Emergenza covid 19 in Puglia, per la scuola che succederà da lunedì 8 marzo?
Accelerare sui vaccini e trovare una soluzione per il personale escluso, la richiesta dei sindacati
sabato 6 marzo 2021
7.46
Incognita scuola con il nuovo DPCM, che è in vigore da oggi, sabato 6 marzo. Il provvedimento emanato dall'esecutivo guidato dal premier Draghi, cambia in modo sostanziale la cornice normativa all'interno della quale devono operare le istituzioni scolastiche. Nel contempo si va modificando anche il contesto epidemiologico.
L'articolo 21 del Decreto rende la possibilità d'intervento dei presidenti delle Regioni da un lato più chiara e precisa, dall'altro più circoscritta e stringente. A tal riguardo, infatti, per le scriventi valgono le seguenti considerazioni:
1. l'art. 21 al comma 2 presuppone che la possibilità d'intervento tramite ordinanza regionale dei Presidenti di Regione siano limitate esclusivamente all'adozione delle misure previste dall'art. 43 (istituzioni scolastiche in zona rossa) e consistenti, pertanto, nella sospensione delle attività dei servizi educativi dell'infanzia e della didattica in presenza per tutte le altre scuole di ogni ordine e grado sull'intero territorio regionale o sui singoli territori provinciali e comunali;
2. tale possibilità è esercitabile solo per i seguenti motivi: • incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti; • motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
È del tutto evidente che se da un lato viene ammessa la possibilità in capo ai Presidenti di Regione di emettere eventuali ordinanze, dall'altro viene limitato il tipo di intervento normativo di un'eventuale ordinanza regionale unicamente all'estensione della modalità prevista per le scuole in zona rossa. Non sono più ammesse, quindi, modalità alternative di intervento da parte della Regione.
La situazione epidemiologica in Puglia
La situazione epidemiologica nella nostra regione appare particolarmente preoccupante, soprattutto alla luce dei nuovi criteri introdotti dall'ultimo DPCM. Nelle province di Bari e Taranto, secondo quanto pubblicato dal Dipartimento regionale della salute, relativamente alla settimana che va dal 23 febbraio al 2 marzo, risulta allarmante il numero dei contagi rispetto alla soglia 250/100.000 stabilita dal Governo che, sicuramente, accende un campanello di allarme rispetto al numero dei contagi che si stanno propagando con estrema velocità nelle scuole, senza risparmiare quelle dell'infanzia. I dati medi settimanali su 100 mila abitanti delle altre province sono 156 per Brindisi, 167 per Bat, 202 per Foggia, 87 per Lecce, mentre la media regionale è di 190.
«Alla luce di questi dati - scrivono i sindacati - e delle considerazioni sopra esposte, sollecitiamo la Regione a un'accelerazione dei vaccini al personale scolastico e a trovare soluzioni per quelle categorie di lavoratori (fragili, ultrasessantacinquenni, quarantene, ecc), che restano ancora senza risposte rispetto ai tempi di vaccinazione, oltre che per chi lavora fuori regione e per i TFA sostegno, personale scuole private, enti di formazione, AFAM, Università e Enti di ricerca. Infine, chiediamo che si dia attuazione concreta ai presìdi sanitari deliberati dalla giunta regionale lo scorso 1° febbraio, di cui a tutt'oggi non si vede neanche l'ombra».
L'articolo 21 del Decreto rende la possibilità d'intervento dei presidenti delle Regioni da un lato più chiara e precisa, dall'altro più circoscritta e stringente. A tal riguardo, infatti, per le scriventi valgono le seguenti considerazioni:
1. l'art. 21 al comma 2 presuppone che la possibilità d'intervento tramite ordinanza regionale dei Presidenti di Regione siano limitate esclusivamente all'adozione delle misure previste dall'art. 43 (istituzioni scolastiche in zona rossa) e consistenti, pertanto, nella sospensione delle attività dei servizi educativi dell'infanzia e della didattica in presenza per tutte le altre scuole di ogni ordine e grado sull'intero territorio regionale o sui singoli territori provinciali e comunali;
2. tale possibilità è esercitabile solo per i seguenti motivi: • incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti; • motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.
È del tutto evidente che se da un lato viene ammessa la possibilità in capo ai Presidenti di Regione di emettere eventuali ordinanze, dall'altro viene limitato il tipo di intervento normativo di un'eventuale ordinanza regionale unicamente all'estensione della modalità prevista per le scuole in zona rossa. Non sono più ammesse, quindi, modalità alternative di intervento da parte della Regione.
La situazione epidemiologica in Puglia
La situazione epidemiologica nella nostra regione appare particolarmente preoccupante, soprattutto alla luce dei nuovi criteri introdotti dall'ultimo DPCM. Nelle province di Bari e Taranto, secondo quanto pubblicato dal Dipartimento regionale della salute, relativamente alla settimana che va dal 23 febbraio al 2 marzo, risulta allarmante il numero dei contagi rispetto alla soglia 250/100.000 stabilita dal Governo che, sicuramente, accende un campanello di allarme rispetto al numero dei contagi che si stanno propagando con estrema velocità nelle scuole, senza risparmiare quelle dell'infanzia. I dati medi settimanali su 100 mila abitanti delle altre province sono 156 per Brindisi, 167 per Bat, 202 per Foggia, 87 per Lecce, mentre la media regionale è di 190.
«Alla luce di questi dati - scrivono i sindacati - e delle considerazioni sopra esposte, sollecitiamo la Regione a un'accelerazione dei vaccini al personale scolastico e a trovare soluzioni per quelle categorie di lavoratori (fragili, ultrasessantacinquenni, quarantene, ecc), che restano ancora senza risposte rispetto ai tempi di vaccinazione, oltre che per chi lavora fuori regione e per i TFA sostegno, personale scuole private, enti di formazione, AFAM, Università e Enti di ricerca. Infine, chiediamo che si dia attuazione concreta ai presìdi sanitari deliberati dalla giunta regionale lo scorso 1° febbraio, di cui a tutt'oggi non si vede neanche l'ombra».