Emergenza cinghiali: "Occorre un piano straordinario di cattura"
La nota del consigliere regionale Enzo Colonna
martedì 20 marzo 2018
6.04
Proseguono gli avvistamenti di branchi, sempre più numerosi di cinghiali, ormai sempre più nelle immediate vicinanze delle nostre città. Un fenomeno che desta sempre più preoccupazione. Ecco la nota del consigliere regionale del gruppo "Noi a Sinistra per la Puglia", Enzo Colonna
"Occorre intervenire con estrema urgenza per risolvere o quanto meno arginare i problemi causati dalla invasiva presenza di numerosissimi cinghiali sul territorio dell'Alta Murgia, che determinano rilevanti danni e difficoltà sia per le aziende agricole e zootecniche della zona, che per turisti, escursionisti e automobilisti che la frequentano o attraversano, nonché per la fauna e la flora tipiche del territorio murgiano.
Si tratta di un tema su cui insisto da tempo e per il quale, anche in seguito alle audizioni svolte su mia proposta in IV commissione nel maggio scorso, la Regione ha consumato alcuni passi importanti: ricordo ad esempio l'adozione del regolamento sulla caccia collettiva e la predisposizione del regolamento sul selecontrollo, il cui iter di approvazione è purtroppo fermo a causa di problemi di coordinamento con la normativa nazionale.
Tuttavia, le azioni intraprese e gli atti adottati non sono ancora sufficienti per risolvere o arginare in tempi brevi un fenomeno che determina una situazione di grandissima difficoltà e preoccupazione, specie per gli operatori agricoli, costretti da anni a constatare la distruzione dei campi a causa di questi animali (in particolare, le colture di leguminose). Quotidiane sono ormai le segnalazioni di incursioni e gravi danni nei campi coltivati. Una condizione che mette seriamente a rischio il lavoro e il reddito di tante aziende agricole del territorio murgiano.
Dunque, anche per le oggettive difficoltà di intervento sul piano normativo, alla luce della legislazione nazionale, è necessario e urgente che Regione e Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in modo coordinato, predispongano e mettano in esecuzione rapidamente un piano straordinario e massiccio finalizzato alla cattura e al confinamento di questi animali. In tale direzione, sto sollecitando da tempo e mi attendo iniziative decise da parte dell'Assessorato regionale all'Agricoltura.
Sono poi necessarie ulteriori azioni coordinate tra le strutture regionali e del Parco Nazionale, gli altri Enti del territorio (ASL, Comuni, Ambiti Territoriali Caccia, ecc.) e le aziende agricole e zootecniche per arginare tale problema e ripristinare l'equilibrio biologico, ricorrendo magari sia a tecniche dirette di controllo sistematico della popolazione degli ungulati, sia a soluzioni preventive, quali, ad esempio, l'apposizione di recinzioni munite di dissuasori e la predisposizione, ove possibile, di colture 'a perdere' (destinate esclusivamente all'utilizzo da parte del cinghiale), il c.d. 'foraggiamento dissuasivo' e la collocazione di abbeveratoi in prossimità delle aree boscate frequentate dai cinghiali, in modo tale da ridurre i fenomeni di migrazione dei branchi alla ricerca di cibo e acqua".
"Occorre intervenire con estrema urgenza per risolvere o quanto meno arginare i problemi causati dalla invasiva presenza di numerosissimi cinghiali sul territorio dell'Alta Murgia, che determinano rilevanti danni e difficoltà sia per le aziende agricole e zootecniche della zona, che per turisti, escursionisti e automobilisti che la frequentano o attraversano, nonché per la fauna e la flora tipiche del territorio murgiano.
Si tratta di un tema su cui insisto da tempo e per il quale, anche in seguito alle audizioni svolte su mia proposta in IV commissione nel maggio scorso, la Regione ha consumato alcuni passi importanti: ricordo ad esempio l'adozione del regolamento sulla caccia collettiva e la predisposizione del regolamento sul selecontrollo, il cui iter di approvazione è purtroppo fermo a causa di problemi di coordinamento con la normativa nazionale.
Tuttavia, le azioni intraprese e gli atti adottati non sono ancora sufficienti per risolvere o arginare in tempi brevi un fenomeno che determina una situazione di grandissima difficoltà e preoccupazione, specie per gli operatori agricoli, costretti da anni a constatare la distruzione dei campi a causa di questi animali (in particolare, le colture di leguminose). Quotidiane sono ormai le segnalazioni di incursioni e gravi danni nei campi coltivati. Una condizione che mette seriamente a rischio il lavoro e il reddito di tante aziende agricole del territorio murgiano.
Dunque, anche per le oggettive difficoltà di intervento sul piano normativo, alla luce della legislazione nazionale, è necessario e urgente che Regione e Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in modo coordinato, predispongano e mettano in esecuzione rapidamente un piano straordinario e massiccio finalizzato alla cattura e al confinamento di questi animali. In tale direzione, sto sollecitando da tempo e mi attendo iniziative decise da parte dell'Assessorato regionale all'Agricoltura.
Sono poi necessarie ulteriori azioni coordinate tra le strutture regionali e del Parco Nazionale, gli altri Enti del territorio (ASL, Comuni, Ambiti Territoriali Caccia, ecc.) e le aziende agricole e zootecniche per arginare tale problema e ripristinare l'equilibrio biologico, ricorrendo magari sia a tecniche dirette di controllo sistematico della popolazione degli ungulati, sia a soluzioni preventive, quali, ad esempio, l'apposizione di recinzioni munite di dissuasori e la predisposizione, ove possibile, di colture 'a perdere' (destinate esclusivamente all'utilizzo da parte del cinghiale), il c.d. 'foraggiamento dissuasivo' e la collocazione di abbeveratoi in prossimità delle aree boscate frequentate dai cinghiali, in modo tale da ridurre i fenomeni di migrazione dei branchi alla ricerca di cibo e acqua".