Economia Bat, oltre la crisi, mentre si consolida la ripresa economica europea
Intervento di Emmanuele Daluiso, vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
domenica 28 maggio 2017
Si consolida la ripresa economica europea, ma quella italiana più lentamente. Anche l'economia della BAT mostra segnali di ripresa, ma i suoi problemi strutturali ne impediscono una ripresa più vigorosa.
Pubblichiamo in merito un intervento di Emmanuele Daluiso, vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
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Nei giorni scorsi la Commissione europea ha diffuso i dati sulle previsioni economiche per il 2017 e 2018, sostenendo che si continua a navigare in acque turbolente, e comunque la ripresa economia dell'UE si va consolidando.
Il PIL reale della zona euro, sottolinea la Commissione, è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l'occupazione aumenta a ritmo sostenuto e la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli pre-crisi. I consumi privati sono ancora il motore della ripresa e la crescita degli investimenti continua, pur restando modesta.
Per la prima volta dal 2008 le previsioni della Commissione prospettano una crescita economica in tutti gli Stati membri dell'UE per tutto il periodo di previsione (2016, 2017, 2018).
La crescita italiana continua a rimanere più lenta rispetto alla zona euro: +0,9% nel 2016 contro +1,7%; +0,9% contro +1,6% nel 2017 e +1,1% contro 1,7% nel 2018.
L'Italia sotto i valori pre-crisi
L'Italia dunque non riesce a riprendere un giusto passo di crescita economica e guardando alla ricchezza prodotta in termini reali, depurati cioè dagli effetti dell'inflazione, la sua situazione emerge in tutta la sua gravità. Se per un verso l'Unione europea nel suo insieme, seppur con difficoltà, è tornata sui livelli di crescita economica registrati prima della grave crisi mondiale del 2008-2009, l'Italia è ancora attualmente sotto i livelli pre-crisi.
A partire dal 2010 l'economia Ue in termini reali ha infatti ripreso a crescere, seppur a un ritmo più lento rispetto al periodo pre-crisi, mentre l'Italia continua a registrare una variazione negativa rispetto allo stesso valore del 2009, l'anno nero della Grande Recessione, per quanto gli ultimi anni abbiano fatto registrare piccolissimi segnali di ripresa.
Se poi allarghiamo lo sguardo alla crescita reale dell'ultimo ventennio, vediamo che la crisi e la debole ripresa italiana si somma a una dinamica di crescita ante crisi più contenuta rispetto alla media UE. In tal modo, fra il 1995 e il 2016 la crescita del PIL reale italiano, cioè il valore della ricchezza prodotta depurato dagli effetti dell'inflazione, è cresciuto in media annua di appena lo 0,5%, contro il 2% della media europea.
L'economia della BAT in forte sofferenza
Come sta andando e come potrebbe andare l'economia della BAT in questi contesti europeo di lenta ma graduale ripresa e italiano di lunga recessione?
Per rispondere a questa domanda possiamo prendere in esame i dati più recenti che ISTAT e EUROSTAT, cioè gli uffici statistici italiano ed europeo, hanno diffuso sullo stato di salute delle economie italiana ed europea. Questi dati sono articolati a livello territoriale, per l'Italia sino al livello provinciale.
Il primo dato importante è che anche la ripresa della BAT, come quella italiana,sta manifestando grandi difficoltà. Anche solo analizzando il Prodotto Interno Lordo a prezzi correnti, a parità di potere d'acquisto nel contesto UE, e quindi non depurato dagli effetti dell'inflazione, il PIL della BAT nel 2014, ultimo anno disponibile della serie EUROSTAT, ha registrato un valore sotto quello del periodo pre-crisi. Se poi guardiamo il PIL reale emerge che non solo il suo valore è sotto il valore del 2007, ma addirittura sotto quello del 2000.
Inoltre, la dinamica del PIL della BAT dopo il 2000 è stata permanentemente non solo sotto i trend dell'Ue e dell'Italia, ma anche sotto il trend registrato dalle regioni del Sud, ragion per cui la BAT si pone da un punto di vista economico tra i territori meridionali in maggiore sofferenza.
Diminuisce la produttività del lavoro
Le difficoltà della crescita economica in Italia e nella BAT trovano riscontro sia nella produttività del lavoro che nei livelli del tenore di vita.
