Giovedì Santo: l'Ultima Cena di Sant’Apollinare nuovo in Ravenna

Riflessione di Michele Carretta, incaricato diocesano per la Musica sacra, in occasione del Triduo Pasquale

giovedì 9 aprile 2020 4.03
Arte e musica possono essere alleati contro la noia o la tristezza che spesso accompagnano questi giorni, in cui siamo costretti a stare in casa. In questo senso, grande è l'opportunità di conoscere l'arte sacra diffusa in tutta Italia, a partire da quelle opere che si riferiscono alla Pasqua di Cristo, accompagnati da un ideale sottofondo musicale. È questa l'esperienza a cui vorrei invitare ogni lettore.

Al giovedì santo la Chiesa Cattolica ricorda l'istituzione dell'Eucaristia, momento cruciale della Vita di Cristo, che nella storia dell'arte è stato sempre rappresentato come l'Ultima cena. La sua prima rappresentazione nell'Occidente Cristiano è stata quella di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. Si tratta di uno dei 26 riquadri musivi dedicati alla vita di Cristo, situati nella fascia più alta della navata della basilica e databili agli inizi del VI secolo.

In primo piano vi è la figura del Cristo, che occupa il primo posto a sinistra, disteso su un fianco, alla maniera tipicamente orientale, insieme ai discepoli che siedono con lui attorno al tavolo. Il Cristo è rappresentato in dimensioni maggiori rispetto agli altri personaggi ed indossa una tunica ed un pallio di color porpora, segno di grande dignità, simile a quella dell'Imperatore. Sulla tavola due grossi pesci e sette pani, che servono a richiamo la moltiplicazione dei pani e dei pesci raccontata dai vangeli, e ora riletta in chiave eucaristica. Non a caso il quadro musivo della moltiplicazione è collocato esattamente di fronte a quello dell'Ultima cena ed entrambi vicini all'Altare, lì dove si perpetua il sacrificio incruento di Cristo, come afferma la teologia.

Se il pesce è chiaro simbolo cristologico, se si considera che pesce in greco è ICHTHYS, parola che viene letta come acronimo di Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore, il numero dei pani, sette, rimanda all'universalità del sacrificio eucaristico, istituito per tutti gli uomini, «per voi e per tutti», come si legge nei vangeli. L'Ultima cena, dunque, è il preludio di quanto si compirà a distanza di poche ore sul Calvario.

Abbiniamo idealmente a questa Ultima Cena, il brano "Adoro Te Devote", il cui testo costituisce una meditazione teologica sull'Eucarestia. Nel video in basso, l'esecuzione del Coro Vox et Anima di Andria.