Festa della Repubblica: il 2 giugno si festeggia l'Italia
Sindaco Giorgino: «Andria scelse la Repubblica in controtendenza con il Sud»
lunedì 2 giugno 2014
9.49
La Festa della Repubblica è la festa dell'Italia, dei suoi principi e dei suoi valori, dell'unione di comunità spesso diverse ma da sempre unite in un territorio porta del Mar Mediterraneo. Le guerre, le criticità, la scienza, l'arte, il territorio, le tradizioni: tutto riunito in una Repubblica con la scelta dei cittadini italiani del 2 giugno del 1946. Andria ne fu una riprova, una mosca bianca nel mezzogiorno d'Italia dove quasi ovunque prevalse la monarchia.
Ed il Sindaco della Città di Andria, Nicola Giorgino, ci ha tenuto a partire proprio da questo dato nel suo messaggio per la festività del 2 giugno: «La Festa della Repubblica Italiana ci offre l'occasione di riflettere sui valori fondanti ed unificanti delle nostre comunità - dice Giorgino - il 2 Giugno 1946, data del referendum istituzionale fra Monarchia e Repubblica e di elezione contestuale dell'Assemblea Costituente, ha rappresentato un passaggio epocale per gli italiani, che si è sostanziato attraverso il pieno riconoscimento del suffragio universale che ha reso i cittadini partecipi delle scelte fondamentali dopo anni fortemente controversi. In particolare le donne, fino ad allora escluse dai processi decisionali, entravano a pieno titolo nella formazione della Repubblica. La città di Andria non è rimasta esclusa da questi importanti mutamenti storici e sociali, prova ne è stata la netta affermazione della Repubblica ad Andria a margine del referendum istituzionale, dove 31.289 elettori, pari all'89% degli aventi diritto, correvano alle urne.
Un dato significativo, quello della partecipazione al voto, reso ancora più rilevante dall'affermazione delle ragioni repubblicane rispetto a quelle monarchiche, caso raro non solo in Puglia ma nello stesso Mezzogiorno d'Italia, dove la Monarchia aveva prevalso pressoché ovunque. Pertanto, il rapporto di Andria con questa Festa, a 68 anni di distanza, assume sempre un significato pregnante, degno di essere ricordato con decoro istituzionale. Solo partendo da comuni valori di riferimento, si può favorire la creazione di una scala di priorità che deve necessariamente vedere il cittadino parte attiva all'interno della comunità e, pertanto, portatore di modelli positivi. Nessuno può e deve sottrarsi a questa nobile chiamata alla coesione sociale ed ai doveri di solidarietà sanciti dalla Carta Costituzionale, la cui gemmazione risale a quel lontano 2 Giugno 1946, nascita della Repubblica Italiana».
Ed il Sindaco della Città di Andria, Nicola Giorgino, ci ha tenuto a partire proprio da questo dato nel suo messaggio per la festività del 2 giugno: «La Festa della Repubblica Italiana ci offre l'occasione di riflettere sui valori fondanti ed unificanti delle nostre comunità - dice Giorgino - il 2 Giugno 1946, data del referendum istituzionale fra Monarchia e Repubblica e di elezione contestuale dell'Assemblea Costituente, ha rappresentato un passaggio epocale per gli italiani, che si è sostanziato attraverso il pieno riconoscimento del suffragio universale che ha reso i cittadini partecipi delle scelte fondamentali dopo anni fortemente controversi. In particolare le donne, fino ad allora escluse dai processi decisionali, entravano a pieno titolo nella formazione della Repubblica. La città di Andria non è rimasta esclusa da questi importanti mutamenti storici e sociali, prova ne è stata la netta affermazione della Repubblica ad Andria a margine del referendum istituzionale, dove 31.289 elettori, pari all'89% degli aventi diritto, correvano alle urne.
Un dato significativo, quello della partecipazione al voto, reso ancora più rilevante dall'affermazione delle ragioni repubblicane rispetto a quelle monarchiche, caso raro non solo in Puglia ma nello stesso Mezzogiorno d'Italia, dove la Monarchia aveva prevalso pressoché ovunque. Pertanto, il rapporto di Andria con questa Festa, a 68 anni di distanza, assume sempre un significato pregnante, degno di essere ricordato con decoro istituzionale. Solo partendo da comuni valori di riferimento, si può favorire la creazione di una scala di priorità che deve necessariamente vedere il cittadino parte attiva all'interno della comunità e, pertanto, portatore di modelli positivi. Nessuno può e deve sottrarsi a questa nobile chiamata alla coesione sociale ed ai doveri di solidarietà sanciti dalla Carta Costituzionale, la cui gemmazione risale a quel lontano 2 Giugno 1946, nascita della Repubblica Italiana».