Giornata della disabilità, P. Francesco Prontera, «Impegnati nell'integrazione»

Il rettore del Centro di Riabilitazione A. Quarto di Palo e Mons. G. Di Donna, interviene sull'importanza della non discriminazione

martedì 6 dicembre 2016
Ospiti, familiari ed educatori del Centro di Riabilitazione A. Quarto di Palo e Mons. G. Di Donna dell'Ordine dei Padri Trinitari, sabato scorso, 3 dicembre, hanno celebrato la giornata internazionale delle disabilità nella maniera più semplice possibile, ovvero con i giochi e l'attività ludico-ricreativa che quotidianamente mettono in campo.

Certamente l'atmosfera natalizia ha permesso di ricreare quell'atmosfera di familiarità che contraddistingue la buona riuscita di ogni tipo di terapia riabilitativa, una caratteristica che da sempre, ovvero dal 1963, anno della sua istituzione accompagna lo spirito di questo Istituto. Centro che venne realizzato inizialmente come internato per minori affetti da handicap psicofisici o da irregolarità della condotta, permeato dal rispetto del carisma di redenzione e di liberazione dalle forme di schiavitù, proprio dell'Ordine Trinitario.

"Questa particolare giornata – sottolinea padre Francesco Prontera, rettore da pochi mesi dell'istituto Quarto di Palo -è un momento di gioia e condivisione, nel quale ci riuniamo con i nostri ospiti e le loro famiglie per raccordarci riguardo l'incessante attività di integrazione e riabilitazione che gli operatori del Centro di Riabilitazione A. Quarto di Palo e Mons. G. Di Donna dell'Ordine dei Padri Trinitari predispongono verso i nostri fratelli. La società attuale ha una maggiore recettività e predisposizione verso le problematiche legate alla disabilità in genere, per cui i pregiudizi ancora oggi esistenti vengono superati con meno problemi rispetto al passato. Ho colto con grande soddisfazione la sinergia e la collaborazione esistente tra famiglie ed equipe psico-medico-motoria, un positivo connubio che premia gli sforzi dell'Istituto, tesi ad offrire quanta più professionalità e qualità all' attività di integrazione.

Riprendendo le parole del Santo Padre, raccolte con animo vivo nella nostra recente visita a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia, dobbiamo ricordarci che "Il modo in cui viviamo la malattia e la disabilità è indice dell'amore che siamo disposti a offrire. Il modo in cui affrontiamo la sofferenza e il limite è criterio della nostra libertà di dare senso alle esperienze della vita, anche quando ci appaiono assurde e non meritate. Non lasciamoci turbare, pertanto, da queste tribolazioni (cfr 1 Ts 3,3). Sappiamo che nella debolezza possiamo diventare forti (cfr 2 Cor 12,10), e ricevere la grazia di completare ciò che manca in noi delle sofferenze di Cristo, a favore della Chiesa suo corpo (cfr Col 1,24); un corpo che, ad immagine di quello del Signore risorto, conserva le piaghe, segno della dura lotta, ma sono piaghe trasfigurate per sempre dall'amore".
Clown e attori
Clown e attori
Clown e attori
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