Per quanto riguarda la produttività del lavoro, che rappresenta la principale leva della crescita economica, l'Italia complessivamente, sta manifestando dal 2000 una riduzione sia in termini assoluti che relativi. Nel 2014 il PIL reale prodotto per occupato è stato pari a 69 mila euro per occupato, contro 74 mila euro del 2000. Inoltre, in termini relativi, rispetto all'Ue, è vero che la produttività del lavoro è stata nel 2014 sopra la media europea del 14%, ma nel 2000 lo era del 35%.
La BAT, invece, registra un livello di produttività sotto il livello europeo, pari nel 2014 all'83% della media Ue, un livello più basso anche rispetto a quello registrato dal Mezzogiorno, sostanzialmente in linea con quello europeo. Al livello più basso della media Ue la BAT associa un trend in diminuzione.
Diminuisce il tenore di vita
Oltre la diminuzione e un basso livello della produttività del lavoro, la BAT registra un peggioramento anche sul versante del tenore di vita. Nel 2000 il PIL pro-capite della BAT era stato pari al 71% della media Ue e nel 2014 è sceso al 53%. Si tratta di un trend comune a tutto il Paese, ma il livello di tenore di vita rimane stabilmente sotto il livello medio del Sud, che nel 2000 aveva un valore dell'81% della media europea e nel 2014 un valore del 64%.
L'incerta ripresa dell'occupazione
Le difficoltà di crescita della BAT stanno manifestando il loro impatto sul mercato del lavoro, dove si assiste a una ripresa incerta dell'occupazione. Fra il 2010 e il 2016 l'andamento degli occupati è stato altalenante e per quanto nel 2016 si sia registrata una lieve ripresa, il livello di occupati rimane sotto quello di massima crescita raggiunto nel 2011. Resta perciò alto il tasso di disoccupazione, pari al 18,5%, più alto del valore segnato nel 2010 e più alto rispetto alla media nazionale e ovviamente alla media europea.
Alcuni segnali di ripresa: industria manifatturiera, export, agroalimentare di qualità, turismo
Fra i punti di forza dell'economia locale, l'industria manifatturiera continua a svolgere un ruolo importante. I dati EUROSTAT sul valore aggiunto per settori evidenziano, infatti, che pur rispetto a un trend di deindustrializzazione, tipico dei paesi avanzati, l'industria manifatturiera della BAT, dopo la grave crisi mondiale del 2008-2009, ha mostrato segnali di ripresa. Il dato disponibile più recente si riferisce al 2014 ed evidenzia un peso dell'industria manifatturiera sul valore aggiunto complessivo pari all'11,6% rispetto al 10,8% del 2009.
La ripresa dell'industria manifatturiera è particolarmente significativa perché è avvenuta grazie a una maggiore presenza delle imprese del territorio sui mercati internazionali. Le esportazioni hanno infatti aumentato dopo il 2010 il loro peso nella formazione del PIL oltre il livello dell'8. Nel 2016 il valore dell'export provinciale ha superato il valore di 500 milioni di euro e il 90% deriva dalla capacità di presenza sui mercati esteri dell'industria manifatturiera.
Segnali per una possibile e più consistente ripresa economica provengono dal turismo che nel 2016 ha registrato una crescita di presenze turistiche di oltre il 9%, rispetto al 7% circa della crescita media regionale e a poco più dell'1% della crescita media nazionale.
Interessante è anche il ruolo del settore agroalimentare di qualità, poiché la BAT è fra le province italiane con una maggior quota di superficie agricola destinata alla coltivazione di prodotti di qualità con il marchio IGP e/o DOP: oltre il 9% della superficie agricola utilizzata è destinata a tali prodotti, contro il 4% circa della media nazionale.
Criticità di fondo
Il quadro economico che emerge dall'analisi qui fatta,pur a fronte di alcuni segnali positivi, rimane un quadro molto critico, in cui la crescita economica e l'occupazione stentano a riprendersi concretamente e molte risorse umane restano inutilizzate.
Questi punti di debolezza sono legati ad alcune criticità di fondo dell'economia provinciale, che meritano di essere ricordate.
In primo luogo, occorre ricordare che nonostante i segnali di crescita dell'export il grado di apertura dell'economia locale ai mercati internazionali resta modesta. Il numero delle aziende dedite costantemente a misurarsi sui mercati esteri è molto contenuto e ciò limita una maggiore possibilità di crescita dell'occupazione.
