Esposizione delle antiche Croci del Venerdì santo durante la Fiera d'Aprile
Ricordato il prof. Enrico Losito, tra gli animatori del sodalizio religioso
lunedì 24 aprile 2017
Come ormai tradizione la Pia Associazione Crociferi di Andria, in occasione dell'annuale Fiera d'Aprile ha voluto aprire ai visitatori, nel centro storico e nelle ore serali, le antiche chiesette di Santa Chiara e di San Micheluzzo, insieme all'esposizione di alcune delle storiche croci del Venerdì Santo.
Quest'anno l'esposizione delle antiche croci lignee dell'800 napoletano, assume un significato particolare, come ha tenuto a sottolineare il presidente del sodalizio, Giuseppe Zefferino, in quanto "il 6 agosto scorso ci ha lasciati improvvisamente il prof. Enrico Losito, tesoriere e animatore di tante iniziative della Pia Associazione Crociferi di Andria".
E' infatti molto antica la devozione del popolo andriese verso queste storiche croci del Venerdì santo.
Per l'esattezza si tratta di ventidue croci dipinte ad olio, di scuola napoletana, che vengono portate a spalla durante la processione dei Misteri, appunto il Venerdì santo. Un numero che è diminuito con il passare degli anni a causa anche della negligenza con cui le croci erano custodite nel passato. La croce più antica conservata è datata 1850 ma si presume che potevano esistere di più vecchie visto che da ricordi tramandati dovevano essere trentatrè come gli anni di Gesù al momento della Crocifissione.
Queste storiche croci interamente in legno, furono realizzate a grandezza reale proprio per dare la sensazione a chi le trasportava di essere pervaso un pò dalla Passione di Cristo che ha sopportato quel peso durante il Calvario. L'andatura lenta e la loro maestosità ha costituito da sempre l'elemento distintivo della processione dei Misteri del venerdì Santo.
Furono realizzate da artigiani locali con legni facilmente reperibili come quercia, castagno e alberi da frutto. Gli artigiani, impossibilitati a custodirle nelle proprie case, le affidarono ai loro parroci, che provvidero ad alloggiarle in luoghi adatti.
Questa collezione è considerata un'opera unica che nasce dalla pietà popolare tipica dell'ottocento che utilizzava le croci come effetto scenico nella processione devozionale.
Il merito della scoperta e della loro individuazione si deve al diacono Michele Melillo, quando nel prendersi cura dei locali attigui alla chiesa di San Domenico trovò nell'androne del Rosario (sede dove si riuniva la Confraternita del Rosario) le croci deturpate dall'incuria. Subito si preoccupò di catalogarle creando una scheda dettagliata con le caratteristiche di ogni croce e successivamente provvide a riunire gli uomini che casualmente le portavano a spalla durante la processione in un'associazione chiamata Pia Associazione Crociferi.
Alcune delle croci che fino al 1995 furono conservate nella chiesa di San Domenico, in seguito all'avvio dei lavori di restauro, furono trasferite nella chiesetta di San Micheluzzo per volere del vescovo di Andria mons. Raffaele Calabro. Le altre croci invece erano conservate nell'antica chiesa rupestre di Gesù Misericordia, nella parrocchia di San Francesco d'Assisi e nella chiesetta di San Bartolomeo oggi sede dell'Unitalsi.
Sul finire degli anni '90, grazie all'Amministrazione comunale guidata da Vincenzo Caldarone, il diacono Michele Melillo potè realizzare un pregevole quanto unico libro che raccontava la storia e catalogava ad una ad una le storiche croci del Venerdì santo di Andria.
Quest'anno l'esposizione delle antiche croci lignee dell'800 napoletano, assume un significato particolare, come ha tenuto a sottolineare il presidente del sodalizio, Giuseppe Zefferino, in quanto "il 6 agosto scorso ci ha lasciati improvvisamente il prof. Enrico Losito, tesoriere e animatore di tante iniziative della Pia Associazione Crociferi di Andria".
E' infatti molto antica la devozione del popolo andriese verso queste storiche croci del Venerdì santo.
Per l'esattezza si tratta di ventidue croci dipinte ad olio, di scuola napoletana, che vengono portate a spalla durante la processione dei Misteri, appunto il Venerdì santo. Un numero che è diminuito con il passare degli anni a causa anche della negligenza con cui le croci erano custodite nel passato. La croce più antica conservata è datata 1850 ma si presume che potevano esistere di più vecchie visto che da ricordi tramandati dovevano essere trentatrè come gli anni di Gesù al momento della Crocifissione.
Queste storiche croci interamente in legno, furono realizzate a grandezza reale proprio per dare la sensazione a chi le trasportava di essere pervaso un pò dalla Passione di Cristo che ha sopportato quel peso durante il Calvario. L'andatura lenta e la loro maestosità ha costituito da sempre l'elemento distintivo della processione dei Misteri del venerdì Santo.
Furono realizzate da artigiani locali con legni facilmente reperibili come quercia, castagno e alberi da frutto. Gli artigiani, impossibilitati a custodirle nelle proprie case, le affidarono ai loro parroci, che provvidero ad alloggiarle in luoghi adatti.
Questa collezione è considerata un'opera unica che nasce dalla pietà popolare tipica dell'ottocento che utilizzava le croci come effetto scenico nella processione devozionale.
Il merito della scoperta e della loro individuazione si deve al diacono Michele Melillo, quando nel prendersi cura dei locali attigui alla chiesa di San Domenico trovò nell'androne del Rosario (sede dove si riuniva la Confraternita del Rosario) le croci deturpate dall'incuria. Subito si preoccupò di catalogarle creando una scheda dettagliata con le caratteristiche di ogni croce e successivamente provvide a riunire gli uomini che casualmente le portavano a spalla durante la processione in un'associazione chiamata Pia Associazione Crociferi.
Alcune delle croci che fino al 1995 furono conservate nella chiesa di San Domenico, in seguito all'avvio dei lavori di restauro, furono trasferite nella chiesetta di San Micheluzzo per volere del vescovo di Andria mons. Raffaele Calabro. Le altre croci invece erano conservate nell'antica chiesa rupestre di Gesù Misericordia, nella parrocchia di San Francesco d'Assisi e nella chiesetta di San Bartolomeo oggi sede dell'Unitalsi.
Sul finire degli anni '90, grazie all'Amministrazione comunale guidata da Vincenzo Caldarone, il diacono Michele Melillo potè realizzare un pregevole quanto unico libro che raccontava la storia e catalogava ad una ad una le storiche croci del Venerdì santo di Andria.