, per apprendere le nozioni base sul Paese e sulla sua cultura.

"Sarà, questa un'opportunità di crescita che influirà sicuramente sul futuro del ragazzo sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista professionale" sostiene il papà Giuseppe fiero della volontà del figlio di intraprendere questo difficile tragitto.

Al termine di questo fantastico percorso formativo, il ragazzo potrà testimoniare ciò che ha fatto, visto, vissuto come avrebbe fatto Francesco Ludovico alla cui famiglia si sente ora legato: "Continuerò quello che lui ha già intrapreso" ribadisce Luca. "Ho parlato spesso con il fratello di Francesco che mi ha raccontato un po' di cose sul Giappone e sulla falsità di certi stereotipi come la freddezza del suo popolo ad esempio. Ha detto di impegnarmi perché all'inizio sarà tutto difficile ma ha detto anche di godermi questa esperienza perché sarà unica. Sono molto felice!"
luca marcone
luca marcone