In secondo luogo, sempre relativamente all'export, emerge che in termini di contenuto tecnologico, le esportazioni della BAT sono fortemente caratterizzate da prodotti a basso contenuto tecnologico. I prodotti ad alto e medio-alto contenuto tecnologico che negli anni scorsi sembravano poter aumentare la loro presenza nel 2016 hanno registrato una battura d'arresto. In effetti, la capacità innovativa delle imprese attraverso il numero di brevetti industriali registrati risulta essere molto contenuta.
In terzo luogo, il tasso d'occupazione della BAT rimane sottodimensionato, non solo sotto il livello medio nazionale, ma anche sotto i livelli medi regionale e del Mezzogiorno.
In quarto luogo, occorre sottolineare che il livello di inattività della BAT, rimane intorno al 60%, un dato che evidenzia la bassa partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in altri termini un grande spreco di risorse umane. Si tratta di un dato che è superiore alle medie di riferimento, nazionale, meridionale, regionale.
Infine, sottolineo che anche i positivi segnali sul versante del turismo si scontrano con un livello di sviluppo turistico ancora molto contenuto, pari a poco più del 10% della media nazionale.
Una nuova governance territoriale
L'analisi qui fatta è molto parziale, ma sufficiente a evidenziare che l'economia della BAT ha bisogno di una strategia di sviluppo tesa ad affrontare le criticità di fondo.
Occorrono misure dirette a promuovere le attività manifatturiere e la produttività del lavoro, con particolare riferimento alle attività ad alto e medio-alto contenuto tecnologico, anche nella loro proiezione internazionale. Occorrono misure dirette a favorire la riconversione del settore delle costruzioni. Occorrono misure dirette a favorire un maggior livello di sviluppo turistico e di valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità sui mercati nazionali ed esteri.
Tutte queste misure favorirebbero una ripresa concreta dell'occupazione. Ma alla base di tutto è necessario che le istituzioni locali e i soggetti di rappresentanza delle forze economiche e sociali raggiungano una preliminare intesa per un nuovo modello di governo del territorio. Senza una nuova governance territoriale non è possibile delineare una strategia di sviluppo in grado di affrontare le sfide, per altro parziali, qui delineate. Questa nuova governance permetterebbe anche di far riprendere il cammino alla progettualità delineata nel Piano Territoriale dei Coordinamento Provinciale della BAT.
Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Pubblichiamo in merito un intervento di Emmanuele Daluiso, vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
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Nei giorni scorsi la Commissione europea ha diffuso i dati sulle previsioni economiche per il 2017 e 2018, sostenendo che si continua a navigare in acque turbolente, e comunque la ripresa economia dell'UE si va consolidando.
Il PIL reale della zona euro, sottolinea la Commissione, è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l'occupazione aumenta a ritmo sostenuto e la disoccupazione continua a calare, anche se resta al di sopra dei livelli pre-crisi. I consumi privati sono ancora il motore della ripresa e la crescita degli investimenti continua, pur restando modesta.
Per la prima volta dal 2008 le previsioni della Commissione prospettano una crescita economica in tutti gli Stati membri dell'UE per tutto il periodo di previsione (2016, 2017, 2018).
La crescita italiana continua a rimanere più lenta rispetto alla zona euro: +0,9% nel 2016 contro +1,7%; +0,9% contro +1,6% nel 2017 e +1,1% contro 1,7% nel 2018.
L'Italia sotto i valori pre-crisi
L'Italia dunque non riesce a riprendere un giusto passo di crescita economica e guardando alla ricchezza prodotta in termini reali, depurati cioè dagli effetti dell'inflazione, la sua situazione emerge in tutta la sua gravità. Se per un verso l'Unione europea nel suo insieme, seppur con difficoltà, è tornata sui livelli di crescita economica registrati prima della grave crisi mondiale del 2008-2009, l'Italia è ancora attualmente sotto i livelli pre-crisi.
A partire dal 2010 l'economia Ue in termini reali ha infatti ripreso a crescere, seppur a un ritmo più lento rispetto al periodo pre-crisi, mentre l'Italia continua a registrare una variazione negativa rispetto allo stesso valore del 2009, l'anno nero della Grande Recessione, per quanto gli ultimi anni abbiano fatto registrare piccolissimi segnali di ripresa.
