Il coraggio giovanile di mettersi in gioco, Simone Fanelli
Intervista al giovane mediano andriese classe '97
domenica 26 luglio 2015
11.17
Il 22 giugno scorso, il Parma Calcio ha vissuto la pagina più triste della sua storia, dopo 24 stagioni trascorse in serie A, una storica conquista della Coppa Uefa nel 1999, e le esperienze, in maglia gialloblu, di tanti protagonisti del calcio internazionale, tra i quali Adriano, Gigi Buffon, Hernan Crespo e Fabio Cannavaro. Nelle migliori delle ipotesi, a settembre, il Comune emiliano potrà vantare una propria squadra iscritta nel campionato di Serie D, dopo la pessima annata 2014/2015, culminata col fallimento della società parmense. Tra le fila della gloriosa formazione ducale ha mosso i primi passi nel grande calcio anche il talentuoso mediano andriese Simone Fanelli. «Non potrò mai dimenticare - ci ha raccontato Simone - il 20 luglio del 2012, giorno in cui, mentre ero sdraiato sul divano, squillò il cellulare di mio padre e mi venne riferito che avrei giocato in un club di serie A. Fu un'emozione indescrivibile. In realtà la vita lontano da casa, a soli 15 anni, non è stata una passeggiata. Nelle prime settimane mi è mancata troppo la mia famiglia. Oggi posso dire che è stato un anno fondamentale per la mia carriera, durante il quale sono cresciuto tantissimo sotto la guida di mister Maurizio Neri, giocando nella formazione Allievi Lega Pro. Spesso ho avuto anche la fortuna di allenarmi nella prima compagine Allievi, allenata da Cristiano Lucarelli e vincitrice dello scudetto di categoria proprio al termine di quella stagione. Insomma, in Emilia ho imparato davvero tanto».
Dopo una stagione in casacca gialloblù, il giocatore andriese approdò alla Virtus Lanciano, oggi solida realtà del campionato cadetto italiano. In Abruzzo, Fanelli ha giocato negli Allievi Nazionali ed in Primavera, sfidando anche le formazioni giovanili dei più importanti club della penisola, come Inter e Milan. Dopo un anno e mezzo trascorso nella società della famiglia Maio, nello scorso gennaio il mediano classe '97 si è trasferito nei Biancoscudati Padova, team che ha vinto il proprio girone di serie D e ha ottenuto la promozione in Lega Pro. «A Padova - ha continuato il ragazzo andriese – sono stato benissimo, pur non essendo riuscito ad esordire in prima squadra. In compenso, ho avuto la fortuna di far parte della rappresentativa veneta, di cui sono stato anche capitano, e di essere convocato nella Nazionale Serie D U18. Quest'ultima è stata l'esperienza più bella della mia vita, perché è il sogno di ogni bambino poter vestire la maglia azzurra. Con la Juniores del Padova ho vissuto una seconda parte di stagione molto intensa, che ci ha portati a giocare la finale Scudetto contro il San Cesareo, a Viareggio, ma non siamo riusciti a vincerla. Il calcio è anche questo».
In attesa di conoscere la prossima piazza in cui potrà esprimere le sue qualità, Simone Fanelli ricorda, con grande emozione, i primi passi mossi nel mondo del pallone. «Ho sempre amato questo gioco, la prima società nella quale sono stato tesserato fu l'Andriensis. Lì ho conosciuto la maggior parte dei miei amici più cari e ci siamo divertiti davvero tanto. Il dato più interessante è che parecchi di questi ragazzi si sono affermati in contesti calcistici importanti. Successivamente ho vissuto un'esperienza nella Asd Andria, prima di giocare con i Giovanissimi Nazionali dell'Andria Bat, un'annata straordinaria dal punto di vista del divertimento e dei risultati. Quella stagione mi ha aperto le porte verso Parma». La carriera del giovane mediano andriese è ancora in fase di decollo, ed importante risulta la presenza di suo padre Vito, ex calciatore ed allenatore. «Per me - ha risposto Simone – la sua vicinanza è molto stimolante, le chiacchiere di quartiere, secondo le quali devo tutto a lui, le lascio a chi ha tempo da perdere. Il mio rapporto con mio padre è basato sulla fiducia reciproca, lo considero una fonte inesauribile di buoni consigli e di sano confronto. Grazie a lui sono riuscito a tenere sempre i piedi per terra, perché la strada è ancora molto lunga».
