Gli studenti dell'Itis "Jannuzzi" di Andria raccontano l'esperienza di giurati al Trani Film Festival
I ragazzi della 5^ DI sono stati guidati dalla docente Stefania Vania
venerdì 25 febbraio 2022
8.24
Esperienze nuove e arricchenti, quelle che gli studenti dell'Itis "Sen. Onofrio Jannuzzi" di Andria stanno vivendo in questo anno scolastico di ripresa: tra queste, la partecipazione in qualità di giurati al Trani Film Festival, insieme a coetanei di altri istituti della provincia Bat. L'iniziativa rientra nel quadro delle competenze "allargate" che la scuola vuole far sviluppare ai propri studenti e rientra a pieno titolo nella progettualità di educazione visiva che il Miur stesso sollecita, in modo che si possano acquisire strumenti e metodi di analisi per conoscere la grammatica delle immagini e avere la consapevolezza della natura e della specificità del loro funzionamento. In cosa è consistita l'esperienza? Sono i ragazzi stessi della 5^ DI a raccontarlo, in un video realizzato insieme alla docente Stefania Vania.
«Un'esperienza di giuria estesa a noi studenti, e per la prima volta ad una classe intera nel nostro istituto. Abbiamo visionato per il Trani Film Festival una ventina di cortometraggi, italiani e stranieri, con successivi dibattito e votazione».
In che cosa è stata significativa?
«Prima di tutto è stata una proposta inaspettata, e particolarmente apprezzata, per noi che siamo prossimi ad una maturità, e privati di tante occasioni ed esperienze di crescita per via del periodo storico che stiamo vivendo. La partecipazione in classe, collettiva, alla stessa visione, cosa sempre più inusuale rispetto all'utilizzo delle piattaforme di streaming, ha stimolato il confronto e il coinvolgimento in prima persona, invogliandoci ad esprimere le nostre idee in libertà. Questa iniziativa ha permesso a molti di noi di conoscere un tipo di cinema differente dai lungometraggi a cui siamo abituati, nuovo non solo per la durata ma per la varietà dei contenuti e degli stili, proposti da regie di paesi e culture diversissime, in lingua originale.
Tra i temi, alcuni davvero importanti, ad esempio la denuncia della violenza sulle donne della coraggiosa Eva, oppure la storia animata di una bambina vittima di abusi in "Red Hands", o ancora la discriminazione di persone transgender di "Reza's wish". Il dibattito è stato acceso, per noi ha vinto Red Hands ma abbiamo attribuito una menzione d'onore al corto russo Incognito, la storia di un ciclista vittima di incidente, soccorso mancato e che insegue il sogno di una protesi adatta al suo sport compiendo furti e crimini».
Il ruolo degli insegnanti in questa esperienza?
«Proponiamo stimoli, cercando di mantenere un'azione neutra, lasciandoli esercitare una vera "cittadinanza attiva" nelle riflessioni, nelle scelte, nelle curiosità nei confronti di un linguaggio audiovisivo che conoscono poco da autodidatti ma che potrebbero dominare nelle competenze tecniche in uscita al loro percorso. Il nostro Istituto ha sempre puntato ad una formazione non esclusivamente tecnica ma completa, anche umanistica, diamo contenuti al loro spirito critico, alla loro vivacità che, devo dire, nelle nostre quinte è già maturità di pensiero e responsabilità. Un ringraziamento particolare va a Beppe Sbrocchi, responsabile del Tranifilmfestival, che lo ha proposto e portato a scuola, supportando i ragazzi nella visione e nel dibattito».
«Un'esperienza di giuria estesa a noi studenti, e per la prima volta ad una classe intera nel nostro istituto. Abbiamo visionato per il Trani Film Festival una ventina di cortometraggi, italiani e stranieri, con successivi dibattito e votazione».
In che cosa è stata significativa?
«Prima di tutto è stata una proposta inaspettata, e particolarmente apprezzata, per noi che siamo prossimi ad una maturità, e privati di tante occasioni ed esperienze di crescita per via del periodo storico che stiamo vivendo. La partecipazione in classe, collettiva, alla stessa visione, cosa sempre più inusuale rispetto all'utilizzo delle piattaforme di streaming, ha stimolato il confronto e il coinvolgimento in prima persona, invogliandoci ad esprimere le nostre idee in libertà. Questa iniziativa ha permesso a molti di noi di conoscere un tipo di cinema differente dai lungometraggi a cui siamo abituati, nuovo non solo per la durata ma per la varietà dei contenuti e degli stili, proposti da regie di paesi e culture diversissime, in lingua originale.
Tra i temi, alcuni davvero importanti, ad esempio la denuncia della violenza sulle donne della coraggiosa Eva, oppure la storia animata di una bambina vittima di abusi in "Red Hands", o ancora la discriminazione di persone transgender di "Reza's wish". Il dibattito è stato acceso, per noi ha vinto Red Hands ma abbiamo attribuito una menzione d'onore al corto russo Incognito, la storia di un ciclista vittima di incidente, soccorso mancato e che insegue il sogno di una protesi adatta al suo sport compiendo furti e crimini».
Il ruolo degli insegnanti in questa esperienza?
«Proponiamo stimoli, cercando di mantenere un'azione neutra, lasciandoli esercitare una vera "cittadinanza attiva" nelle riflessioni, nelle scelte, nelle curiosità nei confronti di un linguaggio audiovisivo che conoscono poco da autodidatti ma che potrebbero dominare nelle competenze tecniche in uscita al loro percorso. Il nostro Istituto ha sempre puntato ad una formazione non esclusivamente tecnica ma completa, anche umanistica, diamo contenuti al loro spirito critico, alla loro vivacità che, devo dire, nelle nostre quinte è già maturità di pensiero e responsabilità. Un ringraziamento particolare va a Beppe Sbrocchi, responsabile del Tranifilmfestival, che lo ha proposto e portato a scuola, supportando i ragazzi nella visione e nel dibattito».