Educazione stradale ed alla legalità: i vigili urbani alla "Manzoni"

Gli incontri dal 24 al 27 marzo. Coinvolte classi prime e seconde dell'istituto

lunedì 31 marzo 2014 10.53
A cura di Stefano Massaro
«La mafia teme più la scuola della giustizia. L'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa». E' questa frase di Nino Caponnetto, magistrato che negli anni '80 guidò il pool antimafia di Palermo, a continuare ad ispirare il progetto di "Educazione stradale ed alla legalità" ideato dalle docenti dell'Istituto Secondario di Primo Grado "A. Manzoni" di Andria in collaborazione con la Polizia Locale di Andria. L'istituto ha da diversi anni scelto un percorso specifico di educazione alla legalità con progetti realizzati con le diverse forze dell'ordine presenti sul territorio.

Due marescialli, Mauro Moschetta affiancato da Anna Garbetta, che dal 24 al 27 marzo hanno coinvolto le classi prime e seconde per parlare di rispetto delle regole del codice della strada, rispetto dell'ambiente circostante e rispetto della tecnologia. In particolare ci si è soffermati sul degrado del territorio in cui si vive, scritte sui muri, danneggiamenti alla segnaletica, danni alle persone e danneggiamenti al patrimonio artistico. Di grande interesse anche le lezioni dedicate al corretto uso dei telefonini e della rete internet.

«Le Istituzioni scolastiche svolgono un ruolo di primo piano nella costruzione della "Cultura della sicurezza stradale e della legalità" - ci dicono le docenti coinvolte nel progetto - solo così si contribuisce alla realizzazione dei principi democratici e di legalità sui quali si fonda la convivenza civile. La scuola "A. Manzoni", consapevole di tale compito e da tempo impegnata in questo genere di percorsi, continua a sensibilizzare i propri alunni al rispetto responsabile delle norme che tutelano la sicurezza di tutti sia sulle strade che nella vita quotidiana così da poter sviluppare sin da piccoli, una coscienza di cittadino che deve diventare il primo tutore della propria e dell'altrui sicurezza».