Giornata della Memoria: da 69 anni Auschwitz è un monito

Ventola: «Mai più tali orrori». Miani: «Troppi diritti sono ancora non rispettati»

lunedì 27 gennaio 2014 10.11
A cura di Stefano Massaro
E' facile chiedersi: ma quando non vi saranno più le testimonianze dirette dei sopravvissuti cosa accadrà? L'obbligo di tutti è ricordare, utilizzare foto, video, racconti, tramandare memoria e difendere la cultura. Da 69 anni, infatti, Auschwitz è il luogo del "monito" per l'umanità: il 27 gennaio del 1945, il campo di concentramento tedesco fu liberato dall'arrivo dell'esercito sovietico che pose fine alle tremende sofferenze del popolo ebraico. Ed in questa giornata si celebra proprio il Giorno della Memoria, sempre un pochino troppo annebbiata ultimamente, ma che corre l'obbligo e la dignità di tener vivo dal primo all'ultimo cittadino per tenere alte le facili derive estremiste.

E il mondo politico-amministrativo, in qualche modo, ci prova anche a livello locale con in testa il Prefetto della BAT, Clara Minerva, che sarà a Barletta nel Teatro Curci, questa mattina, per consegnare le medaglie d'onore concesse dal Presidente della Repubblica a due cittadini barlettani che hanno subito la deportazione e l'internamento in un lager nazista. Allo stesso evento parteciperà anche Francesco Ventola, presidente della BAT, che stamane scrive: «"Mai più si ripetano tali orrori, che costituiscono una vergogna per l'umanità". Queste parole sono state scritte da Papa Francesco al rabbino di Buenos Aires Avraham Skorka riferendosi allo Shoah - dice Ventola - Con questo spirito è necessario celebrare la Giornata della Memoria».

Più articolato il pensiero di Giuliano Miani, Segretario andriese del PdCI che dice: «Oggi 27 Gennaio 2013 chiunque non può sottrarsi ad una doverosa quanto semplice azione da compiere nei confronti della storia e di quanti furono vittime di indescrivibili e disumane sofferenze:quella del ricordo. Noi del PdCI ci teniamo a rimembrare che nel mondo troppi diritti sono ancora non rispettati né tutelati. Ancora troppe violazioni, troppo razzismo, omofobia, islamofobia, antisemitismo. Dunque, non possiamo che affiancare ad un'imprescindibile analisi storica una non meno importante disamina della realtà che ora ci circonda: si parla di rispetto ma alla minima occasione si cerca il colpevole in chi è "diverso" che sia immigrato che sia omosessuale o che sia differente da quei canoni oramai inculcatici in anni ed anni di tradizionalismo bieco ed obsoleto. Ed allora, passi in avanti sono stati compiuti, ma che soprattutto oggi, non possiamo non considerare che viva deve essere in tutti noi la convinzione che molta strada deve essere ancora percorsa per garantire la libertà in tutte le sue sfaccettature».

Appello anche dal Sindaco di Andria Giorgino e dall'Assessore alla Cultura Nespoli, a ricordare nelle scuole questa importante giornata (Articolo 26 gennaio 2014 - Lettera ed iniziative), come farà giovedì prossimo la Scuola "Manzoni" di Andria.