I giovani della diocesi di Andria in preghiera con il Vescovo Mansi nella Via Crucis
Tanta partecipazione ieri sera all'Oratorio Salesiano per il tradizionale appuntamento della Quaresima, giunto alla quarta edizione
martedì 12 aprile 2022
9.52
I giovani della diocesi di Andria si sono riuniti in preghiera con il Vescovo mons. Luigi Mansi nella Via Crucis promossa dall'Oratorio Salesiano in collaborazione con il Forum di Formazione all'Impegno Sociale e Politico, alla Pastorale Giovanile e al Settore Giovani di Azione Cattolica. Tanta partecipazione ieri sera, primo giorno della Settimana Santa, per il tradizionale appuntamento del tempo liturgico di Quaresima giunto alla quarta edizione: anche in questa occasione si è ripercorsa la via dolorosa di Cristo a partire dalle sofferenze dell'attualità politica, economica e sociale. Tema principale della Via Crucis, intitolata "Il Povero Cristo è sceso dalla croce" ispirandosi a un testo musicale di Vinicio Capossela del 2019, è stata la grave crisi internazionale che il mondo sta vivendo nel conflitto Russia-Ucraina, ma tra le devastazioni del nostro tempo figurano anche la pandemia da Covid-19 e le povertà diffuse.
Ciascuna delle sei stazioni della Via Crucis è stata accompagnata dalle riflessioni di don Tonino Bello e da immagini sui temi di guerra, covid e povertà. Foto che parlano da sole e testimoniano la brutalità della guerra in corso, ad esempio l'immagine del Cristo di Leopoli nascosto in un bunker (l'ultima volta che il crocifisso è stato rimosso dalla cattedrale risale alla Seconda Guerra Mondiale) e l'istantanea della bambina con il fucile che ha fatto il giro del mondo. Non mancano, purtroppo, le foto di morte che la guerra porta con sé come quella di una coppia che affida ai medici il proprio bambino di 18 mesi, ferito dai bombardamenti; il piccolo, però, è già senza vita. Non sono mancate anche immagini di speranza come l'abbraccio tra l'atleta russo Ilia Burov e l'ucraino Oleksandr Abramenko ai Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022. Molto significativa anche un'immagine sulla lotta contro la pandemia: l'indigeno Tawi della tribù degli Zo'è, che vive in un angolo remoto della Foresta Amazzonica, porta sulle spalle il padre Wahu per farlo vaccinare facendo a piedi un viaggio lungo 12 ore tra andata e ritorno. La foto, scattata da un medico brasiliano, è stata soprannominata "Enea e Anchise amazzonici". Si è pregato anche per le povertà diffuse: nella quarta stazione della Via Crucis è stata mostrata un'immagine con la sede della Caritas Ambrosiana di Milano, dove campeggia la scritta "Pane quotidiano". Quel pane che spesso manca a tante famiglie, a causa della povertà.
In base alla tematica scelta per ciascuna stazione del momento di preghiera, diversi fedeli hanno portato la croce: profughe ucraine, rappresentanti d'istituto delle scuole superiori di Canosa, una famiglia dell'oratorio salesiano che ha vissuto le conseguenze del covid, giovani del Progetto Policoro e della Cooperativa Sant'Agostino, volontari della Caritas e della Misericordia, il Vescovo e alcuni membri della Pastorale Giovanile. Ultimo momento della Via Crucis prima della benedizione finale è la visione di un video inviato dal giornalista RAI Leonardo Zellino, attualmente in Ucraina per raccontare l'orrore della guerra.
Ciascuna delle sei stazioni della Via Crucis è stata accompagnata dalle riflessioni di don Tonino Bello e da immagini sui temi di guerra, covid e povertà. Foto che parlano da sole e testimoniano la brutalità della guerra in corso, ad esempio l'immagine del Cristo di Leopoli nascosto in un bunker (l'ultima volta che il crocifisso è stato rimosso dalla cattedrale risale alla Seconda Guerra Mondiale) e l'istantanea della bambina con il fucile che ha fatto il giro del mondo. Non mancano, purtroppo, le foto di morte che la guerra porta con sé come quella di una coppia che affida ai medici il proprio bambino di 18 mesi, ferito dai bombardamenti; il piccolo, però, è già senza vita. Non sono mancate anche immagini di speranza come l'abbraccio tra l'atleta russo Ilia Burov e l'ucraino Oleksandr Abramenko ai Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022. Molto significativa anche un'immagine sulla lotta contro la pandemia: l'indigeno Tawi della tribù degli Zo'è, che vive in un angolo remoto della Foresta Amazzonica, porta sulle spalle il padre Wahu per farlo vaccinare facendo a piedi un viaggio lungo 12 ore tra andata e ritorno. La foto, scattata da un medico brasiliano, è stata soprannominata "Enea e Anchise amazzonici". Si è pregato anche per le povertà diffuse: nella quarta stazione della Via Crucis è stata mostrata un'immagine con la sede della Caritas Ambrosiana di Milano, dove campeggia la scritta "Pane quotidiano". Quel pane che spesso manca a tante famiglie, a causa della povertà.
In base alla tematica scelta per ciascuna stazione del momento di preghiera, diversi fedeli hanno portato la croce: profughe ucraine, rappresentanti d'istituto delle scuole superiori di Canosa, una famiglia dell'oratorio salesiano che ha vissuto le conseguenze del covid, giovani del Progetto Policoro e della Cooperativa Sant'Agostino, volontari della Caritas e della Misericordia, il Vescovo e alcuni membri della Pastorale Giovanile. Ultimo momento della Via Crucis prima della benedizione finale è la visione di un video inviato dal giornalista RAI Leonardo Zellino, attualmente in Ucraina per raccontare l'orrore della guerra.