IMU terreni agricoli, dietrofront del Governo: rinvio di un mese
Anci Puglia: «Bisogna annullare questo provvedimento sbagliato»
lunedì 8 dicembre 2014
Si torna a parlare di IMU per i terreni agricoli e dopo l'annuncio del Sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, del rinvio di sei mesi immaginato per arginare le tante critiche giunte da ogni dove, sembra poter esserci un dietrofront che ha del clamoroso: secondo l'Anci Puglia, riunito con il Consiglio Direttivo sabato scorso, la Ragioneria di Stato avrebbe escluso uno slittamento a giugno 2015 ed avrebbe individuato il 26 gennaio come nuova data per il pagamento del tributo. In Puglia l'esenzione totale IMU prevista per i terreni agricoli nel 2013 riguardava ben 145 Comuni dei 258 totali. A seguito della revisione l'esenzione sarà confermata solo in 17 comuni (altitudine oltre i 600 m) tutti in provincia di Foggia). Nei 39 centri aventi altitudine compresa tra fra i 281 e i 600 metri, l'esenzione resterà in vigore solo per i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Per i restanti 202 enti, con altitudine inferiore ai 281m, non è prevista alcuna esenzione.
«A seguito della riunione odierna (sabato 6 dicembre ndr) sulla questione IMU terreni agricoli - scrivono dal direttivo dell'Anci Puglia - dopo il confronto con i sindaci della regione, consideriamo del tutto insufficiente la proroga dei versamenti annunciata dal Governo, ritenendolo mero atto dovuto e inevitabile per gli evidenti problemi di carattere attuativo. Il differimento del termine non attenua il livello di tensione sociale per una imposta che resta inaccettabile e insostenibile. E' inammissibile da parte del Governo, chiedere ai Comuni di riscuotere l'IMU sui terreni agricoli per compensare, con un gettito incerto e improbabile, il taglio di 350 milioni già operato ai danni del Fondo di Solidarietà Comunale. La soluzione tecnica dell'"accertamento convenzionale" comporterà ulteriori difficoltà per le casse dei comuni, costretti ad accertare nei bilanci una entrata virtuale per compensare un taglio ai trasferimenti effettivo e reale».
Dopo la premessa la richiesta chiara e senza possibilità di fraintendimento: «I Comuni pugliesi chiedono l'annullamento definitivo dell'imposta mediante il ritiro del provvedimento - dicono ancora i Sindaci nel documento dell'ANCI Puglia - La retroattività della pretesa fiscale, l'incertezza dei criteri applicativi e gli effetti devastanti sui comuni e sulle comunità, ne evidenziano la possibile illegittimità costituzionale, l'iniquità e soprattutto l'inopportunità dell'imposta, visto che molti comuni interessati insistono in aree svantaggiate e fortemente esposte a fenomeni di dissesto idrogeologico e spopolamento. Il settore agricolo è trainante per l'economia pugliese, l'unico a registrare incrementi occupazionali e un ulteriore inasprimento fiscale risulterebbe assolutamente inaccettabile e insostenibile. La Puglia tutta, Comuni in testa, è impegnata pronta in una forte mobilitazione tesa alla eliminazione dell'imposta ed eventualmente a valutare possibili azioni giurisdizionali. I sindaci esprimono forte dissenso nei confronti del Governo, per la politica dei tagli lineari, per questo ricorso improvvisato alla decretazione d'urgenza che genera incertezza e sfiducia nella pubblica amministrazione, costringe i Comuni a fare da esattori dello Stato, esponendoli a continue contestazioni, perdita di credibilità da parte dei cittadini, oltre a privarli di capacità e azione di programmazione».
