Giustizia e diritti: tre leggi per tortura, carceri e droghe
Continua la raccolta firme: da ieri è possibile anche all'Ufficio Anagrafe di Andria. Obiettivo entro l'estate quello di raccogliere 50mila firme
mercoledì 15 maggio 2013
10.04
Giustizia e diritti: continua la raccolta firme per presentare le tre proposte di legge per iniziativa popolare su tortura, carceri e droghe. Ieri un'iniziativa pubblica svoltasi davanti al Tribunale di Trani, ha raggiunto l'obiettivo di poter permettere ai cittadini di firmare anche in luoghi pubblici dei comuni della BAT. Per la Città di Andria, per esempio, si potrà firmare all'Ufficio Anagrafe, mentre nei Comuni di Bisceglie e Trani nell'Ufficio Elettorale ed a Barletta nell'URP.
Obiettivo, ambizioso e concreto, è quello di raccogliere entro l'estate 50000 firme per ognuna delle tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario. La prima, prevede l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite.
La seconda, per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell'affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l'introduzione di una sorta di "numero chiuso" sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l'abrogazione del reato di clandestinità.
Infine, la terza proposta, con la modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell'impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.
L'iniziativa è promossa da: A Buon diritto, Acat Italia, A Roma, insieme - Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Canapuglia, Carcere Possibile, CGIL, Funzione Pubblica CGIL, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il Carcere Possibile Onlus, Il detenuto ignoto, Il Naga, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Progetto Diritti, Rete della Conoscenza, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.
Obiettivo, ambizioso e concreto, è quello di raccogliere entro l'estate 50000 firme per ognuna delle tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione. Proposte che costituiscono un vero e proprio programma di governo per ripristinare la legalità nel nostro sistema penale e penitenziario. La prima, prevede l'introduzione del reato di tortura nel codice penale, vuole sopperire ad una lacuna normativa grave. In Italia manca il crimine di tortura nonostante vi sia un obbligo internazionale in tal senso. Il testo prescelto è quello codificato nella Convenzione delle Nazioni Unite.
La seconda, per la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, vuole intervenire in materia di diritti dei detenuti e di riduzione dell'affollamento penitenziario, rafforzando il concetto di misura cautelare intramuraria come extrema ratio, proponendo modifiche alla legge Cirielli sulla recidiva, imponendo l'introduzione di una sorta di "numero chiuso" sugli ingressi in carcere, affinché nessuno vi entri qualora non ci sia posto. Insieme alla richiesta di istituzione di un Garante nazionale per i diritti dei detenuti, viene anche proposta l'abrogazione del reato di clandestinità.
Infine, la terza proposta, con la modifiche alla legge sulle droghe: depenalizzazione del consumo e riduzione dell'impatto, vuole modificare la legge sulle droghe che tanta carcerazione inutile produce nel nostro Paese. Viene superato il paradigma punitivo della legge Fini-Giovanardi, depenalizzando i consumi, diversificando il destino dei consumatori di droghe leggere da quello di sostanze pesanti, diminuendo le pene, restituendo centralità ai servizi pubblici per le tossicodipendenze.
L'iniziativa è promossa da: A Buon diritto, Acat Italia, A Roma, insieme - Leda Colombini, Antigone, Arci, Associazione Federico Aldrovandi, Associazione nazionale giuristi democratici, Associazione Saman, Bin Italia, Canapuglia, Carcere Possibile, CGIL, Funzione Pubblica CGIL, Conferenza nazionale volontariato giustizia, Cnca, Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, Fondazione Giovanni Michelucci, Forum droghe, Forum per il diritto alla salute in carcere, Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva Onlus, Gruppo Abele, Gruppo Calamandrana, Il Carcere Possibile Onlus, Il detenuto ignoto, Il Naga, Itaca, Libertà e Giustizia, Medici contro la tortura, Progetto Diritti, Rete della Conoscenza, Ristretti Orizzonti, Società della Ragione, Società italiana di Psicologia penitenziaria, Unione Camere penali italiane, Vic – Volontari in carcere.