Gli studenti del "Lotti-Umberto I" di Andria incontrano alcuni profughi dell'Ucraina
Un incontro toccante vissuto con grande partecipazione dai ragazzi
sabato 12 marzo 2022
14.46
Bandiere di tutti gli stati del mondo realizzate dagli studenti con la parola PACE nella lingua di ogni stato rappresentato; emozioni forti e parole di conforto e di vicinanza che hanno trovato spazio su un enorme cartellone preparato dai ragazzi, palloncini gialli e blu a rappresentare il colore della bandiera dell'Ucraina, canzoni a tema: tutto questo ha fatto da sfondo ad un commovente incontro che si è tenuto nell'anfiteatro all'aperto della sede centrale dell'Istituto sul particolare momento storico che si sta vivendo. Docenti ed alunni del Lotti-Umberto I hanno accolto 7 profughi fuggiti dalla città di Char'kov, in Ucraina.
Oscar, Slata, Marcel, Mascia e le loro mamme, accompagnati dal signor Giulio Cipriani, imprenditore ruvese trapiantato per lavoro a Char'kov, hanno raccontato, non trattenendo le lacrime, la loro triste vicenda: dall'improvviso attacco russo, alla rocambolesca fuga; dal lunghissimo viaggio, all'arrivo in Italia. Le storie e le parole, con la potenza della loro verità, hanno trasmesso ai presenti il grande coraggio del popolo ucraino nella loro battaglia per la libertà e per la democrazia. Il coraggio delle mamme, un'architetto, una psicologa e una imprenditrice, che all'improvviso hanno dovuto lasciare la vita tranquilla che conducevano, l'appartamento elegante nel quale vivevano, il lavoro, i risparmi, i figli maggiori, i mariti e sono fuggite con i figli più piccoli chiudendo il loro passato in un solo trolley e vedendo improvvisamente «la neve bianca macchiarsi di rosso sangue e buche enormi, grandi come questo anfiteatro, al posto delle case rase al suolo».
Il coraggio del sig. Cipriani che ha portato con sé i profughi aiutandoli in tutte le fasi del loro trasferimento tra mille peripezie. E ne aspetta altri in arrivo nei prossimi giorni. Il coraggio dei figli, senza più amici, amori, sogni, che hanno visto svanire un avvenire già programmato. Oscar era pronto per frequentare a Vienna un'università prestigiosa e Slata vuole fare la ballerina. Alla domanda «come possiamo aiutarvi» Oscar ha risposto «con un'informazione corretta, con aiuti economici per sostenere le associazioni di volontariato e purtroppo anche con le armi. La nostra resistenza è fortissima. Preferiamo morire, ma non arrenderci». Una lezione di coraggio, un coraggio che, come hanno affermato i ragazzi, viene da una parte sola: «dall'idea che abbiamo di noi stessi e della vita, del Paese in cui siamo nati, dall'idea che abbiamo della sua storia e di ciò che è accaduto prima di noi, dal desiderio di vivere da uomini liberi».
Il Dirigente del Lotti-Umberto I, il prof. Pasquale Annese, dopo aver ringraziato l'assessore alle politiche sociali del Comune di Ruvo Nicola Curci per aver contribuito alla realizzazione dell'incontro con i profughi ucraini, ha concluso chiedendo ai presenti di riflettere sulle testimonianze ascoltate perché sono la concreta dimostrazione di come i tempi che si stanno vivendo possono mutare repentinamente gli scenari, le idee, i fatti che credevamo consolidati. «Di giornate belle in questi anni ne abbiamo vissute tante – rimarca Annese -, ma questa ha avuto un sapore particolare. Lo sconforto e la rabbia nel vedere le madri ed i loro figli doversi separare dai loro affetti, dalla loro casa, da tutto quanto faticosamente costruito in una vita intera, si è però mescolato con la 'bellezza' dei loro volti e la 'determinazione' delle loro parole nel voler strenuamente riappropriarsi (anche con la forza), della loro patria, della loro identità, della loro libertà, così vigliaccamente deturpate. Ho visto i nostri ragazzi in coda per abbracciare I loro coetanei ucraini e commozione nei loro volti. Sicuramente una giornata che avrà segnato per sempre le loro vite, e forse anche le nostre».
