Due canosine segregate in casa salvate dalla Polizia Municipale
Capogna: «Messa in moto la macchina della solidarietà»
martedì 16 settembre 2014
10.19
E' stato l'andriese Francesco Capogna, vicecomandante della Polizia Municipale di Canosa di Puglia, ad entrare per primo in un'abitazione in cui vivevano da mesi segregate in casa tra cumuli di rifiuti ed olezzo nauseabondo, due sorelle di Canosa di 44 e 55 anni. La segnalazione è partita nella mattinata di ieri da parte dei vicini per l'olezzo nauseabondo proveniente dall'abitazione di via Brindisi. Immediato l'intervento dei vigili urbani con il Tenente Colonnello Capogna a coordinare l'intervento per cercare di portare in salvo le due donne. La più giovane ha prima respinto l'accesso dei soccorritori e poi ha aperto di sua spontanea volontà la porta grazie alla lunga opera di convincimento. Le due donne vivevano da mesi senza acqua, luce e gas nel buio più totale ed, all'ingresso nell'abitazione, la scena è stata delle più forti.
«Si è messa subito in moto la macchina della solidarietà - ha detto il Tenente Colonnello Francesco Capogna - diversi gli enti impegnati tra cui i servizi sociali, i Vigili del Fuoco, la Asl ed il 118. La segnalazione di alcuni cittadini ci ha allertato della presenza di donne rinchiuse in questa abitazione. Sul posto abbiamo subito capito che la situazione era delle più serie: oltre all'olezzo vi erano persiane serrate in modo ermetico e nessuna comunicazione da parte delle signore. Le donne non hanno inteso aprire subito e quindi abbiamo provato ad entrare. E' stato il momento in cui tutti gli automatismi tipici degli interventi hanno cominciato a funzionare - prosegue Capogna - Per fortuna, poi, la donna più giovane ha deciso di aprirci. All'interno dell'abitazione abbiamo trovato un quantitativo di rifiuti enorme, difficile distinguere che tipo di rifiuti fossero, abbiamo trovato una colonia di gatti ed un cane. Le due donne, erano denutrite e malvestite in condizioni igieniche precarie. Sul posto è intervenuto anche il Sindaco nella sua duplice funzione di medico e Primo Cittadino. E' stato difficile portarle vie e farle capire che l'intervento era solo per la loro cura. E' utile rimarcare - ha concluso Capogna - come questo sia stato un intervento solidale, non è stato intervento repressivo, ma nell'interesse esclusivo delle due donne».
«Ha funzionato la sinergia tra enti ed istituzioni, nell'interesse dei cittadini che vivono una situazione di disagio - ha detto il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, intervenuto sul posto - Un plauso e un ringraziamento va a tutti coloro che sono intervenuti: alla Polizia Municipale di Canosa, al vicecomandante Capogna, ai Vigili del Fuoco, ai Servizi sociali, alla Asl e al 118». «Desidero ringraziare in particolar modo, uno ad uno, gli agenti di Polizia municipale che sono intervenuti - ha aggiunto l'assessore alla Polizia Municipale ed Ambiente, Leonardo Piscitelli - In primis il tenente colonnello Francesco Capogna, il capitano Matteo Tucci, il maresciallo maggiore, Vincenzo Lops, e il maresciallo capo, Caterina Gianpiero, che non si sono tirati indietro e hanno saputo affrontare la difficile situazione, sottraendo le due donne ad una sicura vita d'inferno».
La sinergia tra Servizi Sociali del Comune, Polizia Municipale e soccorritori è stata decisiva. Ora l'Ufficio tecnico comunale si occuperà di bonificare l'abitazione, mentre le due donne sono state affidate alle cure del nosocomio di Canosa. Da una prima ricerca non sembrano esserci parenti prossimi e si cerca una sistemazione per le due donne affinchè non restino più sole.
«Si è messa subito in moto la macchina della solidarietà - ha detto il Tenente Colonnello Francesco Capogna - diversi gli enti impegnati tra cui i servizi sociali, i Vigili del Fuoco, la Asl ed il 118. La segnalazione di alcuni cittadini ci ha allertato della presenza di donne rinchiuse in questa abitazione. Sul posto abbiamo subito capito che la situazione era delle più serie: oltre all'olezzo vi erano persiane serrate in modo ermetico e nessuna comunicazione da parte delle signore. Le donne non hanno inteso aprire subito e quindi abbiamo provato ad entrare. E' stato il momento in cui tutti gli automatismi tipici degli interventi hanno cominciato a funzionare - prosegue Capogna - Per fortuna, poi, la donna più giovane ha deciso di aprirci. All'interno dell'abitazione abbiamo trovato un quantitativo di rifiuti enorme, difficile distinguere che tipo di rifiuti fossero, abbiamo trovato una colonia di gatti ed un cane. Le due donne, erano denutrite e malvestite in condizioni igieniche precarie. Sul posto è intervenuto anche il Sindaco nella sua duplice funzione di medico e Primo Cittadino. E' stato difficile portarle vie e farle capire che l'intervento era solo per la loro cura. E' utile rimarcare - ha concluso Capogna - come questo sia stato un intervento solidale, non è stato intervento repressivo, ma nell'interesse esclusivo delle due donne».
«Ha funzionato la sinergia tra enti ed istituzioni, nell'interesse dei cittadini che vivono una situazione di disagio - ha detto il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia, intervenuto sul posto - Un plauso e un ringraziamento va a tutti coloro che sono intervenuti: alla Polizia Municipale di Canosa, al vicecomandante Capogna, ai Vigili del Fuoco, ai Servizi sociali, alla Asl e al 118». «Desidero ringraziare in particolar modo, uno ad uno, gli agenti di Polizia municipale che sono intervenuti - ha aggiunto l'assessore alla Polizia Municipale ed Ambiente, Leonardo Piscitelli - In primis il tenente colonnello Francesco Capogna, il capitano Matteo Tucci, il maresciallo maggiore, Vincenzo Lops, e il maresciallo capo, Caterina Gianpiero, che non si sono tirati indietro e hanno saputo affrontare la difficile situazione, sottraendo le due donne ad una sicura vita d'inferno».
La sinergia tra Servizi Sociali del Comune, Polizia Municipale e soccorritori è stata decisiva. Ora l'Ufficio tecnico comunale si occuperà di bonificare l'abitazione, mentre le due donne sono state affidate alle cure del nosocomio di Canosa. Da una prima ricerca non sembrano esserci parenti prossimi e si cerca una sistemazione per le due donne affinchè non restino più sole.