Giuliano Di Matteo, uno chef andriese a Maiorca
Ex deejay, oggi gestisce il celebre ristorante Miramar di Port d'Andratx
giovedì 10 settembre 2015
12.55
Molto spesso risulta vincente il sodalizio tra cibo e televisione, infatti i palinsesti del piccolo schermo sono sempre più conditi da programmi gastronomici. La materia culinaria suscita interesse, stimola la creatività degli spettatori e, in alcuni casi, spezza la monotonia della routine quotidiana. Se un tempo la cucina era il regno indiscusso delle nonne, oggi non mancano i giovani di talento che si dilettano ai fornelli, riuscendo a conquistarsi una reputazione considerevole nel panorama della ristorazione internazionale E' il caso dell'andriese Giuliano Di Matteo, ex deejay e oggi chef del celebre ristorante Miramar di Port d'Andratx, a Maiorca. «Credo che una delle cose più piacevoli della vita - ci racconta lo stesso Di Matteo - sia la soddisfazione di aver potuto mangiare bene, ed il lavoro del grande team del Miramar è finalizzato alla gratificazione dei clienti. Per me la cucina è arte, sapore e qualità. Il segreto del successo sta nel selezionare accuratamente le materie prime, se è vero che noi siamo quel che mangiamo».
La Spagna è una terra frizzante ed accogliente, Maiorca viene annoverata tra le mete turistiche più gettonate del Vecchio Continente, forte del soggiorno estivo di star hollywoodiane e di campioni dello sport internazionale, eppure lo chef Di Matteo non ha mai dimenticato il suo passato andriese, perciò gli abbiamo chiesto se tornerebbe nella città natale. «Qualche volta penso all'Italia - confessa lui - e mi manca anche Andria, però sono lontano da vent'anni e troverei difficile ricominciare da zero, dopo aver girato per tanto tempo. Mai dire mai, ma quello che ho seminato qui è il frutto di lunghi anni di sacrifici. Sono stato a casa nel novembre scorso ed in città ho visto un fermento incredibile. Mi ha fatto piacere notare tanti locali nuovi e ben strutturati, i quali non hanno nulla da invidiare alle realtà gastronomiche delle grandi metropoli».
Giuliano ha avuto il coraggio di credere nei propri sogni ed oggi gestisce un antico ed elegante ristorante che, in passato, è stato frequentato anche dai Reali di Spagna. «Non è tutto oro - aggiunge lo chef - ciò che luccica. Bisogna viaggiare e sacrificarsi, talvolta accettando l'umiliazione professionale ed il portafoglio vuoto. Lo spirito di sacrifico e la voglia di imparare sono fondamentali per un giovane che vuole far bene in questo settore. Conoscere le persone giuste, che credono in te, può essere un grande vantaggio. Io sono stato fortunato, ho imparato tanto dal mio grande amico Nicola Quacquarelli, deceduto nel 2008. Egli mi ha lanciato, correndo il rischio di aprire un locale con me, che ero ancora inesperto. Lo ricorderò per sempre».
Infine Di Matteo ha voluto salutare Andria, mostrandosi profondamente grato nei confronti dei profumi, degli odori e dei colori della terra federiciana, che gli hanno permesso di trasformare in realtà quella che potrebbe sembrare una favola.
La Spagna è una terra frizzante ed accogliente, Maiorca viene annoverata tra le mete turistiche più gettonate del Vecchio Continente, forte del soggiorno estivo di star hollywoodiane e di campioni dello sport internazionale, eppure lo chef Di Matteo non ha mai dimenticato il suo passato andriese, perciò gli abbiamo chiesto se tornerebbe nella città natale. «Qualche volta penso all'Italia - confessa lui - e mi manca anche Andria, però sono lontano da vent'anni e troverei difficile ricominciare da zero, dopo aver girato per tanto tempo. Mai dire mai, ma quello che ho seminato qui è il frutto di lunghi anni di sacrifici. Sono stato a casa nel novembre scorso ed in città ho visto un fermento incredibile. Mi ha fatto piacere notare tanti locali nuovi e ben strutturati, i quali non hanno nulla da invidiare alle realtà gastronomiche delle grandi metropoli».
Giuliano ha avuto il coraggio di credere nei propri sogni ed oggi gestisce un antico ed elegante ristorante che, in passato, è stato frequentato anche dai Reali di Spagna. «Non è tutto oro - aggiunge lo chef - ciò che luccica. Bisogna viaggiare e sacrificarsi, talvolta accettando l'umiliazione professionale ed il portafoglio vuoto. Lo spirito di sacrifico e la voglia di imparare sono fondamentali per un giovane che vuole far bene in questo settore. Conoscere le persone giuste, che credono in te, può essere un grande vantaggio. Io sono stato fortunato, ho imparato tanto dal mio grande amico Nicola Quacquarelli, deceduto nel 2008. Egli mi ha lanciato, correndo il rischio di aprire un locale con me, che ero ancora inesperto. Lo ricorderò per sempre».
Infine Di Matteo ha voluto salutare Andria, mostrandosi profondamente grato nei confronti dei profumi, degli odori e dei colori della terra federiciana, che gli hanno permesso di trasformare in realtà quella che potrebbe sembrare una favola.