Alla fine dell'incontro il Lotti-Umberto I ha offerto agli ospiti ucraini vino, olio ed altri prodotti dell'azienda agricola dell'istituto, mentre i ragazzi hanno raccolto una somma di denaro da devolvere a favore della popolazione ucraina.
Oscar, Slata, Marcel, Mascia e le loro mamme, accompagnati dal signor Giulio Cipriani, imprenditore ruvese trapiantato per lavoro a Char'kov, hanno raccontato, non trattenendo le lacrime, la loro triste vicenda: dall'improvviso attacco russo, alla rocambolesca fuga; dal lunghissimo viaggio, all'arrivo in Italia. Le storie e le parole, con la potenza della loro verità, hanno trasmesso ai presenti il grande coraggio del popolo ucraino nella loro battaglia per la libertà e per la democrazia. Il coraggio delle mamme, un'architetto, una psicologa e una imprenditrice, che all'improvviso hanno dovuto lasciare la vita tranquilla che conducevano, l'appartamento elegante nel quale vivevano, il lavoro, i risparmi, i figli maggiori, i mariti e sono fuggite con i figli più piccoli chiudendo il loro passato in un solo trolley e vedendo improvvisamente «la neve bianca macchiarsi di rosso sangue e buche enormi, grandi come questo anfiteatro, al posto delle case rase al suolo».
Il coraggio del sig. Cipriani che ha portato con sé i profughi aiutandoli in tutte le fasi del loro trasferimento tra mille peripezie. E ne aspetta altri in arrivo nei prossimi giorni. Il coraggio dei figli, senza più amici, amori, sogni, che hanno visto svanire un avvenire già programmato. Oscar era pronto per frequentare a Vienna un'università prestigiosa e Slata vuole fare la ballerina. Alla domanda «come possiamo aiutarvi» Oscar ha risposto «con un'informazione corretta, con aiuti economici per sostenere le associazioni di volontariato e purtroppo anche con le armi. La nostra resistenza è fortissima. Preferiamo morire, ma non arrenderci». Una lezione di coraggio, un coraggio che, come hanno affermato i ragazzi, viene da una parte sola: «dall'idea che abbiamo di noi stessi e della vita, del Paese in cui siamo nati, dall'idea che abbiamo della sua storia e di ciò che è accaduto prima di noi, dal desiderio di vivere da uomini liberi».
Il Dirigente del Lotti-Umberto I, il prof. Pasquale Annese, dopo aver ringraziato l'assessore alle politiche sociali del Comune di Ruvo Nicola Curci per aver contribuito alla realizzazione dell'incontro con i profughi ucraini, ha concluso chiedendo ai presenti di riflettere sulle testimonianze ascoltate perché sono la concreta dimostrazione di come i tempi che si stanno vivendo possono mutare repentinamente gli scenari, le idee, i fatti che credevamo consolidati. «Di giornate belle in questi anni ne abbiamo vissute tante – rimarca Annese -, ma questa ha avuto un sapore particolare. Lo sconforto e la rabbia nel vedere le madri ed i loro figli doversi separare dai loro affetti, dalla loro casa, da tutto quanto faticosamente costruito in una vita intera, si è però mescolato con la 'bellezza' dei loro volti e la 'determinazione' delle loro parole nel voler strenuamente riappropriarsi (anche con la forza), della loro patria, della loro identità, della loro libertà, così vigliaccamente deturpate. Ho visto i nostri ragazzi in coda per abbracciare I loro coetanei ucraini e commozione nei loro volti. Sicuramente una giornata che avrà segnato per sempre le loro vite, e forse anche le nostre».
Alla fine dell'incontro il Lotti-Umberto I ha offerto agli ospiti ucraini vino, olio ed altri prodotti dell'azienda agricola dell'istituto, mentre i ragazzi hanno raccolto una somma di denaro da devolvere a favore della popolazione ucraina.