Famiglia Brudaglio, alla scoperta di Nicolantonio scultore del '700
Antolini: «Una testimonianza storica di grande rilevanza per la città»
domenica 8 novembre 2015
12.11
Tra '700 ed '800 nella Città di Andria c'è stata una importante scuola di scultori. Una scuola di scultori che ha trovato il suo apice nella bottega della famiglia Brudaglio del quale abbiamo già conosciuto nelle scorse settimane uno degli ultimi rappresentati, Vito, grazie al completo restauro della Statua dell'Addolorata all'interno della Chiesa di San Nicola. Nella cornice del Museo Diocesano, invece, la presentazione di un libro del Dott. Antolini, è stata l'occasione giusta per dare merito e celebrare un'altro rappresentante della famiglia Brudaglio, nato nel 1703 ad Andria, ed autore di numerose sculture sia nella Città di Andria che in tutto il mezzogiorno tra Napoli e Basilicata. Si tratta di Nicolantonio Brudaglio presentato assieme ai preziosi interventi di Mons. Luigi Renna e della Prof.ssa Mimma Pasculli Ferrara. L'evento è stato moderato dalla giornalista andriese Nunzia Saccotelli.
«Nicolantonio Brudaglio, deceduto nel 1788 sempre ad Andria, fu allievo del più consacrato Giacomo Colombo - ci dice il Dott. Riccardo Antolini - Lo scultore andriese soggiornò a Napoli per un lungo periodo, fino a stabilirsi definitivamente ad Andria, nel 1743, dove realizzò su un fiorente atelier. La famiglia dei Brudaglio è stata una famosa famiglia di intagliatori, che nel corso di quasi due secoli, creò ad Andria una vera e propria scuola dove si formarono molti artigiani locali, impegnati a iterare modelli e tipologie dei maestri fino alla metà del XIX secolo, riscuotendo grandi consensi soprattutto presso la committenza più legata alla tradizione iconografica locale e meno propensa ad accettare le novità dell'arte. Numerose sono le opere di Brudaglio sparse tra la Puglia, Basilicata e Molise, per la maggior parte firmate così da poter ricostruire l'iter artistico. Nicola Antonio eseguì statue lignee soprattutto per le comunità francescane, contribuendo alla popolarità di una iconografia che è la più diffusa del mondo cristiano».
Attualmente sono diversi i lavori ancora visibili anche nella Città di Andria. In particolare diverse sono le statue presenti all'interno del Convento di Santa Maria Vetere anche se, proprio nella loro città, i maestri Brudaglio non hanno lasciato moltissima traccia. L'appassionato racconto di Riccardo Antolini ha consentito di ripercorrere un tratto di strada ampio del '700 andriese sino ad arrivare all'800 con l'inevitabile collegamento a Vito Brudaglio uno degli ultimi rappresentati dei maestri scultori andriesi. Una riscoperta di tradizioni e storia che rende merito a concittadini celebri rimasti nell'ombra per molti anni ma che hanno dato lustro e tradizione all'intera collettività andriese.
«Nicolantonio Brudaglio, deceduto nel 1788 sempre ad Andria, fu allievo del più consacrato Giacomo Colombo - ci dice il Dott. Riccardo Antolini - Lo scultore andriese soggiornò a Napoli per un lungo periodo, fino a stabilirsi definitivamente ad Andria, nel 1743, dove realizzò su un fiorente atelier. La famiglia dei Brudaglio è stata una famosa famiglia di intagliatori, che nel corso di quasi due secoli, creò ad Andria una vera e propria scuola dove si formarono molti artigiani locali, impegnati a iterare modelli e tipologie dei maestri fino alla metà del XIX secolo, riscuotendo grandi consensi soprattutto presso la committenza più legata alla tradizione iconografica locale e meno propensa ad accettare le novità dell'arte. Numerose sono le opere di Brudaglio sparse tra la Puglia, Basilicata e Molise, per la maggior parte firmate così da poter ricostruire l'iter artistico. Nicola Antonio eseguì statue lignee soprattutto per le comunità francescane, contribuendo alla popolarità di una iconografia che è la più diffusa del mondo cristiano».
Attualmente sono diversi i lavori ancora visibili anche nella Città di Andria. In particolare diverse sono le statue presenti all'interno del Convento di Santa Maria Vetere anche se, proprio nella loro città, i maestri Brudaglio non hanno lasciato moltissima traccia. L'appassionato racconto di Riccardo Antolini ha consentito di ripercorrere un tratto di strada ampio del '700 andriese sino ad arrivare all'800 con l'inevitabile collegamento a Vito Brudaglio uno degli ultimi rappresentati dei maestri scultori andriesi. Una riscoperta di tradizioni e storia che rende merito a concittadini celebri rimasti nell'ombra per molti anni ma che hanno dato lustro e tradizione all'intera collettività andriese.