Fials Bat, replica a Delle Donne: «Non ci si ammala di solo Covid»

«Le nostre proposte per garantire assistenza sanitaria a tutti i cittadini», sottolinea l'organizzazione sindacale

giovedì 22 ottobre 2020 12.51
«Dispiace costatare che gli allarmi e le proposte della FIALS vengano considerate, dal direttore generale Delle Donne, polemiche. Evidentemente - commentano Angelo Somma e Sergio Di Liddo rispettivamente Segretario e Vice segretario della FIALS BAT, l'organizzazione sindacale che riunisce tutte le figure professionali impegnate nel mondo della sanità - non è a conoscenza delle difficoltà che in questi giorni stanno incontrando moltissimi cittadini e pazienti non solo di Bisceglie ma di tutta la Provincia Bat affetti da altre patologie importanti che si recano (quando va bene al coperto) negli affollatissimi pronto soccorso in continuo rischio assembramento attendendo ore e ore per essere visitati e curati.

Inoltre Precisiamo al direttore Generale che la FIALS non si è mai espressa contraria al ricovero dei pazienti Covid nel Presidio Ospedaliero di Bisceglie, in considerazione che in questi ultimi quattro mesi i pazienti Covid sia pure con numeri ridotti sono stati sempre presenti nell'unità operativa di malattie infettive del P.O. di Bisceglie garantendo comunque l'attività ordinaria ora ci viene detto che le nostre proposte sono impraticabili per la sicurezza dei pazienti. Quindi la richiesta di rivedere il provvedimento di chiusura totale di un intero Ospedale con 160 posti letto concertando altre soluzioni, si potevano e si possono ancora attuare come più volte segnalato, ad esempio continuando a gestire i pazienti affetti da SARS COV2 nella unità operativa di malattie infettive, dedicando l'intera ala della palazzina che peraltro è provvista di un accesso dedicato, mantenendo comunque le normali attività ordinaria ospedaliere cosi come si è proceduto nei mesi scorsi.

In base alle recenti dichiarazioni del Direttore del Dipartimento della Salute di utilizzare anche strutture ospedaliere private, perché non si considera di utilizzare i padiglioni vuoti dell'Ospedale Universo Salute di Bisceglie arredati e spaziosi? L'utilizzo dell'Ospedale di Canosa di Puglia, peraltro completamente ristrutturato e con reparti di degenza "vuoti" ma dotati di personale medico e di comparto. Garantendo così il mantenimento delle attività ordinare ed urgenza in tutti e tre i presidi ospedalieri della Asl Bat senza trascurare altri pazienti affetti da altre patologie, evitando una nuova emergenza sanitaria che riguarda tutte le attività ospedaliere routinarie, drasticamente interrotte per continuare a fronteggiare la sola emergenza COVID-19 che secondo gli esperti non sarà di breve durata.

Siamo pienamente consapevoli che i pronto soccorso e i reparti tornano a riempirsi e, purtroppo, anche i dati delle Terapie Intensive sono in salita. Oramai la cosiddetta seconda ondata di Covid-19 è arrivata, con numeri importanti anche in Puglia. Ci aspettavamo che tra le sue dichiarazioni, il Direttore Generale facesse cenno a procedure per nuove assunzioni di personale infermieristico e di supporto, o.s.s. e ausiliari socio sanitari considerato le decine di dimissioni subentrate in questi ultimi mesi di operatori socio sanitari e infermieri, assunti a tempo determinato per l'emergenza Covid, considerato anche le decine di operatori sanitari assenti nelle unità operative in quanto risultati positivi e molti altri posti in quarantena in quanto contatti stretti. Dovevamo essere in grado con esperienza acquisita di non ripetere vecchi errori.

Le numerose segnalazioni e denunce della FIALS in difesa della salute dei cittadini dei diritti dei lavoratori sono rimaste inascoltate. In una situazione in continua evoluzione, seppur in larga parte prevedibile, le criticità sembrano essere quelle dei mesi scorsi. I Pronto Soccorso degli ospedali della Bat e dell'hinterland sono già sovraccarichi, con scarsa organizzazione che rischia di compromettere la qualità delle cure e dell'assistenza ai pazienti. E ovviamente è a rischio anche il personale, a causa della scarsa propensione delle aziende a proteggere gli operatori sanitari, non soltanto con le tute e le maschere ma anche con un monitoraggio continuo con test di screening tampone/esame sierologico. Numerose le segnalazioni che ci giungono dagli ospedali non Covid di scarsa presenza di dpi nelle unità operative, Il rischio è che il sistema collassi per davvero: questa volta non c'è l'adrenalina a tenere i corpi in piedi e le menti attive.

Già, perché è proprio sulle spalle degli operatori sanitari (medici infermieri tecnici sanitari o.s.s. e ausiliari sanitaservice) che si gioca il grosso della partita, e necessario che la politica ad ogni livello ascolti i professionisti in prima linea e che vi sia maggiore coinvolgimento, da parte delle Direzioni, dei rappresentanti dei lavoratori nelle scelte aziendali per la lotta alla diffusione del coronavirus. Gli infermieri e tutti coloro che operano nelle strutture ospedaliere e sanitarie non vogliono essere eroi "usa e getta", prima spremuti e poi abbandonati: vogliono solo poter svolgere la loro professione al meglio per i pazienti, senza mettere in pericolo se stessi», conclude la Fials.