Il 5G è dannoso per la salute? Si apre il dibattito anche ad Andria
Venerdì 6 dicembre un interessante incontro organizzato dalle associazioni Fare Quadrato e Urban Center
domenica 8 dicembre 2019
1.35
"Radio Frequenze e salute delle persone". Questo il tema dell'incontro organizzato dalle associazioni Fare Quadrato e Urban Center di Andria e svoltosi nella sala convegni "Genius Loci" in via Cavallotti. Un incontro, moderato dal consigliere regionale Nino Marmo e avviato dall'Ing. Pasquale Bruno, che pone al centro il dibattito relativo alla tecnologia 5G, in merito alla quale gli studi internazionali hanno evidenziato possibili rischi per la salute umana a causa dell'esposizione elettromagnetica.
In merito all'argomento sono stati analizzati gli effetti biologici dei campi elettromagnetici con l'Ing. Marcello Allegretti, ingegnere biomedico e ricercatore scientifico indipendente; accanto, il prof. Ing. Nicola Pasquino, professore di misure per la compatibilità magnetica dell'Università di Napoli "Federico II", che ha discusso di esposizione ai campi elettromagnetici analizzando il fenomeno e la posizione della scienza sugli effetti dell'uomo, con relativa illustrazione di casi reali. Posizioni differenti, da parte dei relatori, sugli effetti del 5G per l'uomo. «Allo stato attuale - afferma il prof. Pasquino - il 5G è un sistema più protettivo nei confronti della popolazione per caratteristiche tecniche che possied ein termini di irradiazione di campo elettromagnetico verso la popolazione. La tutela della salute è comunque garantita dall'esistenza di limiti del campo elettromagnetico che gli enti di controllo sul territorio devono rispettare». «I timori per il 5G sono fondati - dichiara invece l'ing. Allegretti - dal momento che questa tecnologia utilizzerà frequenze da 30 Gigahertz: esse risultano altissime per gli organismi viventi perchè hanno un enorme capacità di penetrazione cellulare. Le conseguenze potrebbero essere devastanti, con gravi effetti soprattutto a livello cerebrale. Verranno installate così tante antenne che sarà complicato difenderci».
Numerose sono le perplessità sollevate da parlamentari, cittadini, associazioni e scienziati che chiedono di arrestare la diffusione del 5G. I dubbi riguardano il fatto che questa nuova tecnologia utilizza frequenze del campo elettromagnetico più elevate rispetto al 4G; si va infatti da 3 a 30 GigaHertz, l'unità di misura della frequenza. In questo modo, secondo i detrattori del 5G, aumenterebbe l'esposizione alle radiofrequenze con possibili effetti gravi e irreversibili sulla salute delle persone e per l'ambiente. Stesse perplessità sostenute anche dal Comitato Scientifico della Commissione Europea su salute, ambiente e rischi emergenti, secondo il quale «la mancanza di chiare evidenze utili allo sviluppo di linee guida per l'esposizione ai campi elettromagnetici 5G lascia aperta la possibilità di effetti biologici indesiderati».
Accanto agli scettici della tecnologia 5G, si colloca la fazione secondo la quale il nuovo sistema, di gran lunga più potente e avanzato del precedente, non comporti alcun rischio per la salute umana. Lo sostiene anche l'Istituto superiore di sanità, specificando che «al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Una valutazione adeguata dell'impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio». Un dibattito, dunque, molto aperto in tutto il mondo e destinato a una lunga durata. E mentre si discute della tecnologia 5G, in Giappone si sperimenta già il futuro con la tecnologia 6G.
In merito all'argomento sono stati analizzati gli effetti biologici dei campi elettromagnetici con l'Ing. Marcello Allegretti, ingegnere biomedico e ricercatore scientifico indipendente; accanto, il prof. Ing. Nicola Pasquino, professore di misure per la compatibilità magnetica dell'Università di Napoli "Federico II", che ha discusso di esposizione ai campi elettromagnetici analizzando il fenomeno e la posizione della scienza sugli effetti dell'uomo, con relativa illustrazione di casi reali. Posizioni differenti, da parte dei relatori, sugli effetti del 5G per l'uomo. «Allo stato attuale - afferma il prof. Pasquino - il 5G è un sistema più protettivo nei confronti della popolazione per caratteristiche tecniche che possied ein termini di irradiazione di campo elettromagnetico verso la popolazione. La tutela della salute è comunque garantita dall'esistenza di limiti del campo elettromagnetico che gli enti di controllo sul territorio devono rispettare». «I timori per il 5G sono fondati - dichiara invece l'ing. Allegretti - dal momento che questa tecnologia utilizzerà frequenze da 30 Gigahertz: esse risultano altissime per gli organismi viventi perchè hanno un enorme capacità di penetrazione cellulare. Le conseguenze potrebbero essere devastanti, con gravi effetti soprattutto a livello cerebrale. Verranno installate così tante antenne che sarà complicato difenderci».
Numerose sono le perplessità sollevate da parlamentari, cittadini, associazioni e scienziati che chiedono di arrestare la diffusione del 5G. I dubbi riguardano il fatto che questa nuova tecnologia utilizza frequenze del campo elettromagnetico più elevate rispetto al 4G; si va infatti da 3 a 30 GigaHertz, l'unità di misura della frequenza. In questo modo, secondo i detrattori del 5G, aumenterebbe l'esposizione alle radiofrequenze con possibili effetti gravi e irreversibili sulla salute delle persone e per l'ambiente. Stesse perplessità sostenute anche dal Comitato Scientifico della Commissione Europea su salute, ambiente e rischi emergenti, secondo il quale «la mancanza di chiare evidenze utili allo sviluppo di linee guida per l'esposizione ai campi elettromagnetici 5G lascia aperta la possibilità di effetti biologici indesiderati».
Accanto agli scettici della tecnologia 5G, si colloca la fazione secondo la quale il nuovo sistema, di gran lunga più potente e avanzato del precedente, non comporti alcun rischio per la salute umana. Lo sostiene anche l'Istituto superiore di sanità, specificando che «al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Una valutazione adeguata dell'impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio». Un dibattito, dunque, molto aperto in tutto il mondo e destinato a una lunga durata. E mentre si discute della tecnologia 5G, in Giappone si sperimenta già il futuro con la tecnologia 6G.