“Gli ultimi confini della Terra“, niente meno
Il referente del centro Igino Giordani di Andria, Gennaro Piccolo, condivide uno scritto di Chiara Lubich
domenica 21 novembre 2021
Trento 1944, festa di Cristo Re. Chiara Lubich e le sue prime compagne riunite attorno all'altare al termine della Messa, si ritrovano, quasi senza conoscere la portata della loro richiesta a domandare a Dio di dare attuazione, anche attraverso di loro, ad una frase ascoltata nel corso della Liturgia. "Chiedi a me e ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della Terra" (Salmo 2,8). Tu lo sai come si possa realizzare l'unità, dicono. Eccoci qui, se vuoi, usa noi. Per un ideale vasto quanto l'unità, quella richiesta da Gesù al Padre "Che tutti siano uno" (Giovanni 17,21), l'orizzonte non poteva che essere il mondo e, guardando col senno di poi, si comprende come sin dai primi balbettii del Movimento nascente l'anelito del cuore guardasse lontano.
"Sotto la guerra, quando noi prime focolarine ci siamo trovate in una cantina per ripararci dalle bombe, e lì avevamo il Vangelo in mano e lo abbiamo aperto, era tutto scuro e al lume di candela abbiamo letto il testamento di Gesù. L'abbiamo aperto per caso e l'abbiamo letto da principio a fondo, per noi era un testo difficile, perché eravamo giovani, preparate sì, fino a un certo punto; però abbiamo avuto l'impressione che quelle parole si illuminassero, come, ad una ad una. Adesso capiamo che era effetto del carisma che era venuto, che porta una luce nuova nell'anima che lo riceve, a vantaggio, però, di tutti gli altri fin dove arriva.
Naturalmente ci siamo rese conto che non era facile fare l'unità; non sapevamo come fare, E ci siamo messe noi, sette, otto prime focolarine, intorno ad un altare, e abbiamo chiesto a Gesù: "Noi ci sentiamo chiamati a realizzare quello che tu lì hai pregato: l'unità, ma noi non sappiamo come fare. E poi sapendo che era la festa di Cristo Re, ricordavamo che stava scritto nella Messa: "Chiedete e vi darò in eredità le genti fino agli ultimi confini della Terra".
E ricordo che noi ragazze, ma piene di fede, credendo a tutto quello che Dio poteva fare, abbiamo chiesto, se è possibile, di servirlo fino agli ultimi confini della Terra. Ora dopo tanti anni di vita vediamo che Lui questo l'ha esaudito.
"Sotto la guerra, quando noi prime focolarine ci siamo trovate in una cantina per ripararci dalle bombe, e lì avevamo il Vangelo in mano e lo abbiamo aperto, era tutto scuro e al lume di candela abbiamo letto il testamento di Gesù. L'abbiamo aperto per caso e l'abbiamo letto da principio a fondo, per noi era un testo difficile, perché eravamo giovani, preparate sì, fino a un certo punto; però abbiamo avuto l'impressione che quelle parole si illuminassero, come, ad una ad una. Adesso capiamo che era effetto del carisma che era venuto, che porta una luce nuova nell'anima che lo riceve, a vantaggio, però, di tutti gli altri fin dove arriva.
Naturalmente ci siamo rese conto che non era facile fare l'unità; non sapevamo come fare, E ci siamo messe noi, sette, otto prime focolarine, intorno ad un altare, e abbiamo chiesto a Gesù: "Noi ci sentiamo chiamati a realizzare quello che tu lì hai pregato: l'unità, ma noi non sappiamo come fare. E poi sapendo che era la festa di Cristo Re, ricordavamo che stava scritto nella Messa: "Chiedete e vi darò in eredità le genti fino agli ultimi confini della Terra".
E ricordo che noi ragazze, ma piene di fede, credendo a tutto quello che Dio poteva fare, abbiamo chiesto, se è possibile, di servirlo fino agli ultimi confini della Terra. Ora dopo tanti anni di vita vediamo che Lui questo l'ha esaudito.