Grande confusione in Puglia e ad Andria sotto il cielo del centro destra

Su Fitto rimangono le riserve della Lega mentre ad Andria non si riesce a trovare un nome per riunire i "fratelli coltelli"

sabato 28 dicembre 2019 11.40
Non è un momento sereno per il centro destra pugliese ed in piccolo per quello di Andria. Sarà o no Raffaele Fitto il candidato alle prossime regionali 2020 in Puglia per il centrodestra? La domanda è d'obbligo dopo le dichiarazioni contrastanti della Lega arrivate prima della pausa natalizia. Dal partito di Giorgia Meloni, che già in piazza a Bari aveva fatto intendere la volontà che il candidato fosse l'ex governatore leccese, è arrivata una nota molto chiara. Fratelli d'Italia, come dagli accordi interni al centro destra del tavolo istituzionale, il nome per la Puglia spetta a loro e quindi, dopo le dovute riflessioni, la scelta è caduta sull'europarlamentare leccese.

Ma la Lega di Salvini ha però frenato (almeno momentaneamente!) su tale nomina, sottolineando in questo modo, la mancanza di unità che sembra esserci nella coalizione pugliese. «Sono certo che al momento giusto la nostra coalizione troverà il nome giusto per vincere le prossime elezioni regionali in Puglia, liberando la regione dalla sinistra e da Emiliano. In questi giorni è in atto un intenso confronto per trovare le migliori soluzioni per vincere in tutte le regioni che andranno al voto, nel rispetto di tutti gli alleati e attraverso le scelte che assumeranno insieme e in maniera condivisa i leader nazionali Salvini, Berlusconi e Meloni», queste le parole del segretario regionale del Carroccio, Luigi D'Eramo.

A questo punto sorge spontanea una domanda: riuscirà la coalizione di centrodestra a superare i conflitti interni per giungere ad un nome condiviso e lottare per "conquistare" la Puglia?

Stesso discorso per Andria, dove nel centro destra cittadino che continua a rimanere spaccato, è praticamente immobile già da due mesi. L'attesa che Nino Marmo sciogliesse la riserva sulla sua candidatura a primo cittadino, nel frattempo ha fatto demotivare tanti colonnelli - vedasi Francesca Magliano e Francesco Sansonna - che adesso hanno deciso di aderire a progetti civici, come quello trasversale promosso dall'ex Sindaco Vincenzo Caldarone.

Se dovesse ufficializzarsi la candidatura di Nino Marmo (come fanno balenare alcuni dei suoi fedelissimi supporter), allo scranno più alto di Palazzo di Città, bisognerà vedere se l'altra parte del centro destra, quello per intenderci che si ritrova nella leadership di Nicola Giorgino (dato per certo come candidato consigliere regionale per la Lega di Matteo Salvini), darà il suo placet a questa reunion.

Una ipotesi molto improbabile, a detta di molti, dopo la clamorosa spaccatura e le velenose dichiarazioni che sono seguite tra le due fazioni dei "fratelli coltelli", all'indomani dello scioglimento anticipato del consiglio comunale. Ed ecco che in questi giorni è spuntata una ipotesi, molto suggestiva ma altrettanto plausibile. Candidare un personaggio terzo, appartenente alla c.d. "società civile", si è vociferato di un ex colonnello dei Carabinieri e di un affermato avvocato penalista e quindi, lasciar correre alle regionali senza vincoli di sorta, oltre che Nicola Giorgino anche Nino Marmo, alla sua sesta competizione per uno scranno nel consiglio regionale.

L'obiettivo è quello di essere eletti nella prossima assise politica pugliese e confidando in una vittoria del centro destra, grazie ai numeri strabilianti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, sperare entrambi (o uno solo!), in una assegnazione di assessorato.

Non è una ipotesi tanto lontana: che il centro destra possa rivincere nuovamente a Palazzo San Francesco, anche senza Nicola Giorgino, solo se corresse unito e con un candidato che sia in discontinuità dopo i tanto vituperati "pastrocchi" combinati nelle trascorse gestioni amministrativo-contabili comunali, è un sogno che coltivano in tanti della "vecchia guardia" del centro destra cittadino.

Al momento sembrano quindi tramontare le candidature di Pierpaolo Matera e di Luigi Del Giudice a sindaci in pectore, il primo per la coalizione "verde" che fa capo a Nicola Giorgino ed il secondo per quella azzurra e che ha come patron l'inossidabile Nino Marmo.

Una cosa comunque è certa: se sono al lavoro molti pontieri, vedasi Benedetto Miscioscia, per cercare di riavvicinare le due fazioni, è anche vero che in questa disputa prevarrà l'affidamento personale, ovvero un qualcuno che possa fungere da "padre nobile super partes", capace di trovare una summa tra le varie poste in gioco. Un ruolo da coordinatore in questa situazione di stallo, lo potrebbe svolgere Benedetto Fucci, attuale co-coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, che probabilmente potrebbe mediare in questa delicata situazione, oltre a candidarsi come consigliere comunale, per dare un apporto sostanziale non solo al partito di Giorgia Meloni ma anche all'amico Raffaele Fitto, così come tanti sodali provenienti da Direzione Italia.

Resta comunque il fatto che, trovare un nome gradito a tutte e due le fazioni del centro destra cittadino, diventa un compito sempre più arduo ed il tempo che rimane si riduce sempre più.