Gal "Le Città di Castel del Monte", Giorgino: «Basta con ritardi»

L’appello del presidente alla chiarezza in una fase cruciale per il mondo rurale

sabato 31 marzo 2018 10.03
«Che nessuno azzardi sospetti: il lavoro dei Gal pugliesi, e segnatamente quello del Gruppo di Azione Locale "Le Città di Castel del Monte", è stato sempre improntato all'ottenimento del massimo risultato, a nutrire con efficacia il legame tra istituzioni e imprese del mondo agricolo, a promuovere e sviluppare politiche di concertazione per il territorio. Questo ritardo nella partenza della programmazione, non più quantificabile in mesi, ma in anni, è addirittura privo di logica. Che la Regione Puglia, responsabile unica di questo rallentamento, si assuma le proprie responsabilità e dica una parola risolutiva in questa vicenda che ha assunto toni grotteschi». È senza mezze misure la presa di posizione del Gal CdM, esplicitata dalle parole del suo presidente Nicola Giorgino. Il Consiglio di Amministrazione della società di sviluppo rurale ha stigmatizzato il comportamento equivoco della dirigenza regionale circa i ritardi accumulati nel cronoprogramma 2014-2020, giunto virtualmente ad appena due anni dalla naturale scadenza senza essere nemmeno entrato nel vivo, mostrando disappunto anche per l'insolita "uscita a vuoto" della Coldiretti, che ha avanzato la proposta di destinare fondi destinati all'approccio Leader a misure destinate (secondo l'organizzazione datoriale) a nuovi insediamenti in agricoltura.
«Un azzardo che ha il sapore del populismo spicciolo, – precisa Giorgino - alla luce dell'infondatezza della pretesa e per svariate ragioni. Coldiretti, infatti, è stata sempre seduta ai tavoli che contano, inserendo responsabilmente propri uomini nei Cda di quasi tutti i Gal, come è avvenuto anche per le altre sigle sindacali agricole. Oggi chiamarsi improvvisamente fuori è assurdo e sospetto. Si aggiunga il fatto che il nostro Gal è risultato in assoluto il più virtuoso di Puglia e tra i più virtuosi di Italia, anche per effetto del sacrificio responsabile del personale, che ha accettato, in un momento così drammatico per l'occupazione nel nostro Paese, di fermare immediatamente le attività retribuite, pur continuando, in molti casi, in spirito di assoluto sacrificio, a progettare, pensare e spendere energie per una ventura programmazione apparsa oggi ancora nebulosa. E non si può ignorare la mole ingente di lavoro profusa per mettere in piedi un dialogo efficace tra istituzioni e imprese locali, funzione che nessun altro organismo può svolgere meglio di come sia stato svolto»
«Siamo sconcertati dall'accaduto – conclude Giorgino - ed allo stesso punto determinati a vedere la luce al termine di questo lunghissimo ed enigmatico tunnel. Che la Regione faccia il proprio percorso di chiarezza: noi continueremo a fare la nostra parte in difesa della nostra terra, penalizzata quasi scientificamente da architetture cervellotiche di tanti oscuri burocrati per cui il fare conta meno della propria vuota retorica».