9 maggio, Festa dell'Europa: il pensiero del Centro Igino Giordani
Il referente Gennaro Piccolo condivide alcune frasi di uomini che hanno lottato per l'Europa
martedì 9 maggio 2017
9 maggio, Festa dell'Europa. Il Centro Igino Giordani di Andria, attraverso il referente Gennaro (Gino) Piccolo, condivide il proprio pensiero assieme ad alcune frasi di uomini e donne che si sono prodigati per l'unità europea: «E' bello sentire preziosa la ricorrenza della "Festa dell'Europa" che cade il 9 maggio prossimo, preziosa perché aiuta a rinnovare il ricordo e la gratitudine per quegli uomini che hanno speso anni della loro vita agognando fortemente una Europa Unita e Fraterna: Adenauer, Bech, Beyen, Churchill, De Gasperi, Hallstein, Mansholt, Monnet, Spaak, Spinelli e tanti altri uomini e donne che vi hanno contribuito aggiungendo pietre importanti sulle quali l'Europa ha gettato le sue fondamenta.
Altrettanto bello e impressionante è constatare come, pur col passare degli anni, le loro personalità vadano assumendo la loro reale statura e ancora oggi parlano e per le quali la morte anziché chiudere il loro discorso lo ha reso più chiaro e, nel tempo, sempre più lo distingue dalla politica del rumore. Dev'essere stato affascinante per chi ha avuto l'opportunità di conoscere almeno uno di questi uomini, di ascoltarlo, parlargli, sentire ardere nel loro petto la passione per Ideali così alti come l'Unità e la Fraternità! Che festa sia e ci riporti all'impegno europeistico di questi uomini sul quale ancora tanto occorrerebbe soffermarsi per meglio comprendere quanto concreta sia stata la loro "battaglia" che li ha impegnati come uomini politici, di cultura, come cristiani. Dilata il cuore cogliere che nei fondatori e padri dell'Europa unita l'Europa non era considerata come il fine ultimo del loro sforzo di unione. Nella loro visione, l'Europa è una famiglia di popoli fratelli, ma aperta ad una missione universale. L'Europa vuole la propria unità anche per contribuire all'unità della famiglia umana.
Ci si chiede: Ma proporsi l'unità della famiglia umana non è forse, si potrebbe pensare, una speranza illusoria? "Direi di no, perché puntare a un mondo unito è piuttosto quanto i segni dei tempi domandano – così affermava Chiara Lubich a Stoccarda l'8 maggio 2004 in occasione del grande appuntamento Insieme per l'Europa - tra movimenti e comunità di varie chiese cristiane". E Chiara Lubich proseguiva: "E allora chiediamoci: per stare al passo coi tempi e con Dio ed i suoi piani, riguardanti l'Europa e per il mondo, quale il modo ideale di comportarci? L'abbiamo già annunciato ed è utile ripetercelo: tradurre in vita da subito quell'idea-forza che è la 'Fratellanza Universale', e farlo vivendo l'"arte di amare", arte che si deve vivere anche in politica, apporto indispensabile per raggiungere il mondo unito".
9 Maggio 2017: Festa dell'Europa! Che festa sia e apra nuove strade e rinnovata spinta nel contribuire insieme nel realizzare il Continente che tutti vogliamo ed in particolare, tra idealità e concretezza, chiedono ad alta voce i giovani:
-Francesco Tortorella (Italia): "Vorrei un'Europa che si dedichi con tutte le forze, come ha fatto con la libertà e l'uguaglianza, a vivere la Fraternità, non solo all'interno ma con tutti i popoli del mondo".
-Maja Calfova (Slovacchia): "L'Europa siamo noi; siamo noi che possiamo costruire o bloccare l'unità nel nostro ambiente".
-Rebecca Wagner (Germania): "Spesso abbiamo paura di rischiare e quindi niente si muove, perché non vogliamo investire delle forze in qualcosa che magari dopo si rivela vano. Però, poiché sperimento di continuo che l'amore di Dio mi tocca, mi cambia, trovo anche il coraggio di impegnarmi. Posso ricominciare da capo per perché Dio ama nuovi inizi".
