Il pericolo sviscerato nelle varie forme: il primo libro di Inchingolo

E' tutto andriese il lavoro «Perché ci piace il pericolo?»: ai nostri microfoni l'intervista esclusiva. Ieri la presentazione in una gremita sala della Libreria Mondadori di Andria

domenica 3 marzo 2013 12.14
A cura di Elettra Addario
Si è tenuta ad Andria, nella libreria Mondadori in via Bologna, la presentazione del primo libro del giovane andriese Roberto Inchingolo. «Perché ci piace il pericolo?», si chiede l'autore. Titolo del libro e fil rouge dell'intera trama: il pericolo, infatti, è spiegato sotto vari aspetti. Gioco d'azzardo, professione (stuntman), o semplice moda, il pericolo viene sviscerato in tutte le sue forme e pulsioni, senza mancare di precisi rifermenti scientifici. Si parla di dopamina e adrenalina, di Darwin ed evoluzione toccando anche Kant e Freud.

La sala gremita ha atteso con pazienza il suo turno per potersi interfacciare con Roberto con le più svariate domande: si parla del sociale, di sessualità, di adolescenza e anche di politica. Alla fine della presentazione abbiamo dialogato con lo stesso autore per porgli alcune domande e, sommerso da diverse copie del suo lavoro per gli autografi finali, dice «ho una brutta grafia» quasi scusandosene.

Sei laureato in Scienze Naturali a Bologna, Roberto. Quanto i tuoi studi hanno influito sull'ideazione e stesura di quest'opera?
«Sono sempre stato appassionato sin da piccolo al mondo naturale - dice Inchingolo - grazie agli studi universitari ed anche alla teoria dell'evoluzione, dopo la laurea ho seguito due master in scienze naturali. È grazie ad un'idea sviluppatasi in un corso d'editoria tenuto da Marta Fabbri al Sissa di Trieste, ho pensato di poter lavorare a questo libro. Non sapevo dove potevo arrivare, il mio è stato un percorso che posso definire in itinere. Mi sono interfacciato anche con l'economia per poter analizzare il gioco d'azzardo. Non l'avrei creduto prima».

Quali sono stati gli autori chiave per quest'analisi?
«Darwin, senza dubbio, per il suo apporto seminale per quel che riguarda l'evoluzione - dice ancora l'autore andriese - lui è la chiave di volta della biologia. Ma ho letto molto e di tante cose diverse. Ho quasi più letto che scritto! Ho letto Zuckerman, per le scale di misurazione della tendenza al pericolo (sensation seeking), Josef Ledoux per il suo apporto agli studi di neurobiologia ed anche molti economisti per quanto riguarda il gioco d'azzardo e il conseguente rischio economico».

Hai accennato ad un secondo lavoro, vuoi dirci qualcosa?
«Ho già un nuovo libro in cantiere. Parlerà di evoluzione perché non posso farne a meno e di animali, perché sono la mia passione - continua Inchingolo - questa volta affronto un tema più spinoso: la politica! O meglio la compagine politica degli animali e il loro sistema di governo. Sono sicuro abbiano molto da insegnarci!».

E difatti in chiusura ad una nostra richiesta di «commento» alle ultime elezioni politiche ci dice: «I politici danno poca attenzione alla scienza. Si dovrebbe parlare dal punto di vista scientifico facendo più attenzione alle fonti e ai dati reali. E invece ho notato la tendenza a voler parlare con superficialità senza fare riferimento a fonti documentate».