Imu sui terreni agricoli: arriva il rinvio di sei mesi

Nei giorni scorsi rivolta corale contro la decisione del Governo Renzi

venerdì 5 dicembre 2014 12.17
A cura di Stefano Massaro
E' stata una proficua rivolta corale effettuata da associazioni, sindacati, professionisti ed amministratori locali, uniti contro la decisione del Governo Renzi di modificare le esenzioni dell'IMU per i terreni agricoli ormai ex montani. La levata di scudi, infatti, ha prodotto un primo risultato e cioè quello di veder prorogato a giugno la scadenza attraverso un decreto legge che sarà presentato nei prossimi giorni nella manovra che è in esame al pacchetto della legge di stabilità. Il Governo, per bocca del sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, punta a sfruttare questo tempo per individuare criteri un pò più solidi con cui distinguere chi dovrà pagare da chi invece manterrà l'esenzione. Nulla cambia, invece, per i terreni che già pagavano l'Imu con le vecchie regole. In ogni caso, problema principale all'entrata in vigore di questo strumento da cui il Governo puntava a recuperare 350 milioni di euro, è stato rappresentato dal calendario: la revisione delle esenzioni, infatti, è prevista fin da aprile, ma il decreto attuativo è spuntato solo a pochi giorni da una scadenza, quella del 16 dicembre, che avrebbe imposto a milioni di contribuenti di versare tutta l'Imu dell'anno con conseguenze importanti dal punto di vista economico.

La nuova IMU per i terreni agricoli, infatti, prevede la divisione in tre fasce per i Comuni, sulla base dell'«altitudine al centro», misurata cioè nel punto in cui si trova il municipio: l'esenzione totale sarebbe stata limitata ai Comuni con altitudine superiore a 600 metri, mentre fra 281 e 600 metri l'Imu non sarebbe corrisposta solo per i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Nei Comuni fino a 280 metri, invece, il pagamento spetterà a tutti. I terreni, in genere, non si trovano nella piazza centrale e questo un criterio avrebbe finito per ignorare la geografia dei tanti Comuni che hanno il centro abitato a un'altitudine inferiore rispetto ad ampie aree del territorio come per esempio la Città di Andria e l'ampia murgia alle pendici del Castel del Monte stabilmente oltre i 280 metri.