Grande successo per lo spettacolo dell’attore andriese Luigi Di Schiena
La pièce teatrale “Ha segnato Maradona!“ è andata in scena lo scorso 6 aprile, presso l'ex chiesa di Mater Gratiae
martedì 9 aprile 2019
"Ha segnato Maradona", è una pièce teatrale scritta, diretta ed interpretata dall'attore andriese Luigi Di Schiena e dal collega barlettano Francesco Emanuele Delvecchio, andato in scena lo scorso sabato 6 aprile u.s., presso l'ex chiesa di Mater Gratiae di Andria.
La rappresentazione, come si evince dal titolo, affonda le radici in un'epoca in cui essere napoletani significava adorare lui, la mano de Diòs, Diego Armando Maradona. Un'icona a cui tanti bambini partenopei si ispiravano, un desiderio dietro il quale, però, si celavano false promesse di gloria.
Quello che emerge da questa opera teatrale è la triste realtà di una politica poco attenta alla vita degli ultimi, gli indigenti, i dimenticati, coloro che, pur di emergere, sono disposti a delinquere. Difatti, Di Schiena ha portato questo lavoro nelle scuole con una campagna di sensibilizzazione.
Abbiamo conosciuto Luigi Di Schiena, giovane andriese di 26 anni non solo attore, ma anche scrittore di teatro che sin dalle scuole superiori ha frequentato corsi di recitazione.
Prima di intraprendere del tutto la strada scelta di attore, si è laureato in Filologia Classica. Scritturato per un film come protagonista, "A chi appartieni", ha ottenuto una notevole visibilità sul territorio nazionale. In seguito, è stato scelto per un altro film, che lo porta a maturare la decisione di trasferirsi a Roma per studiare a Cinecittà. Da allora tutta una serie di lavori, in ambito cinematografico, ma anche in centinaia di spettacoli teatrali. Luigi fa quindi cinema, ma anche tantissima pubblicità, pur restando tuttavia, il palcoscenico il suo vero amore.
Ha fatto parte di produzioni importanti, come il film americano "Jesus VR-The story of Christ", in cui interpretava il ruolo dell'apostolo Philip, oppure la serie TV "Il capitano Maria", in cui ha interpretato il ruolo di Bossi, tiratore del team guidato da Vanessa Incontrada. L'esperienza più bella della sua carriera, vissuta sia pure con una visibilità decisamente più limitata, è stato lo spettacolo da lui scritto e interpretato: "I guantoni dello zingaro".
Luigi Di Schiena è un attore credibile, nel senso che fa credere che sta vivendo ogni cosa che prova il suo personaggio. Ci riferiamo a un'impressione che riguarda l'aspetto esteriore, ma soprattutto quello interiore, tormentato, spaventato, innamorato. La sua recitazione è sorprendente: sorprende riuscendo lui stesso a essere sorprendente, è capace di tirare fuori dal cilindro la sua nudità, nel senso letterale, molto difficile da simulare. Ha trasmesso la sensazione che stesse rivelando una parte di se stesso, senza parlare del fascino della sua mimica nelle pause, mentre non parlava.
Abbiamo potuto osservare in che modo "la conversazione a due" ha colpito dal punto di vista fisico, come se le parole lo stessero prendendo a schiaffi (anche se sulla scena c'è stato schiaffo reale che ha sorpreso il pubblico).
La sua recitazione la si può definire un concerto fatto di parole, perché gestisce la propria voce come uno strumento musicale. Sa parlare e muoversi in maniera espressiva. Il suo corpo e la sua voce non risultano in contraddizione con il suo personaggio.
La rappresentazione presso l'ex chiesa di Mater Gratiae ha registrato il tutto esaurito e si è percepito il calore e l'energia con la quale alla fine il pubblico ha lungamente applaudito.
Grazie alla Sezione di Andria all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che ha promosso una raccolta fondi destinata alla Terra Santa, si è potuto assistere a questo spettacolo, sul palcoscenico dell'ex chiesa di Mater Gratiae.
