Francesca Malerba ad Andria con "Salento rock. Andati via senza salutare"
Domenica 10 aprile alle 19 presenterà il suo romanzo a Persepolis
sabato 9 aprile 2016
Proseguono in tutta la Puglia le presentazioni del romanzo di Francesca Malerba edito dalla casa editrice salentina Kurumuny "Salento rock. Andati via senza salutare". Domenica 10 aprile, alle ore 19.00, l'autrice sarà ad Andria, accompagnata dallo sceneggiatore e copywriter Davide Potente, ospite della Libreria Persepolis.
La storia è ambientata a Galatina che, alla fine degli anni Ottanta, non è davvero un paese per giovani. Ben prima del boom che ne farà una cartolina patinata per turisti, il Salento è tutto preso dallo sforzo di darsi una lucidata di rispettabilità, rinnegando a ogni costo uno scomodo passato contadino. Così si finisce per perdere la propria anima; o così la pensa Antonio - uno come tanti, senz'arte né parte, insofferente al giudizio conformista della gente, con l'idea vaga che la vita sia altrove. È fra i ragazzi come lui che l'eroina s'insinua seducente, e prende potere e presto imperversa e miete vittime, come una piaga biblica: un disastro di proporzioni tali da disgregare il tessuto sociale di una generazione. A caso e per capriccio, come una dea annoiata, si prende il figlio del primario, il bell'Alessandro, brillante e inafferrabile; e Gaetano, che paga al prezzo più alto la miope proterva ansia di riscatto del padre. Si prende Gigi-dagli-occhi-blu, sempre pronto a menar le mani e innamorare le ragazze; e Daniele e Marina e la felicità perduta di un'infanzia in campagna dai nonni. Discesi agli inferi, quasi sempre con un biglietto di sola andata. A tessere le fila del racconto è Cristina, narratore tutt'altro che onnisciente, che nella Galatina di quegli anni bruciati vive il suo tragico delicatissimo romanzo di formazione, fra i sogni ordinari di una liceale di provincia e la distanza siderale dal mondo dei 'grandi', da un'educazione impartita a divieti e interdizioni. La realtà brutale della tossicodipendenza e del contagio da Hiv si svela per gradi ai suoi occhi, in un percorso che è insieme dolorosa perdita dell'innocenza e consapevole conquista d'identità, fino a infliggerle il morso di una lacerazione insanabile. Ma non c'è solo il drago, in quest'intensa lirica violenta favola rock. Ci sono gli angeli: qualcuno ha le ali lacerate e un velo di tristezza sugli occhi. E i cavalieri, con qualche macchia sull'armatura provata da terribili fendenti, e la perenne paura di (ri)cadere. Quelli del centro Athena, Lele e Luciana su tutti: la generazione che ha vissuto il '77, l'ultima ad aver creduto nella rivoluzione; giovani per cui la parola "impegno" ha ancora un senso, nonostante il fardello ineluttabile di un passato che torna a ri-mordere. E ancora, in Salento rock c'è il coraggio disperato di legami che sfidano la morte, il sostegno di amicizie che resistono inossidabili alle intemperie e ai disinganni, il languore struggente dei primi amori, quelli per cui Ti-amo è troppo poco, quelli del Morirei-per-te. Perché, con le parole dell'autrice, «non è la droga la protagonista di questo romanzo. Sono i giovani di vent'anni fa. Gli stessi disagi, reazioni e destini diversi. Il punk rock e il grunge. La passione e il disimpegno. Le regole e la trasgressione. La siringa e la chitarra, o tutte e due. Un passato troppo recente per essere dimenticato».
La storia è ambientata a Galatina che, alla fine degli anni Ottanta, non è davvero un paese per giovani. Ben prima del boom che ne farà una cartolina patinata per turisti, il Salento è tutto preso dallo sforzo di darsi una lucidata di rispettabilità, rinnegando a ogni costo uno scomodo passato contadino. Così si finisce per perdere la propria anima; o così la pensa Antonio - uno come tanti, senz'arte né parte, insofferente al giudizio conformista della gente, con l'idea vaga che la vita sia altrove. È fra i ragazzi come lui che l'eroina s'insinua seducente, e prende potere e presto imperversa e miete vittime, come una piaga biblica: un disastro di proporzioni tali da disgregare il tessuto sociale di una generazione. A caso e per capriccio, come una dea annoiata, si prende il figlio del primario, il bell'Alessandro, brillante e inafferrabile; e Gaetano, che paga al prezzo più alto la miope proterva ansia di riscatto del padre. Si prende Gigi-dagli-occhi-blu, sempre pronto a menar le mani e innamorare le ragazze; e Daniele e Marina e la felicità perduta di un'infanzia in campagna dai nonni. Discesi agli inferi, quasi sempre con un biglietto di sola andata. A tessere le fila del racconto è Cristina, narratore tutt'altro che onnisciente, che nella Galatina di quegli anni bruciati vive il suo tragico delicatissimo romanzo di formazione, fra i sogni ordinari di una liceale di provincia e la distanza siderale dal mondo dei 'grandi', da un'educazione impartita a divieti e interdizioni. La realtà brutale della tossicodipendenza e del contagio da Hiv si svela per gradi ai suoi occhi, in un percorso che è insieme dolorosa perdita dell'innocenza e consapevole conquista d'identità, fino a infliggerle il morso di una lacerazione insanabile. Ma non c'è solo il drago, in quest'intensa lirica violenta favola rock. Ci sono gli angeli: qualcuno ha le ali lacerate e un velo di tristezza sugli occhi. E i cavalieri, con qualche macchia sull'armatura provata da terribili fendenti, e la perenne paura di (ri)cadere. Quelli del centro Athena, Lele e Luciana su tutti: la generazione che ha vissuto il '77, l'ultima ad aver creduto nella rivoluzione; giovani per cui la parola "impegno" ha ancora un senso, nonostante il fardello ineluttabile di un passato che torna a ri-mordere. E ancora, in Salento rock c'è il coraggio disperato di legami che sfidano la morte, il sostegno di amicizie che resistono inossidabili alle intemperie e ai disinganni, il languore struggente dei primi amori, quelli per cui Ti-amo è troppo poco, quelli del Morirei-per-te. Perché, con le parole dell'autrice, «non è la droga la protagonista di questo romanzo. Sono i giovani di vent'anni fa. Gli stessi disagi, reazioni e destini diversi. Il punk rock e il grunge. La passione e il disimpegno. Le regole e la trasgressione. La siringa e la chitarra, o tutte e due. Un passato troppo recente per essere dimenticato».
FRANCESCA MALERBA, nata a Galatina (LE) nel 1977, ha trascorso gli anni universitari a Bologna e dal 2002 vive a Roma, dove lavora nell'Istituto di Neuroscienze fondato da Rita Levi-Montalcini. Appassionata di danza, musica e letteratura, cerca di applicare a questi settori creativi tutta la sua attitudine da ricercatrice scientifica.