Ex Carabiniere ucciso in Brasile. Il fratello: "È stato abbandonato dallo Stato. Rivogliamo la salma"
Marmo e De Mucci (FI): "L'intervento dei parlamentari Gasparri, Romani e Vitali per dare giustizia a un servitore dello Stato"
mercoledì 29 novembre 2017
20.53
Venticinque anni di onorata carriera e da dieci anni in Brasile alla ricerca di una vita dignitosa, quella che la sua Patria non è riuscita ad assicurargli dopo la pensione.
È questa la vita di Mario Simone, ex carabiniere andriese di 51 anni, ucciso lo scorso 17 novembre con colpi di arma da fuoco e machete. Il decesso è avvenuto tre giorni dopo l'aggressione. Ad avvertire i familiari dell'accaduto è stata la Farnesina. Sul posto si è recato il fratello Rino che, dopo il riconoscimento del corpo, non è riuscito ad ottenere il trasferimento della salma in Italia a causa di difficoltà burocratiche.
Ben poche sono le certezze su quello che sia accaduto e su cui indagherà la locale Polizia brasiliana.
"Mio fratello si era trasferito per vivere in maniera dignitosa con una pensione esigua. -afferma Pasquale, un altro fratello della vittima, che vive ad Andria- Aveva l'uniforme stampata sulla pelle e si è sempre adoperato per proteggere i più deboli.
La violenza brutale della malavita organizzata brasiliana lo ha sopraffatto, mentre è mancata un'azione repentina da parte dello Stato italiano, che rimane tutt'ora silente. Vogliamo uno Stato che faccia sentire la propria presenta agli italiani all'estero, che mostri fortemente la volontà di proteggere i suoi cittadini. Mio fratello è stato abbandonato dalle istituzioni e da chi avrebbe dovuto stargli accanto sin dal momento in cui è stato ferito.
Grazie all'intervento della stampa sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo e chiediamo che l'Italia invii in Brasile un aereo militare per recuperare il corpo di mio fratello".
"Lo Stato italiano si è rivelato tiepido alla questione - affermano Nino Marmo e Luigi De Mucci (FI) - e non ha neppure dichiarato, tramite la Farnesina, la sua disponibilità a farsi carico delle spese di trasporto della salma. Abbiamo quindi ritenuto di chiedere l'intervento dei senatori Gasparri e Romani e dell'onorevole Vitali che hanno prontamente raccolto il nostro appello, contattando i vertici del Ministero degli Esteri.
Un lavoro - concludono Marmo e De Mucci - che stiamo portando avanti affinché possa essere resa giustizia ad un Servitore dello Stato e sia dato il doveroso sostegno alla sua famiglia".
È questa la vita di Mario Simone, ex carabiniere andriese di 51 anni, ucciso lo scorso 17 novembre con colpi di arma da fuoco e machete. Il decesso è avvenuto tre giorni dopo l'aggressione. Ad avvertire i familiari dell'accaduto è stata la Farnesina. Sul posto si è recato il fratello Rino che, dopo il riconoscimento del corpo, non è riuscito ad ottenere il trasferimento della salma in Italia a causa di difficoltà burocratiche.
Ben poche sono le certezze su quello che sia accaduto e su cui indagherà la locale Polizia brasiliana.
"Mio fratello si era trasferito per vivere in maniera dignitosa con una pensione esigua. -afferma Pasquale, un altro fratello della vittima, che vive ad Andria- Aveva l'uniforme stampata sulla pelle e si è sempre adoperato per proteggere i più deboli.
La violenza brutale della malavita organizzata brasiliana lo ha sopraffatto, mentre è mancata un'azione repentina da parte dello Stato italiano, che rimane tutt'ora silente. Vogliamo uno Stato che faccia sentire la propria presenta agli italiani all'estero, che mostri fortemente la volontà di proteggere i suoi cittadini. Mio fratello è stato abbandonato dalle istituzioni e da chi avrebbe dovuto stargli accanto sin dal momento in cui è stato ferito.
Grazie all'intervento della stampa sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo e chiediamo che l'Italia invii in Brasile un aereo militare per recuperare il corpo di mio fratello".
"Lo Stato italiano si è rivelato tiepido alla questione - affermano Nino Marmo e Luigi De Mucci (FI) - e non ha neppure dichiarato, tramite la Farnesina, la sua disponibilità a farsi carico delle spese di trasporto della salma. Abbiamo quindi ritenuto di chiedere l'intervento dei senatori Gasparri e Romani e dell'onorevole Vitali che hanno prontamente raccolto il nostro appello, contattando i vertici del Ministero degli Esteri.
Un lavoro - concludono Marmo e De Mucci - che stiamo portando avanti affinché possa essere resa giustizia ad un Servitore dello Stato e sia dato il doveroso sostegno alla sua famiglia".