Secondo l'Anci, infine, serve il coinvolgimento di tutti per proseguire nella battaglia: «I Comuni chiedono il coinvolgimento fattivo dei parlamentari pugliesi e l'interessamento del coordinatore nazionale Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, Fabrizio Nardoni, per porre all'attenzione di tutti i colleghi assessori la gravissima problematica dell'introduzione dell'IMU agricola. I sindaci chiedono una azione forte e incisiva di Anci Nazionale nei confronti del Governo, su questa questione, sul ripristino del fondo di solidarietà comunale e sulla legge di stabilità, le cui aperture concordate ad oggi, non soddisfano i Comuni pugliesi e non tengono conto delle esigenze e delle specificità dei territori. Anci Puglia aprirà a brevissimo un tavolo tecnico con le associazioni di categoria del settore agricolo. Sarà predisposto un ordine del giorno da approvare in tutti Consigli comunali che sarà proposto anche ai Comuni delle altre regioni, il 16 dicembre, nella prossima riunione del Consiglio Nazionale Anci».
«A seguito della riunione odierna (sabato 6 dicembre ndr) sulla questione IMU terreni agricoli - scrivono dal direttivo dell'Anci Puglia - dopo il confronto con i sindaci della regione, consideriamo del tutto insufficiente la proroga dei versamenti annunciata dal Governo, ritenendolo mero atto dovuto e inevitabile per gli evidenti problemi di carattere attuativo. Il differimento del termine non attenua il livello di tensione sociale per una imposta che resta inaccettabile e insostenibile. E' inammissibile da parte del Governo, chiedere ai Comuni di riscuotere l'IMU sui terreni agricoli per compensare, con un gettito incerto e improbabile, il taglio di 350 milioni già operato ai danni del Fondo di Solidarietà Comunale. La soluzione tecnica dell'"accertamento convenzionale" comporterà ulteriori difficoltà per le casse dei comuni, costretti ad accertare nei bilanci una entrata virtuale per compensare un taglio ai trasferimenti effettivo e reale».
Dopo la premessa la richiesta chiara e senza possibilità di fraintendimento: «I Comuni pugliesi chiedono l'annullamento definitivo dell'imposta mediante il ritiro del provvedimento - dicono ancora i Sindaci nel documento dell'ANCI Puglia - La retroattività della pretesa fiscale, l'incertezza dei criteri applicativi e gli effetti devastanti sui comuni e sulle comunità, ne evidenziano la possibile illegittimità costituzionale, l'iniquità e soprattutto l'inopportunità dell'imposta, visto che molti comuni interessati insistono in aree svantaggiate e fortemente esposte a fenomeni di dissesto idrogeologico e spopolamento. Il settore agricolo è trainante per l'economia pugliese, l'unico a registrare incrementi occupazionali e un ulteriore inasprimento fiscale risulterebbe assolutamente inaccettabile e insostenibile. La Puglia tutta, Comuni in testa, è impegnata pronta in una forte mobilitazione tesa alla eliminazione dell'imposta ed eventualmente a valutare possibili azioni giurisdizionali. I sindaci esprimono forte dissenso nei confronti del Governo, per la politica dei tagli lineari, per questo ricorso improvvisato alla decretazione d'urgenza che genera incertezza e sfiducia nella pubblica amministrazione, costringe i Comuni a fare da esattori dello Stato, esponendoli a continue contestazioni, perdita di credibilità da parte dei cittadini, oltre a privarli di capacità e azione di programmazione».
Secondo l'Anci, infine, serve il coinvolgimento di tutti per proseguire nella battaglia: «I Comuni chiedono il coinvolgimento fattivo dei parlamentari pugliesi e l'interessamento del coordinatore nazionale Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni, Fabrizio Nardoni, per porre all'attenzione di tutti i colleghi assessori la gravissima problematica dell'introduzione dell'IMU agricola. I sindaci chiedono una azione forte e incisiva di Anci Nazionale nei confronti del Governo, su questa questione, sul ripristino del fondo di solidarietà comunale e sulla legge di stabilità, le cui aperture concordate ad oggi, non soddisfano i Comuni pugliesi e non tengono conto delle esigenze e delle specificità dei territori. Anci Puglia aprirà a brevissimo un tavolo tecnico con le associazioni di categoria del settore agricolo. Sarà predisposto un ordine del giorno da approvare in tutti Consigli comunali che sarà proposto anche ai Comuni delle altre regioni, il 16 dicembre, nella prossima riunione del Consiglio Nazionale Anci».