Se poi allarghiamo lo sguardo alla crescita reale dell'ultimo ventennio, vediamo che la crisi e la debole ripresa italiana si somma a una dinamica di crescita ante crisi più contenuta rispetto alla media UE. In tal modo, fra il 1995 e il 2016 la crescita del PIL reale italiano, cioè il valore della ricchezza prodotta depurato dagli effetti dell'inflazione, è cresciuto in media annua di appena lo 0,5%, contro il 2% della media europea.
L'economia della BAT in forte sofferenza
Come sta andando e come potrebbe andare l'economia della BAT in questi contesti europeo di lenta ma graduale ripresa e italiano di lunga recessione?
Per rispondere a questa domanda possiamo prendere in esame i dati più recenti che ISTAT e EUROSTAT, cioè gli uffici statistici italiano ed europeo, hanno diffuso sullo stato di salute delle economie italiana ed europea. Questi dati sono articolati a livello territoriale, per l'Italia sino al livello provinciale.
Il primo dato importante è che anche la ripresa della BAT, come quella italiana,sta manifestando grandi difficoltà. Anche solo analizzando il Prodotto Interno Lordo a prezzi correnti, a parità di potere d'acquisto nel contesto UE, e quindi non depurato dagli effetti dell'inflazione, il PIL della BAT nel 2014, ultimo anno disponibile della serie EUROSTAT, ha registrato un valore sotto quello del periodo pre-crisi. Se poi guardiamo il PIL reale emerge che non solo il suo valore è sotto il valore del 2007, ma addirittura sotto quello del 2000.
Inoltre, la dinamica del PIL della BAT dopo il 2000 è stata permanentemente non solo sotto i trend dell'Ue e dell'Italia, ma anche sotto il trend registrato dalle regioni del Sud, ragion per cui la BAT si pone da un punto di vista economico tra i territori meridionali in maggiore sofferenza.
Diminuisce la produttività del lavoro
Le difficoltà della crescita economica in Italia e nella BAT trovano riscontro sia nella produttività del lavoro che nei livelli del tenore di vita.
Per quanto riguarda la produttività del lavoro, che rappresenta la principale leva della crescita economica, l'Italia complessivamente, sta manifestando dal 2000 una riduzione sia in termini assoluti che relativi. Nel 2014 il PIL reale prodotto per occupato è stato pari a 69 mila euro per occupato, contro 74 mila euro del 2000. Inoltre, in termini relativi, rispetto all'Ue, è vero che la produttività del lavoro è stata nel 2014 sopra la media europea del 14%, ma nel 2000 lo era del 35%.
La BAT, invece, registra un livello di produttività sotto il livello europeo, pari nel 2014 all'83% della media Ue, un livello più basso anche rispetto a quello registrato dal Mezzogiorno, sostanzialmente in linea con quello europeo. Al livello più basso della media Ue la BAT associa un trend in diminuzione.
Diminuisce il tenore di vita
Oltre la diminuzione e un basso livello della produttività del lavoro, la BAT registra un peggioramento anche sul versante del tenore di vita. Nel 2000 il PIL pro-capite della BAT era stato pari al 71% della media Ue e nel 2014 è sceso al 53%. Si tratta di un trend comune a tutto il Paese, ma il livello di tenore di vita rimane stabilmente sotto il livello medio del Sud, che nel 2000 aveva un valore dell'81% della media europea e nel 2014 un valore del 64%.
L'incerta ripresa dell'occupazione
Le difficoltà di crescita della BAT stanno manifestando il loro impatto sul mercato del lavoro, dove si assiste a una ripresa incerta dell'occupazione. Fra il 2010 e il 2016 l'andamento degli occupati è stato altalenante e per quanto nel 2016 si sia registrata una lieve ripresa, il livello di occupati rimane sotto quello di massima crescita raggiunto nel 2011. Resta perciò alto il tasso di disoccupazione, pari al 18,5%, più alto del valore segnato nel 2010 e più alto rispetto alla media nazionale e ovviamente alla media europea.
Alcuni segnali di ripresa: industria manifatturiera, export, agroalimentare di qualità, turismo
Fra i punti di forza dell'economia locale, l'industria manifatturiera continua a svolgere un ruolo importante. I dati EUROSTAT sul valore aggiunto per settori evidenziano, infatti, che pur rispetto a un trend di deindustrializzazione, tipico dei paesi avanzati, l'industria manifatturiera della BAT, dopo la grave crisi mondiale del 2008-2009, ha mostrato segnali di ripresa. Il dato disponibile più recente si riferisce al 2014 ed evidenzia un peso dell'industria manifatturiera sul valore aggiunto complessivo pari all'11,6% rispetto al 10,8% del 2009.
