Gesù, otto giorni dopo
Gennaro 'Gino' Piccolo condivide una riflessione di Igino Giordani
domenica 1 gennaio 2023
Maria, parlaci di Lui. Vi ho già parlato tante volte di Lui. Parlaci ancora di Lui. Come tante volte hai fatto, sul far della sera, ai tanti che accoglievi sulla porta di casa col tuo sorriso buono. Parlaci ancora di Lui, sin da quel momento che Tu, Maria, - per la prima volta lo hai chiamato Gesù e tra voi due iniziò lo scambio d'amore più bello che mai sia passato da anima ad anima, da labbro a labbro e da allora l'umanità prese a chiamare: Gesù e Maria; e in quei due nomi cercò la Salvezza: Lui la salute, Lei la madre della Salute.
Bastò quel nome, Gesù, per colmare di luce i ciechi, per dare sanità agli infermi, per dare l'amore ai desolati. Esso riempì di poesia e forza, anche nell'aridità più tremenda i cuori delle vergini e dei confessori; e diede una pienezza e una bellezza agli spasimi dei martiri. Quel nome sostenne le prove d'infinite creature attanagliate del dubbio e dall'angoscia, dalla fame e dal tradimento. Quel nome ispirò i geni della poesia e dell'arte.
Bastava e basta levarlo, quel nome, per significare un indirizzo di libertà e di liberazione: libertà verso i potenti, liberazione dalla mediocrità e dalla paura. Nelle notti più buie della guerra e della fazione, Gesù, invocato, ristabilisce la purezza e la trasparenza e ricrea il senso della vita. Ché in Lui è la vita. Gesù: quante volte questo nome trepidò sul labbro e nel cuore di Maria e di altre grandi donne e grandi uomini che per tutti significava il supremo Amore. Guerre e passioni, avarizia e bestialità avvolgono, di cerchi di fiamma, il triste pianeta, rendendone l'esistenza precaria e odiosa: ma contro quei cerchi scarlatti di distruzioni ogni momento, d'ogni angolo della terra, da milioni di cuori, quel nome suscita e immette nel circuito sociale la tenerezza di Dio.
Gesù! E così pronunziato, si è condensata e si condensa la nostra speranza e la nostra forza: la bellezza e la bontà; il divino e l'umano redento. Tutta la dolcezza del Suo nome adorabile si nutriva del sacrificio, iniziato sin dalla nascita: nascita in una grotta, con l'uccisione dei bambini, la fuga in Egitto, la miseria, l'orrore. Di fronte a tanto mistero d'amore l'umanità, stupisce, grata, non sa che ripetere, condensando la meraviglia del cielo e della terra: Gesù!
Parlaci di Lui, Maria. Ci aiuta a raccoglierci e intravvedere i riflessi del Suo volto; è come venire nella Tua terra; accarezzare con lo sguardo le colline della Galilea e vederle con i suoi occhi; sentire il Suo respiro, camminare sulle pietre che lo hanno visto passare e trovare una Sua traccia. Parlaci ancora di Lui, Maria.
Bastò quel nome, Gesù, per colmare di luce i ciechi, per dare sanità agli infermi, per dare l'amore ai desolati. Esso riempì di poesia e forza, anche nell'aridità più tremenda i cuori delle vergini e dei confessori; e diede una pienezza e una bellezza agli spasimi dei martiri. Quel nome sostenne le prove d'infinite creature attanagliate del dubbio e dall'angoscia, dalla fame e dal tradimento. Quel nome ispirò i geni della poesia e dell'arte.
Bastava e basta levarlo, quel nome, per significare un indirizzo di libertà e di liberazione: libertà verso i potenti, liberazione dalla mediocrità e dalla paura. Nelle notti più buie della guerra e della fazione, Gesù, invocato, ristabilisce la purezza e la trasparenza e ricrea il senso della vita. Ché in Lui è la vita. Gesù: quante volte questo nome trepidò sul labbro e nel cuore di Maria e di altre grandi donne e grandi uomini che per tutti significava il supremo Amore. Guerre e passioni, avarizia e bestialità avvolgono, di cerchi di fiamma, il triste pianeta, rendendone l'esistenza precaria e odiosa: ma contro quei cerchi scarlatti di distruzioni ogni momento, d'ogni angolo della terra, da milioni di cuori, quel nome suscita e immette nel circuito sociale la tenerezza di Dio.
Gesù! E così pronunziato, si è condensata e si condensa la nostra speranza e la nostra forza: la bellezza e la bontà; il divino e l'umano redento. Tutta la dolcezza del Suo nome adorabile si nutriva del sacrificio, iniziato sin dalla nascita: nascita in una grotta, con l'uccisione dei bambini, la fuga in Egitto, la miseria, l'orrore. Di fronte a tanto mistero d'amore l'umanità, stupisce, grata, non sa che ripetere, condensando la meraviglia del cielo e della terra: Gesù!
Parlaci di Lui, Maria. Ci aiuta a raccoglierci e intravvedere i riflessi del Suo volto; è come venire nella Tua terra; accarezzare con lo sguardo le colline della Galilea e vederle con i suoi occhi; sentire il Suo respiro, camminare sulle pietre che lo hanno visto passare e trovare una Sua traccia. Parlaci ancora di Lui, Maria.