Giunge alla seconda edizione il progetto "Stiamo al verde 2.0"
A cura dell'8° Circolo Didattico "Rosmini" in collaborazione con la Comunità "Migrantesliberi"
martedì 22 maggio 2018
«Gli alberi di ginkgo del Giappone provengono dalla Cina. Nella lingua giapponese essi vengono designati anche con alcuni caratteri cinesi che significano letteralmente "albero nonno-nipotino", perché se qualcuno pianta un ginkgo adesso, i frutti verranno raccolti dai nipoti. Quando guardo un alto albero di ginkgo, il mio pensiero va alle persone delle generazioni precedenti che lo hanno piantato e ne hanno avuto cura».
Torna nella sua seconda edizione il progetto "STIAMO AL VERDE 2.0" promosso dall'8° Circolo Didattico Rosmini - Andria in collaborazione con la Comunità "Migrantesliberi" di Andria.
Dopo la brillante esperienza passata, si è deciso di ripercorrere per il secondo anno le varie fasi del progetto, che prevede principalmente attività laboratoriali di manutenzione dell'area verde della scuola e giardinaggio, di laboratori di lettura e scrittura creativa in lingua italiana. Le attività, avviate dal 15 maggio scorso, si svolgeranno in orario pomeridiano fino a fine giugno e si concluderanno con l'inaugurazione di un roseto realizzato dai beneficiari e dedicato alla memoria dell'insegnante Rosa Zagaria.
Per questo, oltre al coinvolgimento di alunni e genitori dell'8 Circolo, prenderanno parte alle attività anche alcuni beneficiari del Progetto SPRAR "Come.Te", (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del Ministero dell'Interno) ospiti presso la Casa "Santa Croce–Rosario Livatino", bene confiscato alla criminalità e affidato alla Comunità "Migrantesliberi" di Andria, oltre agli ospiti della comunità educativa "Hänsel e Gretel".Uno degli obiettivi del progetto SPRAR è di promuovere e favorire l'integrazione sociale e culturale di richiedenti asilo e rifugiati, che consenta di lasciare una traccia dei percorsi, con lo scopo di dare a tutti i beneficiari la possibilità di conoscere, comprendere e condividere esperienze e valori comuni.
Educare, dal latino "educere", che sta per "trarre e condurre" e dalla particella "e", che sta per fuori. Per cui potremmo derivare che la parola "educare" ha la sua radice in "trarre fuori".
"Trarre fuori" è un gesto dell'arte maieutica è attenzione e cura soprattutto per l'altro e per ciò che ci circonda. Troppo poche sono ancora le persone che si prendono realmente cura di una persona, di una relazione, di un luogo, di una stanza, di un'aiuola, di un albero, e la scuola; è la fucina per "trarre fuori" i sentimenti universali dell'intera umanità, che ci rendono simili e uguali.
"Trarre fuori" qualcuno o di qualcosa è un gesto di eccezionale bellezza, verità e giustizia. "Trarre fuori" è un gesto che tramuta l'incolto in colto, il brutto in bello, la terra arida in terra fertile…
In un contesto storico che vede prevalere sentimenti di intolleranza e disumanità, "trarre fuori" dalle nuove generazioni una cultura del rispetto delle diversità, è un atto di rivoluzionaria umanità da coltivare nel presente con uno sguardo fiducioso al futuro.
E la scuola ha il compito di "trarre fuori" dagli alunni una coscienza civica, con la consapevolezza di porre le basi future per una democrazia partecipata e attiva per la difesa dell'ambiente e la promozione del bene comune.