Il preside della locale Sezione, Cav. di Gran Croce dell'O.S.S.G Pasquale Ciciriello, ha voluto ringraziare gli attori e tutto il pubblico per la bella partecipazione resa. All'evento, era tra gli altri presente Mons. Nicola de Ruvo, che ha portato i saluti del Vescovo di Andria S.E.R. Mons. Luigi Mansi, impegnato in un altro concomitante evento.
La rappresentazione, come si evince dal titolo, affonda le radici in un'epoca in cui essere napoletani significava adorare lui, la mano de Diòs, Diego Armando Maradona. Un'icona a cui tanti bambini partenopei si ispiravano, un desiderio dietro il quale, però, si celavano false promesse di gloria.
Quello che emerge da questa opera teatrale è la triste realtà di una politica poco attenta alla vita degli ultimi, gli indigenti, i dimenticati, coloro che, pur di emergere, sono disposti a delinquere. Difatti, Di Schiena ha portato questo lavoro nelle scuole con una campagna di sensibilizzazione.
Abbiamo conosciuto Luigi Di Schiena, giovane andriese di 26 anni non solo attore, ma anche scrittore di teatro che sin dalle scuole superiori ha frequentato corsi di recitazione.
Prima di intraprendere del tutto la strada scelta di attore, si è laureato in Filologia Classica. Scritturato per un film come protagonista, "A chi appartieni", ha ottenuto una notevole visibilità sul territorio nazionale. In seguito, è stato scelto per un altro film, che lo porta a maturare la decisione di trasferirsi a Roma per studiare a Cinecittà. Da allora tutta una serie di lavori, in ambito cinematografico, ma anche in centinaia di spettacoli teatrali. Luigi fa quindi cinema, ma anche tantissima pubblicità, pur restando tuttavia, il palcoscenico il suo vero amore.
Ha fatto parte di produzioni importanti, come il film americano "Jesus VR-The story of Christ", in cui interpretava il ruolo dell'apostolo Philip, oppure la serie TV "Il capitano Maria", in cui ha interpretato il ruolo di Bossi, tiratore del team guidato da Vanessa Incontrada. L'esperienza più bella della sua carriera, vissuta sia pure con una visibilità decisamente più limitata, è stato lo spettacolo da lui scritto e interpretato: "I guantoni dello zingaro".
Luigi Di Schiena è un attore credibile, nel senso che fa credere che sta vivendo ogni cosa che prova il suo personaggio. Ci riferiamo a un'impressione che riguarda l'aspetto esteriore, ma soprattutto quello interiore, tormentato, spaventato, innamorato. La sua recitazione è sorprendente: sorprende riuscendo lui stesso a essere sorprendente, è capace di tirare fuori dal cilindro la sua nudità, nel senso letterale, molto difficile da simulare. Ha trasmesso la sensazione che stesse rivelando una parte di se stesso, senza parlare del fascino della sua mimica nelle pause, mentre non parlava.
Abbiamo potuto osservare in che modo "la conversazione a due" ha colpito dal punto di vista fisico, come se le parole lo stessero prendendo a schiaffi (anche se sulla scena c'è stato schiaffo reale che ha sorpreso il pubblico).
La sua recitazione la si può definire un concerto fatto di parole, perché gestisce la propria voce come uno strumento musicale. Sa parlare e muoversi in maniera espressiva. Il suo corpo e la sua voce non risultano in contraddizione con il suo personaggio.
La rappresentazione presso l'ex chiesa di Mater Gratiae ha registrato il tutto esaurito e si è percepito il calore e l'energia con la quale alla fine il pubblico ha lungamente applaudito.
Grazie alla Sezione di Andria all'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, che ha promosso una raccolta fondi destinata alla Terra Santa, si è potuto assistere a questo spettacolo, sul palcoscenico dell'ex chiesa di Mater Gratiae.
Il preside della locale Sezione, Cav. di Gran Croce dell'O.S.S.G Pasquale Ciciriello, ha voluto ringraziare gli attori e tutto il pubblico per la bella partecipazione resa. All'evento, era tra gli altri presente Mons. Nicola de Ruvo, che ha portato i saluti del Vescovo di Andria S.E.R. Mons. Luigi Mansi, impegnato in un altro concomitante evento.