Il calciatore ha vissuto per 15 anni nella città federiciana, quindi non è rimasto indifferente al dilagante entusiasmo che si sta sviluppando intorno alla nuova Fidelis Andria dei miracoli. «E' sempre - ha sostenuto lui - una grande soddisfazione, per uno sportivo, giocare nel principale club della propria città, soprattutto quando la piazza è calda come la nostra. Conosco bene l'energia dei tifosi biancoblu e mi sono promesso che dovrò riuscire a giocare con quella casacca, almeno per una stagione». Infine abbiamo chiesto all'atleta quale sia la sua massima aspirazione. «Ovviamente - ha concluso Simone - la massima vetta da scalare rimane la serie A, ma il prossimo obiettivo resta quello di fare del mio meglio nella società in cui avrò la possibilità di mettermi in gioco. Devo crescere ancora molto e spero di migliorarmi di giorno in giorno, soprattutto caratterialmente. Il sogno è quello di riuscire a diventare un calciatore apprezzato, magari simile ad Andrea Pirlo, che da sempre è il mio idolo indiscusso».
Dopo una stagione in casacca gialloblù, il giocatore andriese approdò alla Virtus Lanciano, oggi solida realtà del campionato cadetto italiano. In Abruzzo, Fanelli ha giocato negli Allievi Nazionali ed in Primavera, sfidando anche le formazioni giovanili dei più importanti club della penisola, come Inter e Milan. Dopo un anno e mezzo trascorso nella società della famiglia Maio, nello scorso gennaio il mediano classe '97 si è trasferito nei Biancoscudati Padova, team che ha vinto il proprio girone di serie D e ha ottenuto la promozione in Lega Pro. «A Padova - ha continuato il ragazzo andriese – sono stato benissimo, pur non essendo riuscito ad esordire in prima squadra. In compenso, ho avuto la fortuna di far parte della rappresentativa veneta, di cui sono stato anche capitano, e di essere convocato nella Nazionale Serie D U18. Quest'ultima è stata l'esperienza più bella della mia vita, perché è il sogno di ogni bambino poter vestire la maglia azzurra. Con la Juniores del Padova ho vissuto una seconda parte di stagione molto intensa, che ci ha portati a giocare la finale Scudetto contro il San Cesareo, a Viareggio, ma non siamo riusciti a vincerla. Il calcio è anche questo».
In attesa di conoscere la prossima piazza in cui potrà esprimere le sue qualità, Simone Fanelli ricorda, con grande emozione, i primi passi mossi nel mondo del pallone. «Ho sempre amato questo gioco, la prima società nella quale sono stato tesserato fu l'Andriensis. Lì ho conosciuto la maggior parte dei miei amici più cari e ci siamo divertiti davvero tanto. Il dato più interessante è che parecchi di questi ragazzi si sono affermati in contesti calcistici importanti. Successivamente ho vissuto un'esperienza nella Asd Andria, prima di giocare con i Giovanissimi Nazionali dell'Andria Bat, un'annata straordinaria dal punto di vista del divertimento e dei risultati. Quella stagione mi ha aperto le porte verso Parma». La carriera del giovane mediano andriese è ancora in fase di decollo, ed importante risulta la presenza di suo padre Vito, ex calciatore ed allenatore. «Per me - ha risposto Simone – la sua vicinanza è molto stimolante, le chiacchiere di quartiere, secondo le quali devo tutto a lui, le lascio a chi ha tempo da perdere. Il mio rapporto con mio padre è basato sulla fiducia reciproca, lo considero una fonte inesauribile di buoni consigli e di sano confronto. Grazie a lui sono riuscito a tenere sempre i piedi per terra, perché la strada è ancora molto lunga».
Il calciatore ha vissuto per 15 anni nella città federiciana, quindi non è rimasto indifferente al dilagante entusiasmo che si sta sviluppando intorno alla nuova Fidelis Andria dei miracoli. «E' sempre - ha sostenuto lui - una grande soddisfazione, per uno sportivo, giocare nel principale club della propria città, soprattutto quando la piazza è calda come la nostra. Conosco bene l'energia dei tifosi biancoblu e mi sono promesso che dovrò riuscire a giocare con quella casacca, almeno per una stagione». Infine abbiamo chiesto all'atleta quale sia la sua massima aspirazione. «Ovviamente - ha concluso Simone - la massima vetta da scalare rimane la serie A, ma il prossimo obiettivo resta quello di fare del mio meglio nella società in cui avrò la possibilità di mettermi in gioco. Devo crescere ancora molto e spero di migliorarmi di giorno in giorno, soprattutto caratterialmente. Il sogno è quello di riuscire a diventare un calciatore apprezzato, magari simile ad Andrea Pirlo, che da sempre è il mio idolo indiscusso».