Giorno del Ricordo: le foibe un'altra tragedia da condannare

Messaggi ed eventi in tutta la Provincia ed in particolare nella Città di Andria

lunedì 10 febbraio 2014 13.34
A cura di Stefano Massaro
Le vittime dei massacri delle Foibe nel Giorno del Ricordo, istituito per commemorare un'altra tragedia che fa da monito importante per tremendi atti. Numerose le iniziative in tutta la Provincia BAT, quest'oggi, 10 febbraio ed in particolare nella Città di Andria: «(...) un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una "pulizia etnica"». Con queste parole, il 10 febbraio del 2007, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano volle confermare un dovere che le istituzioni della Repubblica per troppo tempo hanno mancato di riconoscere.

«Dopo decenni di assoluto silenzio, solo nel marzo del 2004 è stata istituita la Giornata del Ricordo, solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno - ha detto stamane a Barletta il Presidente della Provincia BAT, Francesco Ventola - Faccio mie le parole del Nostro Presidente, rappresentante di tutti gli Italiani che hanno sofferto per troppi anni nell'oblio. Ricordare la tragedia di migliaia e migliaia di famiglie italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia, i cui cari furono imprigionati, uccisi, gettati nelle foibe a ridosso della fine della Seconda guerra Mondiale, significa non dimenticare. Ma oggi voglio rivolgermi soprattutto alle giovani generazioni, con un'esortazione: siate promotori di pace, di fratellanza e uguaglianza nei confronti di qualsiasi altro cittadino del mondo. Siate gelosi custodi della memoria affinché simili atrocità non si ripetano. Se riusciremo a mantener viva la fiamma della memoria, il 10 febbraio (Giorno del Ricordo) così come il 27 gennaio (Giornata della Memoria) non resteranno due semplici date da cerchiare in rosso nel calendario dei ricordi!».

Al Monumento ai Caduti di Andria, invece, è avvenuto stamane lo scoprimento di un cippo commemorativo dedicato ai martiri delle foibe, alla presenza delle autorità civili e militari del territorio, nonché di una rappresentanza di studenti andriesi. Tra le diverse iniziative dell'Amministrazione Comunale per il Giorno del Ricordo, vi è stato il Patrocinio per la ristampa della pubblicazione "Il Rumore del Silenzio" di Ilias Tsilividis, sulla questione dei massacri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. L'ultimo appuntamento sarà in programma giovedì 13 febbraio alle ore 18,30 presso la Biblioteca Comunale "Giuseppe Ceci", con l'incontro sul tema "2004-2014: Dieci anni di Ricordo - analisi, valutazioni e bilanci sull'attuazione della Legge n. 92/2004". Interverranno, tra gli altri, Lorenzo Salimbeni, presidente comitato scientifico del "Comitato 10 febbraio" e Gianluca Veneziani, giornalista di "Libero" e "L'intraprendente".

Inoltre fino a venerdì 14 febbraio è possibile visitare la mostra "Istria, Fiume e Dalmazia: l'identità italiana impressa nelle pietre", aperta a partire da lunedì 10 febbraio, dalle ore 9 alle ore 13 ed il martedì e giovedì dalle ore 16 alle ore 18.
Un fiocco tricolore per riallacciare il filo con la storia dimenticata

E' un'iniziativa del blog arditipensieri.it di Andria per ricordare i martiri delle foibe e gli esuli giuliano dalmati. «Questa notte con atto semplice di devozione a brillare sarà la memoria - scrivono da Arditi Pensieri Andria - Sarà l'intreccio cromatico di tre colori gloriosi, sarà un fiocco affisso sulle targhe delle vie cittadine dedicate a quei luoghi dove la vergogna si consumò. In quei luoghi che nelle piaghe dello spirito assoluto della storia portano il nome delle Foibe, degli esuli e dei morti italiani. I figli dell'Istria, Dalmazia, Friuli, Trieste, Trento, Zara, Fiume, Gorizia, nonché nostri fratelli di sangue vengono ricordati da noi Arditi pensatori con il gesto dell'apposizione di un fiocco tricolore. Questo affinché nulla di quell'orrore, di quella violenza, di quelle persone vada dimenticato. Già troppo tempo trascorse nella polvere e nell'ignoranza, nel silenzio e nell'indifferenza. Ecco perché noi oggi ci spingiamo dignitosamente verso questo piccolo gesto al fine di destare i cuori e le coscienze, per innescare quel meraviglioso moto umano che è la conoscenza, quella libera espressione della ragione e del cuore. Molto si sta facendo, molto c'è da fare, e noi oggi qui mettiamo mano al cantiere della memoria per onorare e dare la giusta dignità ai nostri connazionali e a tutte quelle persone morte e costrette a sopportare le ingiurie e l'odio delle ideologie e dei pregiudizi».