«Ecco perché l'università di Bari non è la Bocconi»
Link commenta la classifica di Anvur sottolineando le criticità del nostro ateneo
lunedì 18 marzo 2019
9.40
Di pochi giorni fa la notizia che l'università degli studi di Bari, secondo una classifica stilata da Anvur, sarebbe tra le prime del sud e al livello di università come la Bocconi di Milano. Nonostante la soddisfazione del rettore Uricchio non sono pochi ad aver dimostrato qualche perplessità in merito. Non ultimi gli studenti che quella università la vivono tutti i giorni. E proprio al riguardo arriva una lunga riflessione di Link Bari che riceviamo e pubblichiamo.
«Non crediamo ci possa essere paragone, così come non crediamo che queste classifiche tengano conto di tanti altri parametri che permettano una valutazione complessiva di come l'università sia inserita nel territorio in cui vive e del ruolo che svolge all'interno dello stesso. La restrizione della ricerca libera e di qualità (n.b. valutata dall'Anvur più positivamente se è "ricerca applicata" e non "di base" cioè: sei più bravo se produci tanto, e quel tanto è soprattutto ricerca delle scienze applicate - che trovano più facilmente spazio sul mercato - e non pure), del personale tecnico e docente, della didattica, dell'accesso ad alcune facoltà, le carenze di spazi adatti alle lezioni e ai laboratori sono cose che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle e che una classifica non tiene in considerazione, facendo pesare le eccellenze (rare seppur esistenti) e dimenticando di osservare la nostra vita di ogni giorno, i nostri percorsi di formazione e il modo in cui ci inseriamo nella nostra città. L'università è nelle nostre mani, nelle mani di chi la abita quotidianamente, e deve cambiare avanzando non in sterili classifiche che puniscono chi già stenta a mantenersi in piedi, e a premiare chi può solo fare meglio perché in salute, ma partendo dai propri spazi, dalla città, dal territorio che la nutre e dai nostri bisogni».