Il profumo di Pasqua è la Pace
Riflessione di don Ettore Lestingi, presidente della Commissione Liturgica diocesana
domenica 17 aprile 2022
Gli avvenimenti della Pasqua di passione, morte e risurrezione di Cristo, sono accomunati da un segno che ha un grande valore evocativo: il profumo, essenza di Dio e fragranza della sua presenza nel mondo. Sei giorni prima della Pasqua, a Betania, nella casa dell'amicizia, Maria cosparse di nardo i piedi di Gesù, segno di un amore traboccante, capace di frantumare il vasetto di alabastro e di riempire della sua fragranza tutta la casa. Oggi, all'alba del giorno della risurrezione, Domenica che anticipa nell'oggi la Domenica senza tramonto, Maria Maddalena và al sepolcro con aromi per ungere il corpo del Maestro, quasi a voler coprire con profumi di vita l'odore di morte.
Pasqua è ungere con aromi di speranza l'umanità odorante di disperazione. La terra esala fumi maleodoranti di morte: pandemia, fame e guerra, sono la triade di morte che di tanto in tanto si sussegue nel corso dell'umanità e la Chiesa da sempre invoca: a nobis averte pestem, famem et bellum (allontana da noi la pandemia, la fame e la guerra). Ma c'è una profumo che oggi riempie tutta la terra: Cristo risorto, "Profumo diffuso", che raggiunge gli angoli più reconditi dell'esistenza umana. Non c'è limite spazio temporale che possa fermare la corsa della fragranza del Risorto. Tutto profuma di Vita, perché la vita, in duello con la morte, innalza il suo vessillo di vittoria.
Il profumo di Pasqua è la Pace.
Gesù manifestandosi ai suoi la sera di quello stesso giorno, disse: "Pace a voi". Dove c'è la Pace lì vi è la Pasqua, e dove c'è la Pasqua lì vi è Pace. Ma perché ci sia Pace vi è un aroma che dobbiamo mescolare con il profumo contenuto nelle ampolle della nostra vita: il perdono. Gesù risorto alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo e perdonate".
San Paolo nella Lettera ai Corinti afferma che i cristiani "sono il profumo di Cristo nel mondo".
Impegniamoci, allora, a profumare di vita il mondo, a cominciare dalle nostre relazioni famigliari, sociali ed ecclesiali, percorrendo sentieri tortuosi di perdono, ribaltando macigni che soffocano il nostro e il cuore degli altri, provocando la rovina dei sepolcri con il terremoto dell'amore. E sarà Pasqua.
Pasqua è ungere con aromi di speranza l'umanità odorante di disperazione. La terra esala fumi maleodoranti di morte: pandemia, fame e guerra, sono la triade di morte che di tanto in tanto si sussegue nel corso dell'umanità e la Chiesa da sempre invoca: a nobis averte pestem, famem et bellum (allontana da noi la pandemia, la fame e la guerra). Ma c'è una profumo che oggi riempie tutta la terra: Cristo risorto, "Profumo diffuso", che raggiunge gli angoli più reconditi dell'esistenza umana. Non c'è limite spazio temporale che possa fermare la corsa della fragranza del Risorto. Tutto profuma di Vita, perché la vita, in duello con la morte, innalza il suo vessillo di vittoria.
Il profumo di Pasqua è la Pace.
Gesù manifestandosi ai suoi la sera di quello stesso giorno, disse: "Pace a voi". Dove c'è la Pace lì vi è la Pasqua, e dove c'è la Pasqua lì vi è Pace. Ma perché ci sia Pace vi è un aroma che dobbiamo mescolare con il profumo contenuto nelle ampolle della nostra vita: il perdono. Gesù risorto alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo e perdonate".
San Paolo nella Lettera ai Corinti afferma che i cristiani "sono il profumo di Cristo nel mondo".
Impegniamoci, allora, a profumare di vita il mondo, a cominciare dalle nostre relazioni famigliari, sociali ed ecclesiali, percorrendo sentieri tortuosi di perdono, ribaltando macigni che soffocano il nostro e il cuore degli altri, provocando la rovina dei sepolcri con il terremoto dell'amore. E sarà Pasqua.