Legambiente e Cia: ormai è emergenza cinghiali in Puglia
Chiesto l'intervento decisivo della Regione
venerdì 12 maggio 2017
21.01
"L'emergenza cinghiali in Puglia, purtroppo, è figlia di una gestione non oculata del controllo sulle riproduzioni. Il proliferare degli ungulati è un problema serio e reale che crea non solo danni alle colture e alle attività agricole ma sta mettendo seriamente a rischio anche l'incolumità delle persone. Urge adottare un approccio sinergico, sul modello della Campania che è intervenuta con un programma straordinario di gestione, agendo su più livelli, a partire dall'archivio dei danni sino allo sviluppo della filiera carne di cinghiale.
Quindi chiediamo alla Regione Puglia di istituire un tavolo tecnico permanente affinché, attraverso interventi sistematici e continuativi, si fronteggi il problema del sovrannumero dei cinghiali, che riguarda non solo il Parco Nazionale dell'Alta Murgia e quello del Gargano ma l'intero territorio regionale. La prevenzione e il contenimento della popolazione degli ungulati, per essere efficaci, devono essere praticati in tutta la Puglia per arginare la proliferazione e la diffusione incontrollata di questa specie".
È questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, all'indomani della seduta della IV Commissione Consiliare permanente regionale.
Ed anche la Confederazione Italiana Agricoltori Puglia interviene su questo problema, che purtroppo nelle ultime ore ha fatto pure una vittima. "L'incremento incontrollato della fauna selvatica va fermato, si ad abbattimenti selettivi".
"Esprimiamo le nostre condoglianze e la nostra vicinanza ai cari di Domenico Coco, il giovane 28enne morto mercoledì 10 maggio 2017 in un incidente stradale". Sulla strada a scorrimento veloce che la vittima stava percorrendo, nei pressi di Sannicandro Garganico (Fg), l'auto ha impattato un cinghiale ed è finita fuori strada. "La presenza dei cinghiali sul nostro territorio è aumentata in modo considerevole – fa sapere la CIA Agricoltori Italiani di Puglia in una nota –, tanto da causare seri rischi all'incolumità di tanti cittadini".
L'aumento del numero di animali selvatici, in particolar modo dei cinghiali, sta causando pericoli anche agli agricoltori e danni alle colture. I cinghiali, sempre più spesso, scendono a valle in cerca di cibo e arrivano sui campi. E' un problema ormai comune a molte zone d'Italia. "Deve essere posto un freno all'incremento della fauna selvatica. Occorre un piano che coinvolga organicamente tutti i livelli istituzionali e organizzativi cui compete intervenire su questa problematica". CIA Agricoltori Italiani, già nel recente passato, si è espressa in favore di un primo intervento emergenziale attraverso abbattimenti selettivi. Gli eventi tragici, come quello accaduto mercoledì 10 maggio 2017 nei pressi di Sannicandro Garganico, in provincia di Foggia, rischiano di ripetersi con una frequenza sempre maggiore se non si interviene per tempo. Sul problema inerente il proliferare dei cinghiali, proprio mercoledì 10 maggio si è tenuta un'audizione in Regione Puglia. La questione sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nell'Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari, dove negli anni fra il 2000 e il 2002, per fini venatori, furono introdotti 170 cinghiali. Con la costituzione dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, all'interno della cui area è vietata la caccia, la specie ha avuto modo di riprodursi a dismisura tanto da creare non pochi problemi alle aziende agricole e zootecniche.
L'ultimo censimento ha rilevato la presenza di circa 3700 esemplari. Le azioni di contrasto messe in atto con l'introduzione del lupo non hanno portato alcun miglioramento; anzi in diverse circostanze, soprattutto le aziende zootecniche ricevono continuamente danni da attacchi dai lupi ai capi di bestiame. Bisogna porre rimedio per evitare la caccia di frodo ed evitare tragedie come l'omicidio di Don Francesco Cassol, ucciso nel parco durante una battuta di caccia al cinghiale. Le misure di prevenzione come la realizzazione di recinzioni elettrificate possono sicuramente essere un valido strumento per evitare i danni alle colture, ma se non ci sarà una effettiva riduzione della popolazione del cinghiale il problema non sarà mai risolto. Secondo la Cia, per affrontare in maniera concreta il problema, è necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie miranti a creare condizioni di equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati dai cinghiali, ma dalla fauna selvatica in generale all'interno delle aree parco, ma anche per le aziende fuori dai confini delle aree protette. "Alle nostre istituzioni regionali chiediamo di essere attente e solerti nell'operare tempestivamente per affrontare la questione. CIA Agricoltori Italiani di Puglia è pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche".
