I curvoni della “morte” continuano a mietere vittime
Della messa in sicurezza della “provinciale 231” neanche l’ombra
giovedì 28 aprile 2016
9.39
L'ultima in ordine di tempo si chiamava Matteo ed aveva solo 29 anni. Ma in poco meno di otto mesi, e cioè dal 12 agosto dello scorso anno, quel maledetto curvone della Strada Provinciale 231 che costeggia la Città di Canosa, ha provocato già tre vittime e nove feriti di cui alcuni in gravissime condizioni. E' il triste primato di quei chilometri tristemente ribattezzati della "morte" per un'arteria stradale vecchia e vetusta ma estremamente trafficata soprattutto dagli autoarticolati. Tir che transitano sulla Provinciale e che spesso divengono la causa di incidenti più o meno gravi per una semplice ragione: quella curva è particolarmente pericolosa ed a "gomito", come si dice in gergo, oltre ad esserci un asfalto ormai talmente consumato da esser divenuto estremamente scivoloso non solo in condizioni di pioggia ma anche in normali condizioni di bel tempo.
Il 12 agosto dello scorso anno il terribile impatto, un chilometro più in giù, tra un autoarticolato ed una autovettura della quale rimase ben poco. Ben due le persone decedute assieme a quattro feriti in gravi condizioni. A distanza di un mese esatto, l'impatto tra un Fiorino ed un camion che trasportava frutta. Tre feriti in codice rosso. Poi febbraio di questo anno un nuovo scontro auto-Tir con conseguenze per fortuna lievi. Sino all'impatto terribile e senza scampo di ieri, mercoledì 27 aprile. Questi solo gli ultimi episodi in ordine di tempo ma a memoria in quel preciso punto i decessi o gli incidenti sono continui e costanti da ormai ben oltre un ventennio.
La beffa più grande è che nel mese di luglio dello scorso anno, in pompa magna, e prima che riprendesse la lunga scia di incidenti su quel tratto di provinciale 231, siamo stati testimoni e cronisti di una conferenza stampa nella sede della Provincia di Barletta Andria Trani, alla presenza delle massime autorità provinciali e dei delegati di ogni singolo comune interessato, per la firma dei disciplinari per la sistemazione e la riqualificazione dei tre lotti funzionali dell'arteria stradale che da Canosa giunge ad Andria. Un'opera faraonica finanziata con fondi CIPE da circa 70 milioni di euro con tre diversi cantieri da avviare. Il primo, e quello più importante, avrebbe dovuto riguardare proprio il raddoppio e la messa in sicurezza esattamente di quei maledetti "curvoni" di Canosa per poi passare al raddoppio del tratto tra Montegrosso ed Andria sino a giungere al completamento della tangenziale ovest della città federiciana. Entro il 2015, fu spiegato, ci sarebbe stata la cantierizzazione dell'opera. Ma si sa i tempi della politica non sono propriamente identici a quelli reali ed in effetti quando siamo esattamente a fine aprile del 2016 della cantierizzazione non vi è traccia, per alcuni pareri mancanti, ma continua ad esserci una traccia ben visibile della pericolosità dell'arteria stradale e delle vittime che continua a mietere. Mettere in sicurezza quei curvoni è un obbligo morale a cui amministratori, sovraintendenti e dirigenti non possono più sottrarsi.
Il 12 agosto dello scorso anno il terribile impatto, un chilometro più in giù, tra un autoarticolato ed una autovettura della quale rimase ben poco. Ben due le persone decedute assieme a quattro feriti in gravi condizioni. A distanza di un mese esatto, l'impatto tra un Fiorino ed un camion che trasportava frutta. Tre feriti in codice rosso. Poi febbraio di questo anno un nuovo scontro auto-Tir con conseguenze per fortuna lievi. Sino all'impatto terribile e senza scampo di ieri, mercoledì 27 aprile. Questi solo gli ultimi episodi in ordine di tempo ma a memoria in quel preciso punto i decessi o gli incidenti sono continui e costanti da ormai ben oltre un ventennio.
La beffa più grande è che nel mese di luglio dello scorso anno, in pompa magna, e prima che riprendesse la lunga scia di incidenti su quel tratto di provinciale 231, siamo stati testimoni e cronisti di una conferenza stampa nella sede della Provincia di Barletta Andria Trani, alla presenza delle massime autorità provinciali e dei delegati di ogni singolo comune interessato, per la firma dei disciplinari per la sistemazione e la riqualificazione dei tre lotti funzionali dell'arteria stradale che da Canosa giunge ad Andria. Un'opera faraonica finanziata con fondi CIPE da circa 70 milioni di euro con tre diversi cantieri da avviare. Il primo, e quello più importante, avrebbe dovuto riguardare proprio il raddoppio e la messa in sicurezza esattamente di quei maledetti "curvoni" di Canosa per poi passare al raddoppio del tratto tra Montegrosso ed Andria sino a giungere al completamento della tangenziale ovest della città federiciana. Entro il 2015, fu spiegato, ci sarebbe stata la cantierizzazione dell'opera. Ma si sa i tempi della politica non sono propriamente identici a quelli reali ed in effetti quando siamo esattamente a fine aprile del 2016 della cantierizzazione non vi è traccia, per alcuni pareri mancanti, ma continua ad esserci una traccia ben visibile della pericolosità dell'arteria stradale e delle vittime che continua a mietere. Mettere in sicurezza quei curvoni è un obbligo morale a cui amministratori, sovraintendenti e dirigenti non possono più sottrarsi.