Il Liceo "Nuzzi" di Andria va al Petruzzelli di Bari per assistere alla Bohème di Giacomo Puccini
Una serata indimenticabile per i ragazzi del Nuzzi e per le loro professoresse, un appuntamento con l'opera che verrà sicuramente ripetuto
lunedì 25 dicembre 2023
8.07
Una esperienza dal sapore antico ma sempre attuale: prima della pausa natalizia settanta tra studenti e studentesse del Liceo Scientifico "Riccardo Nuzzi" di Andria, accompagnati da sette docenti, hanno assistito alla prova generale della Bohème di Giacomo Puccini, presso il teatro Petruzzelli di Bari. L'opera pucciniana è una tra le più famose ed amate della nostra lirica (solo pochi giorni fa il canto lirico è stato inserito dall'Unesco nel novero del Patrimonio Universale dell'Umanità) ed è forse una di quelle che meglio riesce a parlare a giovani apparentemente così lontani dal mondo del "bel canto". La tragica storia d'amore di Rodolfo e Mimì è insieme antica e moderna e parla quel linguaggio universale che è proprio dei grandi capolavori perché rivela le fonti originarie delle emozioni senza tempo, quelle emozioni che la scuola ha sempre considerato al centro delle proprie pratiche educative.
Quando le calde luci del teatro si sono affievolite fino a spegnersi, ragazzi della generazione Z hanno assistito al primo vero spettacolo multimediale della nostra modernità, un'adeguata miscela di parole e musica, condita dall'uso sapiente dell'orchestra, delle voci dei solisti e degli attori, in una cornice resa ogni volta unica da scene, costumi e luci scelti per l'occasione.
«La musica – raccontano i docenti - colmava la distanza tra il palcoscenico, la platea e i palchi, ma non era solo una distanza spaziale ad essere colmata, c'era anche il tempo che improvvisamente si annullava e tutti noi abbiamo vissuto per qualche attimo in quella vecchia soffitta affacciata sui tetti di Parigi. In quei momenti la musica ha unito tutti perché l'opera è un'esperienza collettiva di passione condivisa, un'esperienza nuova per quei ragazzi che vediamo spesso con le cuffie nelle orecchie ascoltare musica sì ma da soli, isolati in se stessi mentre oggi più che mai c'è bisogno di unire, accogliere e comprendere.
L'educazione musicale rende più ricca la nostra intelligenza, più sviluppata la nostra sensibilità, più variegato il mondo e i sentimenti e la capacità che abbiamo di guardare gli altri e di "ascoltarli".
Alla fine del secondo quadro, nel quale una scenografia ricca di costumi colorati e una musica festosa ha rappresentato le strade del Quartiere latino parigino, l'entusiasmo dei ragazzi era palpabile, si accavallavano le domande, le curiosità, le impressioni e sopra tutto dominava l'emozione. "Prof., che bello, ma i cantanti non possono sbagliare nemmeno una parola?!", "Prof, che bello sentire l'orchestra..". E quando si impara qualcosa con emozione, non si dimentica più».
Una serata indimenticabile per i ragazzi del Nuzzi e per le loro professoresse, un appuntamento con l'Opera che verrà sicuramente ripetuto come ha sostenuto la dirigente scolastica, prof.ssa Nicoletta Ruggiero, che ha anche ribadito quanto la generazione Z abbia un grande bisogno di emozionarsi e una grande voglia di imparare.
Quando le calde luci del teatro si sono affievolite fino a spegnersi, ragazzi della generazione Z hanno assistito al primo vero spettacolo multimediale della nostra modernità, un'adeguata miscela di parole e musica, condita dall'uso sapiente dell'orchestra, delle voci dei solisti e degli attori, in una cornice resa ogni volta unica da scene, costumi e luci scelti per l'occasione.
«La musica – raccontano i docenti - colmava la distanza tra il palcoscenico, la platea e i palchi, ma non era solo una distanza spaziale ad essere colmata, c'era anche il tempo che improvvisamente si annullava e tutti noi abbiamo vissuto per qualche attimo in quella vecchia soffitta affacciata sui tetti di Parigi. In quei momenti la musica ha unito tutti perché l'opera è un'esperienza collettiva di passione condivisa, un'esperienza nuova per quei ragazzi che vediamo spesso con le cuffie nelle orecchie ascoltare musica sì ma da soli, isolati in se stessi mentre oggi più che mai c'è bisogno di unire, accogliere e comprendere.
L'educazione musicale rende più ricca la nostra intelligenza, più sviluppata la nostra sensibilità, più variegato il mondo e i sentimenti e la capacità che abbiamo di guardare gli altri e di "ascoltarli".
Alla fine del secondo quadro, nel quale una scenografia ricca di costumi colorati e una musica festosa ha rappresentato le strade del Quartiere latino parigino, l'entusiasmo dei ragazzi era palpabile, si accavallavano le domande, le curiosità, le impressioni e sopra tutto dominava l'emozione. "Prof., che bello, ma i cantanti non possono sbagliare nemmeno una parola?!", "Prof, che bello sentire l'orchestra..". E quando si impara qualcosa con emozione, non si dimentica più».
Una serata indimenticabile per i ragazzi del Nuzzi e per le loro professoresse, un appuntamento con l'Opera che verrà sicuramente ripetuto come ha sostenuto la dirigente scolastica, prof.ssa Nicoletta Ruggiero, che ha anche ribadito quanto la generazione Z abbia un grande bisogno di emozionarsi e una grande voglia di imparare.