Quindi chiediamo alla Regione Puglia di istituire un tavolo tecnico permanente affinché, attraverso interventi sistematici e continuativi, si fronteggi il problema del sovrannumero dei cinghiali, che riguarda non solo il Parco Nazionale dell'Alta Murgia e quello del Gargano ma l'intero territorio regionale. La prevenzione e il contenimento della popolazione degli ungulati, per essere efficaci, devono essere praticati in tutta la Puglia per arginare la proliferazione e la diffusione incontrollata di questa specie".
È questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, all'indomani della seduta della IV Commissione Consiliare permanente regionale.
Ed anche la Confederazione Italiana Agricoltori Puglia interviene su questo problema, che purtroppo nelle ultime ore ha fatto pure una vittima. "L'incremento incontrollato della fauna selvatica va fermato, si ad abbattimenti selettivi".
"Esprimiamo le nostre condoglianze e la nostra vicinanza ai cari di Domenico Coco, il giovane 28enne morto mercoledì 10 maggio 2017 in un incidente stradale". Sulla strada a scorrimento veloce che la vittima stava percorrendo, nei pressi di Sannicandro Garganico (Fg), l'auto ha impattato un cinghiale ed è finita fuori strada. "La presenza dei cinghiali sul nostro territorio è aumentata in modo considerevole – fa sapere la CIA Agricoltori Italiani di Puglia in una nota –, tanto da causare seri rischi all'incolumità di tanti cittadini".
L'aumento del numero di animali selvatici, in particolar modo dei cinghiali, sta causando pericoli anche agli agricoltori e danni alle colture. I cinghiali, sempre più spesso, scendono a valle in cerca di cibo e arrivano sui campi. E' un problema ormai comune a molte zone d'Italia. "Deve essere posto un freno all'incremento della fauna selvatica. Occorre un piano che coinvolga organicamente tutti i livelli istituzionali e organizzativi cui compete intervenire su questa problematica". CIA Agricoltori Italiani, già nel recente passato, si è espressa in favore di un primo intervento emergenziale attraverso abbattimenti selettivi. Gli eventi tragici, come quello accaduto mercoledì 10 maggio 2017 nei pressi di Sannicandro Garganico, in provincia di Foggia, rischiano di ripetersi con una frequenza sempre maggiore se non si interviene per tempo. Sul problema inerente il proliferare dei cinghiali, proprio mercoledì 10 maggio si è tenuta un'audizione in Regione Puglia. La questione sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nell'Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari, dove negli anni fra il 2000 e il 2002, per fini venatori, furono introdotti 170 cinghiali. Con la costituzione dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, all'interno della cui area è vietata la caccia, la specie ha avuto modo di riprodursi a dismisura tanto da creare non pochi problemi alle aziende agricole e zootecniche.
L'ultimo censimento ha rilevato la presenza di circa 3700 esemplari. Le azioni di contrasto messe in atto con l'introduzione del lupo non hanno portato alcun miglioramento; anzi in diverse circostanze, soprattutto le aziende zootecniche ricevono continuamente danni da attacchi dai lupi ai capi di bestiame. Bisogna porre rimedio per evitare la caccia di frodo ed evitare tragedie come l'omicidio di Don Francesco Cassol, ucciso nel parco durante una battuta di caccia al cinghiale. Le misure di prevenzione come la realizzazione di recinzioni elettrificate possono sicuramente essere un valido strumento per evitare i danni alle colture, ma se non ci sarà una effettiva riduzione della popolazione del cinghiale il problema non sarà mai risolto. Secondo la Cia, per affrontare in maniera concreta il problema, è necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie miranti a creare condizioni di equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati dai cinghiali, ma dalla fauna selvatica in generale all'interno delle aree parco, ma anche per le aziende fuori dai confini delle aree protette. "Alle nostre istituzioni regionali chiediamo di essere attente e solerti nell'operare tempestivamente per affrontare la questione. CIA Agricoltori Italiani di Puglia è pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche".