In Puglia niente tamponi rapidi, l'allarme dei pediatri di famiglia

«Il ritorno a scuola è ad altissimo rischio, i genitori dovranno prendersi delle responsabilità», tuona il dottor Nigri (Fimp)

lunedì 9 novembre 2020
A cura di Elga Montani
I tamponi rapidi in Puglia sono ancora un miraggio. E il ritorno a scuola in presenza peggiorerà una situazione, stabilizzatasi in questi giorni proprio grazie alla chiusura della maggior parte degli istituti. Un protocollo nazionale permette a pediatri e medici di famiglia di effettuare i test, ma non chiarisce loro quali sia possibile fare. Inoltre, la Asl avrebbe dovuto predisporre dei luoghi adeguati esterni agli ambulatori dove poter effettuare questi tamponi antigenici, ma al momento non sono stati individuati. Inoltre, effettuare i test negli ambulatori espone tutti i pazienti ad un rischio che i medici vorrebbero evitare. Siamo quindi al punto di partenza, ovvero chiunque abbia bisogno di un tampone deve di nuovo fare la trafila, con la richiesta del medico al Dipartimento della Asl che dovrebbe poi chiamare per l'esecuzione.

«È stato firmato l'accordo, è stata fatta la riunione, ma al momento è solo teoria - sottolinea il segretario regionale di Fimp, dottor Nigri - non c'è al momento la possibilità di effettuare i tamponi antigenici in modo rapido. Siamo al punto di partenza, per fortuna l'ordinanza di Emiliano, quanto mai opportuna, ha bloccato un po' il contagio, per cui non abbiamo più avuto problemi di rientri, certificazioni, allontanamenti dalla scuola».

Da domani comunque si torna a scuola in presenza, e la mancanza della possibilità di effettuare i test rapidi potrebbe di nuovo sovraccaricare il sistema sanitario. «Con le scuole chiuse in una settimana 1600 ragazzi in meno in isolamento - aggiunge Nigri - se non avessimo chiuso le scuole non ne avremmo avuti 1600 in meno, ma ne avremmo avuti 4800 in più. I dirigenti scolastici hanno delle enormi responsabilità, perché non tutte le scuole sono state messe a norma. Tante mamme mi chiamano e finiscono per fare pari o dispari, i dirigenti non devono forzare, il momento è critico ed è meglio essere prudenti».

«Non è cambiato nulla, i test non ci sono, la scuola è ad altissimo rischio, i genitori dovranno prendersi le loro responsabilità - conclude Nigri - Gli insegnanti cominciano ad avere consapevolezza della situazione e iniziano a percepire il rischio. Con al riapertura della scuola, saranno proprio gli insegnanti ad essere falcidiati».