Il Liceo Carlo Troya e le “Amiche per le amiche” celebrano la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle Donne
Messa in scena nell'auditorium della scuola una rappresentazione di un viaggio storico e culturale nella violenza di genere
martedì 26 novembre 2024
10.45
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne e, come ogni anno, il Liceo Carlo Troya esprime attenzione e sensibilità per un tema così delicato e così tristemente attuale come la discriminazione e la violenza di genere.
Già il 21 novembre 2024 gli studenti del Carlo Troya hanno voluto dedicare l'assemblea di Istituto ad una riflessione su questi argomenti, invitando l'associazione andriese "Amiche per le amiche", un network di solidarietà e promozione al femminile, che unisce donne forti, autonome, legate dalla loro voglia di essere protagoniste delle loro vite.
Le rappresentanti dell'Associazione hanno dialogato con i ragazzi sulla necessità di superare stereotipi di genere, di avere le stesse opportunità degli uomini, di cambiare il nostro Paese a partire dal rinnovamento della sua cultura.
È emersa, infatti, l'importanza di basare le relazioni umane sulla gentilezza (già a partire dal linguaggio), sulla solidarietà, sulla consapevolezza delle donne di non essere sole, su un dialogo fondato sull'amore per non arrivare alla violenza. Vivere in una comunità unita e convertire una cultura patriarcale in una civiltà egualitaria e solidale è la chiave per non sprofondare in vortici di sopraffazione.
La trasformazione della visione maschile della società in un ideale principio materno di uguaglianza e unione è stato poi il cardine della rappresentazione che il 25 novembre è stata messa in scena nell'auditorium della scuola: un viaggio storico e culturale nella violenza di genere, per comprendere le radici profonde che affondano nella storia antica e nel mito e scoprire, così, le origini della misoginia occidentale.
Tutta la comunità del Liceo, infatti, crede profondamente nel potere trasformativo della cultura, della conoscenza del passato come volano di coscienza e di consapevolezza.
Il 25 novembre, perciò, hanno preso vita attraverso la voce dei ragazzi di 1AC (Miriam Petruzzelli e Sofia Soldo), 3AC, 4ASU, 4AC (Gaia Inchingolo), 5BC (Giuseppe Bruno), 5CL (Giulia del Zio), 5BL (Maria Carmela Ribatti e Flavia Tondolo), le parole di tanti autori testimoni della millenaria visione patriarcale della società, spie di un passato che aiuta a riflettere criticamente sul presente.
Grazie alla guida delle professoresse Marta Mezzina e Serena Ventura con il contributo della professoressa Angela D'Avanzo, gli studenti hanno proposto una carrellata di esempi di soprusi contro le donne: le rappresentazioni misogine di Semonide di Amorgo, secondo cui Zeus aveva plasmato le donne basandosi su diverse specie di animali, gli abusi subiti dalla Lucrezia di Tito Livio, dalla Francesca da Polenta dell'Inferno dantesco, dalla Desdemona di Shakespeare, ma anche esempi contrari di ribellione femminile: il coraggio di Ipazia, la poesia di Alda Merini, la "Cancion sin miedo", la canzone senza paura, inno femminista contro i femminicidi che si verificano quotidianamente in Messico e in tutto il mondo.
Il Carlo Troya con le giornate dedicate alla riflessione sulla discriminazione e la violenza di genere ribadisce, così, come intera comunità, che questi temi sono certamente oggetto di dibattito e di confronto, ma devono trasformarsi attraverso la conoscenza del passato e del presente in una chiara e decisa presa di posizione contro il dominio maschile, contro il possesso e la violenza come unico rapporto con le persone e con le cose.
Il fine dello storico Carlo Troya di Andria è, infatti, quello di educare i suoi ragazzi al rispetto delle differenze, dei confini propri e degli altri, ma anche quello di trasformare le parole quotidiane e, quindi, i pensieri per cambiare poi le azioni e rendere così liberi le donne e gli uomini di domani.
Già il 21 novembre 2024 gli studenti del Carlo Troya hanno voluto dedicare l'assemblea di Istituto ad una riflessione su questi argomenti, invitando l'associazione andriese "Amiche per le amiche", un network di solidarietà e promozione al femminile, che unisce donne forti, autonome, legate dalla loro voglia di essere protagoniste delle loro vite.
Le rappresentanti dell'Associazione hanno dialogato con i ragazzi sulla necessità di superare stereotipi di genere, di avere le stesse opportunità degli uomini, di cambiare il nostro Paese a partire dal rinnovamento della sua cultura.
È emersa, infatti, l'importanza di basare le relazioni umane sulla gentilezza (già a partire dal linguaggio), sulla solidarietà, sulla consapevolezza delle donne di non essere sole, su un dialogo fondato sull'amore per non arrivare alla violenza. Vivere in una comunità unita e convertire una cultura patriarcale in una civiltà egualitaria e solidale è la chiave per non sprofondare in vortici di sopraffazione.
La trasformazione della visione maschile della società in un ideale principio materno di uguaglianza e unione è stato poi il cardine della rappresentazione che il 25 novembre è stata messa in scena nell'auditorium della scuola: un viaggio storico e culturale nella violenza di genere, per comprendere le radici profonde che affondano nella storia antica e nel mito e scoprire, così, le origini della misoginia occidentale.
Tutta la comunità del Liceo, infatti, crede profondamente nel potere trasformativo della cultura, della conoscenza del passato come volano di coscienza e di consapevolezza.
Il 25 novembre, perciò, hanno preso vita attraverso la voce dei ragazzi di 1AC (Miriam Petruzzelli e Sofia Soldo), 3AC, 4ASU, 4AC (Gaia Inchingolo), 5BC (Giuseppe Bruno), 5CL (Giulia del Zio), 5BL (Maria Carmela Ribatti e Flavia Tondolo), le parole di tanti autori testimoni della millenaria visione patriarcale della società, spie di un passato che aiuta a riflettere criticamente sul presente.
Grazie alla guida delle professoresse Marta Mezzina e Serena Ventura con il contributo della professoressa Angela D'Avanzo, gli studenti hanno proposto una carrellata di esempi di soprusi contro le donne: le rappresentazioni misogine di Semonide di Amorgo, secondo cui Zeus aveva plasmato le donne basandosi su diverse specie di animali, gli abusi subiti dalla Lucrezia di Tito Livio, dalla Francesca da Polenta dell'Inferno dantesco, dalla Desdemona di Shakespeare, ma anche esempi contrari di ribellione femminile: il coraggio di Ipazia, la poesia di Alda Merini, la "Cancion sin miedo", la canzone senza paura, inno femminista contro i femminicidi che si verificano quotidianamente in Messico e in tutto il mondo.
Il Carlo Troya con le giornate dedicate alla riflessione sulla discriminazione e la violenza di genere ribadisce, così, come intera comunità, che questi temi sono certamente oggetto di dibattito e di confronto, ma devono trasformarsi attraverso la conoscenza del passato e del presente in una chiara e decisa presa di posizione contro il dominio maschile, contro il possesso e la violenza come unico rapporto con le persone e con le cose.
Il fine dello storico Carlo Troya di Andria è, infatti, quello di educare i suoi ragazzi al rispetto delle differenze, dei confini propri e degli altri, ma anche quello di trasformare le parole quotidiane e, quindi, i pensieri per cambiare poi le azioni e rendere così liberi le donne e gli uomini di domani.