Il sindaco Giorgino incontra la principessa Beatrice di Borbone
Questa sera anche la messa in ricordo di Francesco Francioso
giovedì 8 settembre 2016
9.33
Il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, riceverà oggi a Palazzo di Città, alle 18.30, la principessa Beatrice di Borbone delle Due Sicilie Gran Prefetto del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Smoc) che più tardi, alle 19.00, parteciperà (questo il motivo principale della sua presenza ad Andria su invito della delegazione di Puglia e Basilicata del Smoc) alla messa di suffragio nell'anniversario della scomparsa del padre del delegato vicario dell'Ordine di San Giorgio, Francesco Francioso. Il rito religioso sarà officiato dal priore dell'Ordine, Mons. Giannicola Agresti, nella Parrocchia San Francesco di Andria. Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Smoc) è un Ordine Equestre che risale all'imperatore Costantino, pertanto è considerato uno dei più antichi ordini cavallereschi.
Il più noto documento inerente l'Ordine è del 1190 ed è lo statuto riformato dall'Imperatore d'Oriente Isacco IV Comneno. L'ultimo rappresentante della dinastia dei Comneno trasferì il Gran Magistero al Duca di Parma Francesco Farnese, tale trasferimento fu sancito dalla bolla 'Sincerae fidei' di Papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli di Spinazzola) nel 1697. La suprema dignità dell'Ordine giunge ai Borbone delle Due sicilie attraverso Elisabetta Farnese, ultima esponente della famiglia reggente il Ducato di Parma e madre di Carlo di Borbone. L'Ordine che si connota come dinastico-familiare e non nazionale con l'Unità d'Italia rimase prerogativa dei Dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, in quanto Carlo di Borbone, avendo trasferito i suoi diritti al figlio Ferdinando I, operò la separazione delle due Corone e Dinastie.
L'Ordine che ha costantemente ottenuto il riconoscimento da parte della Santa Sede, si propone finalità di alto contenuto religioso. Lo Stato italiano ha riconosciuto autorevolmente e formalmente la legittimità dell'Ordine, infatti i cittadini italiani insigniti delle onorificenze costantiniane possono fregiarsene nel rispetto delle prescrizioni previste dal relativo Dpr.
L'Ordine attraverso le delegazioni è rappresentato in tutte le Regioni d'Italia ed in varie parti del mondo. Il gran maestro Sar, il principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie Duca di Castro, regge l'Ordine con l'assistenza delle grandi cariche, tra cui il gran prefetto (Sar la Principessa Beatrice) ed il Gran Priore (un cardinale di Santa Romana Chiesa).
Il più noto documento inerente l'Ordine è del 1190 ed è lo statuto riformato dall'Imperatore d'Oriente Isacco IV Comneno. L'ultimo rappresentante della dinastia dei Comneno trasferì il Gran Magistero al Duca di Parma Francesco Farnese, tale trasferimento fu sancito dalla bolla 'Sincerae fidei' di Papa Innocenzo XII (Antonio Pignatelli di Spinazzola) nel 1697. La suprema dignità dell'Ordine giunge ai Borbone delle Due sicilie attraverso Elisabetta Farnese, ultima esponente della famiglia reggente il Ducato di Parma e madre di Carlo di Borbone. L'Ordine che si connota come dinastico-familiare e non nazionale con l'Unità d'Italia rimase prerogativa dei Dinastia dei Borbone delle Due Sicilie, in quanto Carlo di Borbone, avendo trasferito i suoi diritti al figlio Ferdinando I, operò la separazione delle due Corone e Dinastie.
L'Ordine che ha costantemente ottenuto il riconoscimento da parte della Santa Sede, si propone finalità di alto contenuto religioso. Lo Stato italiano ha riconosciuto autorevolmente e formalmente la legittimità dell'Ordine, infatti i cittadini italiani insigniti delle onorificenze costantiniane possono fregiarsene nel rispetto delle prescrizioni previste dal relativo Dpr.
L'Ordine attraverso le delegazioni è rappresentato in tutte le Regioni d'Italia ed in varie parti del mondo. Il gran maestro Sar, il principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie Duca di Castro, regge l'Ordine con l'assistenza delle grandi cariche, tra cui il gran prefetto (Sar la Principessa Beatrice) ed il Gran Priore (un cardinale di Santa Romana Chiesa).