-Kathrin Hartmann (Austria): "Vorrei un'Europa dove tutti si sentono liberi di ammettere di avere delle domande aperte. Un'Europa dove non si costruisce uno pseudo-mondo, per fuggire dai problemi reali e dalle domande della vita".
9 maggio 2017: Festa dell'Europa! Che festa sia e porti tutti noi "cittadini e politici" ad iniziare più seriamente ad attuare , con la fede del bambino evangelico, la Fraternità universale in Europa, in vista di un mondo unito».
Altrettanto bello e impressionante è constatare come, pur col passare degli anni, le loro personalità vadano assumendo la loro reale statura e ancora oggi parlano e per le quali la morte anziché chiudere il loro discorso lo ha reso più chiaro e, nel tempo, sempre più lo distingue dalla politica del rumore. Dev'essere stato affascinante per chi ha avuto l'opportunità di conoscere almeno uno di questi uomini, di ascoltarlo, parlargli, sentire ardere nel loro petto la passione per Ideali così alti come l'Unità e la Fraternità! Che festa sia e ci riporti all'impegno europeistico di questi uomini sul quale ancora tanto occorrerebbe soffermarsi per meglio comprendere quanto concreta sia stata la loro "battaglia" che li ha impegnati come uomini politici, di cultura, come cristiani. Dilata il cuore cogliere che nei fondatori e padri dell'Europa unita l'Europa non era considerata come il fine ultimo del loro sforzo di unione. Nella loro visione, l'Europa è una famiglia di popoli fratelli, ma aperta ad una missione universale. L'Europa vuole la propria unità anche per contribuire all'unità della famiglia umana.
Ci si chiede: Ma proporsi l'unità della famiglia umana non è forse, si potrebbe pensare, una speranza illusoria? "Direi di no, perché puntare a un mondo unito è piuttosto quanto i segni dei tempi domandano – così affermava Chiara Lubich a Stoccarda l'8 maggio 2004 in occasione del grande appuntamento Insieme per l'Europa - tra movimenti e comunità di varie chiese cristiane". E Chiara Lubich proseguiva: "E allora chiediamoci: per stare al passo coi tempi e con Dio ed i suoi piani, riguardanti l'Europa e per il mondo, quale il modo ideale di comportarci? L'abbiamo già annunciato ed è utile ripetercelo: tradurre in vita da subito quell'idea-forza che è la 'Fratellanza Universale', e farlo vivendo l'"arte di amare", arte che si deve vivere anche in politica, apporto indispensabile per raggiungere il mondo unito".
9 Maggio 2017: Festa dell'Europa! Che festa sia e apra nuove strade e rinnovata spinta nel contribuire insieme nel realizzare il Continente che tutti vogliamo ed in particolare, tra idealità e concretezza, chiedono ad alta voce i giovani:
-Francesco Tortorella (Italia): "Vorrei un'Europa che si dedichi con tutte le forze, come ha fatto con la libertà e l'uguaglianza, a vivere la Fraternità, non solo all'interno ma con tutti i popoli del mondo".
-Maja Calfova (Slovacchia): "L'Europa siamo noi; siamo noi che possiamo costruire o bloccare l'unità nel nostro ambiente".
-Rebecca Wagner (Germania): "Spesso abbiamo paura di rischiare e quindi niente si muove, perché non vogliamo investire delle forze in qualcosa che magari dopo si rivela vano. Però, poiché sperimento di continuo che l'amore di Dio mi tocca, mi cambia, trovo anche il coraggio di impegnarmi. Posso ricominciare da capo per perché Dio ama nuovi inizi".
-Kathrin Hartmann (Austria): "Vorrei un'Europa dove tutti si sentono liberi di ammettere di avere delle domande aperte. Un'Europa dove non si costruisce uno pseudo-mondo, per fuggire dai problemi reali e dalle domande della vita".
9 maggio 2017: Festa dell'Europa! Che festa sia e porti tutti noi "cittadini e politici" ad iniziare più seriamente ad attuare , con la fede del bambino evangelico, la Fraternità universale in Europa, in vista di un mondo unito».