E’ nato il Salvatore: cadiamo in ginocchio!
Il messaggio di don Ettore Lestingi alla comunità parrocchiale della Madonna della Grazia per il Santo Natale
venerdì 18 dicembre 2020
8.32
Miei Cari,
in un tempo in cui la nostra società è attraversata dall'acre odore di morte, lo scintillio delle luminarie è sostituito da lampeggianti di ambulanze e il suono delle cornamuse viene zittito da sirene allarmanti, nel deserto della solitudine risuona forte una voce: "E' nato il Salvatore"!
Tra lamenti di dolore e di morte si ode un vagito: il pianto di un Bimbo che nasce: è Dio che viene ancora tra noi e non teme il contagio del Covid-19. E con Lui nasce la speranza. Dinanzi a tale evento non possiamo che cadere in ginocchio stupiti da tanto amore e sorprendente paterna compassione. Sì, cadiamo in ginocchio come i pastori o i Dotti dell'Oriente che senza indugio andarono a Betlemme e riconobbero in quel Bambino l'Emmanuele: il Dio con noi, l'Atteso delle genti.
L'epidemia ha messo in ginocchio e piegato l'umanità, ma non la spezzerà, ha reso smorta la fiamma della speranza, ma non la spegnerà, perché oggi come ieri "il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché un bambino è nato per noi" (Isaia).
Questo Natale sarà povero di segni e simboli di festa, sta a noi il coraggio di cercare il Segno indicato dall'Angelo ai Pastori: "Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc. 2). Le fasce che avvolgono il Dio Bambino sono intrise di lacrime della umanità che soffre, di chi piange per aver perso un parente divorato dalla bocca famelica del mostro invisibile, lacrime di chi ha perso il lavoro, di chi ha il cuore spezzato. E l'unica parola che sa pronunciare è: "… non c'è rimedio per noi!". E' Natale! Dio nasce ancora e con Lui rinasce la speranza. "La speranza è un sogno che si fa da svegli" (Aristotele).
"Non lasciamoci, dunque, rubare la speranza!". (Papa Francesco). Sognare da svegli significa adoperarci perché nessuno resti solo nelle tenebre del proprio dolore. Risuonino come espressione di auguri di Natale le parole del profeta Isaia: Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi». (Isaia, 35)
Buon Natale!
Don Ettore Lestingi
in un tempo in cui la nostra società è attraversata dall'acre odore di morte, lo scintillio delle luminarie è sostituito da lampeggianti di ambulanze e il suono delle cornamuse viene zittito da sirene allarmanti, nel deserto della solitudine risuona forte una voce: "E' nato il Salvatore"!
Tra lamenti di dolore e di morte si ode un vagito: il pianto di un Bimbo che nasce: è Dio che viene ancora tra noi e non teme il contagio del Covid-19. E con Lui nasce la speranza. Dinanzi a tale evento non possiamo che cadere in ginocchio stupiti da tanto amore e sorprendente paterna compassione. Sì, cadiamo in ginocchio come i pastori o i Dotti dell'Oriente che senza indugio andarono a Betlemme e riconobbero in quel Bambino l'Emmanuele: il Dio con noi, l'Atteso delle genti.
L'epidemia ha messo in ginocchio e piegato l'umanità, ma non la spezzerà, ha reso smorta la fiamma della speranza, ma non la spegnerà, perché oggi come ieri "il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché un bambino è nato per noi" (Isaia).
Questo Natale sarà povero di segni e simboli di festa, sta a noi il coraggio di cercare il Segno indicato dall'Angelo ai Pastori: "Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc. 2). Le fasce che avvolgono il Dio Bambino sono intrise di lacrime della umanità che soffre, di chi piange per aver perso un parente divorato dalla bocca famelica del mostro invisibile, lacrime di chi ha perso il lavoro, di chi ha il cuore spezzato. E l'unica parola che sa pronunciare è: "… non c'è rimedio per noi!". E' Natale! Dio nasce ancora e con Lui rinasce la speranza. "La speranza è un sogno che si fa da svegli" (Aristotele).
"Non lasciamoci, dunque, rubare la speranza!". (Papa Francesco). Sognare da svegli significa adoperarci perché nessuno resti solo nelle tenebre del proprio dolore. Risuonino come espressione di auguri di Natale le parole del profeta Isaia: Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi». (Isaia, 35)
Buon Natale!
Don Ettore Lestingi