La ripresa dell'industria manifatturiera è particolarmente significativa perché è avvenuta grazie a una maggiore presenza delle imprese del territorio sui mercati internazionali. Le esportazioni hanno infatti aumentato dopo il 2010 il loro peso nella formazione del PIL oltre il livello dell'8. Nel 2016 il valore dell'export provinciale ha superato il valore di 500 milioni di euro e il 90% deriva dalla capacità di presenza sui mercati esteri dell'industria manifatturiera.
Segnali per una possibile e più consistente ripresa economica provengono dal turismo che nel 2016 ha registrato una crescita di presenze turistiche di oltre il 9%, rispetto al 7% circa della crescita media regionale e a poco più dell'1% della crescita media nazionale.
Interessante è anche il ruolo del settore agroalimentare di qualità, poiché la BAT è fra le province italiane con una maggior quota di superficie agricola destinata alla coltivazione di prodotti di qualità con il marchio IGP e/o DOP: oltre il 9% della superficie agricola utilizzata è destinata a tali prodotti, contro il 4% circa della media nazionale.
Criticità di fondo
Il quadro economico che emerge dall'analisi qui fatta,pur a fronte di alcuni segnali positivi, rimane un quadro molto critico, in cui la crescita economica e l'occupazione stentano a riprendersi concretamente e molte risorse umane restano inutilizzate.
Questi punti di debolezza sono legati ad alcune criticità di fondo dell'economia provinciale, che meritano di essere ricordate.
In primo luogo, occorre ricordare che nonostante i segnali di crescita dell'export il grado di apertura dell'economia locale ai mercati internazionali resta modesta. Il numero delle aziende dedite costantemente a misurarsi sui mercati esteri è molto contenuto e ciò limita una maggiore possibilità di crescita dell'occupazione.
In secondo luogo, sempre relativamente all'export, emerge che in termini di contenuto tecnologico, le esportazioni della BAT sono fortemente caratterizzate da prodotti a basso contenuto tecnologico. I prodotti ad alto e medio-alto contenuto tecnologico che negli anni scorsi sembravano poter aumentare la loro presenza nel 2016 hanno registrato una battura d'arresto. In effetti, la capacità innovativa delle imprese attraverso il numero di brevetti industriali registrati risulta essere molto contenuta.
In terzo luogo, il tasso d'occupazione della BAT rimane sottodimensionato, non solo sotto il livello medio nazionale, ma anche sotto i livelli medi regionale e del Mezzogiorno.
In quarto luogo, occorre sottolineare che il livello di inattività della BAT, rimane intorno al 60%, un dato che evidenzia la bassa partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in altri termini un grande spreco di risorse umane. Si tratta di un dato che è superiore alle medie di riferimento, nazionale, meridionale, regionale.
Infine, sottolineo che anche i positivi segnali sul versante del turismo si scontrano con un livello di sviluppo turistico ancora molto contenuto, pari a poco più del 10% della media nazionale.
Una nuova governance territoriale
L'analisi qui fatta è molto parziale, ma sufficiente a evidenziare che l'economia della BAT ha bisogno di una strategia di sviluppo tesa ad affrontare le criticità di fondo.
Occorrono misure dirette a promuovere le attività manifatturiere e la produttività del lavoro, con particolare riferimento alle attività ad alto e medio-alto contenuto tecnologico, anche nella loro proiezione internazionale. Occorrono misure dirette a favorire la riconversione del settore delle costruzioni. Occorrono misure dirette a favorire un maggior livello di sviluppo turistico e di valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità sui mercati nazionali ed esteri.
Tutte queste misure favorirebbero una ripresa concreta dell'occupazione. Ma alla base di tutto è necessario che le istituzioni locali e i soggetti di rappresentanza delle forze economiche e sociali raggiungano una preliminare intesa per un nuovo modello di governo del territorio. Senza una nuova governance territoriale non è possibile delineare una strategia di sviluppo in grado di affrontare le sfide, per altro parziali, qui delineate. Questa nuova governance permetterebbe anche di far riprendere il cammino alla progettualità delineata nel Piano Territoriale dei Coordinamento Provinciale della BAT.
Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles