In agriturismi vendite dimezzate di cibo, vino ed olio evo per parziale chiusura ristorazione

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione

lunedì 2 novembre 2020 15.57
Negli agriturismi le vendite di cibi e bevande sono praticamente dimezzate per i provvedimenti di chiusura parziale della ristorazione con un impatto drammatico a valanga sull'intera filiera agroalimentare. E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti Puglia sulla base dei dati di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, sulle pesanti conseguenze dell'emergenza Covid sugli agriturismi in Puglia che danno lavoro ad oltre 5mila dipendenti.

L'emergenza rischia di penalizzare ingiustamente anche l'agriturismo che può contare secondo Campagna Amica su 850 agriturismi pugliesi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto. Si tratta forse – conclude Coldiretti – dei luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e alleggerire gli assembramenti nelle città.
"Il provvedimento di chiusura grava anche sugli 850 agriturismi regionali, alcuni dei quali hanno già deciso la chiusura, non risparmia la Puglia che ha già risentito della crisi causata dal Covid con 800mila turisti in meno, 3mila aziende chiuse e circa 7 mila posti di lavoro persi", denuncia Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.
"Il momento di criticità della ristorazione negli agriturismi – insiste il presidente De Miccolis - pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco".

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

"I nostri agriturismi non si fermano, perché hanno voglia di resistere e continuare ad accogliere in sicurezza i consumatori. Ma alle limitazioni alle attività di impresa devono corrispondere in tempi stretti sostegni economici – chiede il presidente De Miccolis - per dare liquidità ad aziende che devono sopravvivere all'emergenza Covid, come il taglio del costo del lavoro con la decontribuzione protratta anche per le prossime scadenze superando il limite degli aiuti di Stato, interventi a fondo perduto per agriturismi e ristoranti per incentivare l'acquisto di prodotti alimentari Made in Italy".